SANTENA – 3 giugno 2008 – La mattina del 1° giugno la città ha festeggiato il 2 giugno, festa della Repubblica. La cerimonia è iniziata nel cortile delle scuole elementari Cavour, con l’innalzamento della bandiera tricolore.
Subito dopo è partito il corteo, aperto da un grande tricolore sorretto dai rappresentanti di alcune associazione cittadine. A seguire la banda musicale, diretta dal maestro Anna Maria Merlino, le autorità, i gonfaloni delle associazioni e un bel gruppo di santenesi. Percorse alcune vie della città si è arrivati davanti al municipio dove il parroco, don Nino Olivero, ha impartito la benedizione.
Di seguito l’intervento del sindaco Benedetto Nicotra.
Innanzitutto grazie di essere oggi presenti e mi scuso con tutte le associazioni se in questo periodo del nostro maggio, pieno di feste, siete state presenti in varie manifestazioni della città, della nostra comunità. Ringrazio la banda, tutte le associazioni, il nostro comando dei carabinieri, il nostro parroco gli alpini, i bersaglieri, la protezione civile, l’Avis, la Fidas, la Croce rossa, i nostri vigili del fuoco, gli alpini, tutti voi. Tutti voi e mi scuso se qualcuno non l’ho nominato ma siete presenti… L’Avo che compie i suoi 25 anni, il San Luigi, anche loro che hanno rappresentato per la comunità un grande segno di attenzione. E grazie soprattutto alla nostra banda… e lo ripeto sempre.
Cari cittadini vi ricorderete certamente la visita del presidente Ciampi, qui a Santena il 28 settembre dell’anno scorso Egli venne qui per ricordare il conte Cavour, il grande statista che con la sua abilità di diplomatico seppe tessere la trama politica che portò all’Unità d’Italia, di cui fra quattro anni festeggeremo i suoi 150° anniversario. Rammento la circostanza perché, come è noto, il Presidente Ciampi si è impegnato con grande energia durante tutto il suo mandato a recuperare l’orgoglio nazionale e quello che una volta si chiamava il patriottismo.
In questo quadro gli va riconosciuto in particolare il merito di avere riportato in auge la festa della Repubblica, che dopo le prime adeguate celebrazioni degli anni cinquanta, era caduta in disuso per vari decenni. Egli infatti nell’anno 2000 rese di nuovo il due giugno data festiva e negli anni successivi ridiede corpo e struttura alla festa con inserimento delle parate militari e delle cerimonie ufficiali. Da ricordare soprattutto la parata di tutte le forze armate e tutte le forze di polizia della Repubblica, compreso il corpo nazionale dei vigili del fuoco e della Croce rossa italiana, cui segue la deposizione della corona di alloro preso il Milite ignoto.
La celebrazione ha così recuperato tutta l’importanza che merita, visto che il 2 di giugno ricorre la nascita dello Stato Repubblicano, con il referendum tenutosi in quelle date del 1946.
C’è da notare infatti che nel mondo sono in tutto sette gli Stati che celebrano con pubbliche manifestazioni la nascita della nazione e nella sua forma attuale. In primo luogo gli Stati Uniti, poi la Francia, l’India, il Pakistan, la Turchia, il Portogallo e Malta. Le date variano dal 1777 degli Stati Uniti al 1974, quella di Malta, ma il dato comune in tutti e sette i casi è che si tratta di nascita di altrettante repubbliche, cioè tutti questi Stati si sono dati questa forma di costituzione e organizzazione del sistema politico e di governo, che è la più moderna e la più adatta a conciliare libertà, economia e politica, anche se ovviamente non possiamo dimenticare il prestigio delle monarchie costituzionali che reggono due fra i Paesi democratici più evoluti, come il Regno Unito e l’Olanda.
Era giusto quindi ricordare la visita del nostro presidente Ciampi, non soltanto per l’onore che ci ha fatto, ma anche perché egli ha certamente il merito fondamentale di avere ridato solennità a questa ricorrenza così importante. Ciò era a mio parere assolutamente necessario l’Italia, infatti, è un Paese che fino a qualche tempo fa forse per la relativa gioventù – del nostro Stato unitario rispetto a quello degli altri grandi Paesi europei, come Francia e Gran Bretagna – mostrava una certa indifferenza verso il concetto di Patria. Una certa carenza di orgoglio nazionale che si manifestava in molteplici indizi, come l’ignoranza dell’inno nazionale e appunto al mancata celebrazione della festa della Repubblica. Va dato atto al nostro ex Presidente di avere ricoperto e riscoperto e riportato in auge, con forza, con determinazione e con l’autorità di sua carica istituzionali questi valori, lasciando al suo successore, Presidente Giorgio Napolitano, una eredità che è stata da lui raccolta e continuata.
Sono assolutamente d’accordo con questa tendenza al recupero delle radici dell’Italia, soprattutto dell’Italia moderna. Perché ritengo che solo partendo da solide radici si possano affrontare le sfide che la globalizzazione pone da qualche anno al nostro bellissimo Paese. Tutta l’Europa in sostanza ha perso l’orgoglio della sua storia millenaria e della sua funzione di polo della civiltà e di riferimento culturale e questo, non sembri strano, ha contribuito a favorire un certo declino economico.
Io condivido infatti la sua opinione che il successo dello sviluppo economico è strettamente legato alla forza, alla vitalità, alla capacità di guardare lontano, che nascono nella popolazione nella convinzione di credere in valori di tipo universale, a cominciare da quelli spirituali e dalla capacità di viverli coerentemente nella vita quotidiana, come in quella delle istituzioni.
Oggi, la festa della Repubblica è dunque una bella occasione per celebrare con soddisfazione e di vivere in uno Stato prospero e democratico; dobbiamo sempre ricordarci che non si tratta di conquiste scontate, come ci dimostra l’esistenza in tutto il mondo di tanti regimi autoritari. Regimi ai quali spesso si accompagna la miseria e la sofferenza sociale.
Grazie, grazie a tutti e se suoniamo di nuovo l’inno d’Italia io direi che sarebbe bello poterlo cantare tutti insieme. Si, grazie, perché credo che quello che c’è scritto qui sulla lapide, per ognuno di noi deve essere d’insegnamento. Io leggevo tanti nomi. Continuo sempre a leggere ogni volta che sono qua. E cosa hanno dato per il nostro tricolore e per la nostra Patria. Sarebbe giusto ricordarlo proprio cantando insieme a loro. Grazie.