Il testo che segue è l’intervento che il primo cittadino ha compiuto il dieci agosto 1999, a fine processione. Lo scritto che segue rappresenta la trascrizione fedele del testo registrato. Chi stima il signor Sindaco potrà riflettere a fondo sul suo messaggio. Chi invece lo avversa politicamente avrà modo di indignarsi, magari in modo composto e urbano.
“Don Marino Basso, la tua è stata un’attenta e amorevole celebrazione per la nostra festa. Questo per te don Marino è il tuo secondo san Lorenzo, per me è il sesto. Io e te sulla gretticola non ci siamo ancora finiti, per cui vuol dire che la cosa va abbastanza bene.
Io volevo, prima di dirvi le cose che ho nel cuore, volevo che voi tutti qui presenti potreste fare un applauso a don Marino e a don Francesco che con grande attenzione… (applausi). Questa è una cosa bellissima. In fin dei conti sono due persone che sono molto attenti, insieme all’amministrazione ovviamente, a tutto quello che succede nella nostra città.
In fin dei conti, voi lo sapete, io dico sempre che don Marino deve cercare di dare le assoluzioni e l’amministrazione deve cercare le soluzioni. Credo che oggi la predica di don Marino sia stata molto riflessiva e ti dico molto attenta.
Ed io, insieme all’amministrazione che era presente, ne prendo ben atto e ti dico che, con molta attenzione, noi stiamo svolgendo un qualcosa che possiamo… stiamo cercando di creare quell’attenta ricchezza nella nostra città. Che è quella ricchezza che ognuno di noi ha bisogno. Che è la tranquillità di avere un’ubicazione, cioè una casa. La tranquillità di avere un lavoro, perché se non si ha un lavoro non si può avere neanche la casa perché bisogna pagare un affitto: mi auguro equo, no ad equo canone. Perché delle volte ho visto degli affitti qui a Santena che mi fanno rabbrividire. Scusatemi, anche per un rispetto di logica.
E soprattutto una cosa attenta che vi dicevo prima è il lavoro. Perché se c’è il lavoro c’è un’attenzione riguardante un processo continuo. Cioè i giovani che iniziano il lavoro che demanderanno poi, diventando anche loro adulti, ai propri figli.
Io volevo ringraziarvi tutti. Ringraziarvi tutti perché siete per prima cosa sempre più presenti a questa nostra bellissima festa che oggi è coreografata da un sole che va e che viene per cui ci rinfresca un pochino. Visto e considerato credo che l’estate poi l’abbiamo vista poca. A prescindere dal mio colore, che sono riuscito a fare quei week end marinareschi, per cui vi ringrazio della vostra presenza.
E vi dico che per me è sempre come la prima volta. Questo è il mio sesto san Lorenzo in cinque anni che sono con voi. E non smetterò mai di intimidirmi, quando mi trovo davanti a voi.
Però, dato che mi sento uno di voi, perché mi sento molto santenese, vi dico che adesso mi sento a mio agio e quando esterno le cose, le esterno con un’attenzione in ognuno di voi, che sono quelle attenzioni che voi dovete pretendere da un’amministrazione.
Dico pretendere perché è un vostro diritto. Perché non avete solo i doveri. Avete anche i diritti, esercitati ovviamente con una certa diligenza e con una certa forma di educazione.
Io volevo – mi sono preso alcuni appunti, perché le cose che ho da dirvi sono tante e non vi voglio annoiare. Perché leggendo un libro di Einaudi diceva che tediare (ndr: la sua pronuncia è “dediare”) non è tanto simpatico. Uno tedia quando le cose non sono importanti: ma se le cose che uno dice sono importanti non si tedia per niente. E questa è una cosa che mi ha fatto molto riflettere, quando uno sente tediare, cioè annoiare, dopo uno che parla tantissimo, non è così.
Voi pensate che dopo tanti anni così, credo che questa città abbia assunto una bellezza tale che voglio togliere quel punto interrogativo che ho sentito dire da qualcuno che diceva che noi dividiamo la città in serie ‘a’ e serie ‘b’. Voi sapete che sono queste le cose dove uno può esternare – perché siete tutti presenti – e dato che io non scrivo o faccio scrivere ma dico, di conseguenza ve lo dico oggi: non ci sono cittadini di serie ‘a’, né di serie ‘b’, siete tutti di serie ‘a’.
La Trinità, abbiamo tardato perché… perché se tutti fossimo capaci come delle volte… Qui ho un santo vicino a me (e indica la statua di san Lorenzo): lui forse qualche miracolo lo fa, ma se noi riuscissimo a fare il miracolo credo che non faremmo gli amministratori. Faremmo tutt’altre cose.
E invece è importante che le cose si facciano: perché è se le cose non si facessero che dovreste preoccuparvi. Avevo detto che la Trinità si apriva prima delle vacanze estive: la via Cavour si è aperta prima delle vacanze estive. Ci siamo accorti, facendo una perlustrazione, che asfaltare e mettere a posto subito poteva creare un inconveniente a settembre o in primavera del prossimo anno per far passare il cavidotto per l’illuminazione adeguata anche in quella zona.
Allora ho detto, meglio tardare 15 giorni, me ne assumo le responsabilità e non spaccare per una seconda o una terza volta. Così almeno ve l’ho detto a tutti pubblicamente, e poi non posso inventare quello che bisogna fare ma cerco assieme ai miei colleghi dell’amministrazione di ridurre quei costi come il buon padre di famiglia, che se invece di comprare un chilo di pane, che poi diventa duro, ne prende otto etti, risparmia due etti e io lì ho risparmiati dei quattrini, nostri e vostri, per quanto riguarda l’illuminazione facendo passare il cavidotto, perché fatto in un secondo tempo veniva a costare due o tre volte, con altri tempi che si allungavano non di quindici giorni, ma magari di un bel paio di mesi.
Naturalmente le vacanze ci sono, i negozi chiudono, non possiamo obbligare i negozianti a rimanere aperti. Però abbiamo fatto un servizio attento di comunicazione per tutti i negozi aperti. E per le persone che non hanno la possibilità di poter comprare il pane e le cose di prima necessità ci sono la Croce Rossa, le navette, i vigili del fuoco. Tutti si sono adoperati nell’aiutare l’amministrazione, per cui evitiamo questi pettegolezzi continui. Viviamo un po’ più sereni, più tranquilli, più attenti: avete il servizio in casa, telefonate e vi vanno a prendere il pane, anche se di panetteria c’è n’è solo una aperta. Almeno una deve rimanere aperta. Ripeto non possiamo obbligarle a rimanere aperte.
…soltanto per chiarire alcuni concetti perché delle volte diventano un pochettino così… finiamola di fare sempre politica, politica. Io non sarò simpatico perché dico le cose in faccia, io sono fatto così…
Di politico in me non c’è niente. Finalmente Fausto (ndr: è un signore in carrozzella) è vicino a me, gli ho promesso sempre di stare vicino a me alla festa di San Lorenzo. Quest’anno non ci sono candidature per cui San Lorenzo, cioè Fausto stai vicino a me perché nessuno può dire che ti ho messo vicino a me per prendere qualche voto in più. Ma ragazzi… siamo un pochettino vaccinati tutti oggi, eh…
Dobbiamo essere più amorevoli. L’ha detto prima don Marino, se si è più attenti, più dolci, più capaci, tutti quei bimbi che sono vicino a ognuno di voi e non gliene frega niente della politica, cresceranno bene, allegri cresceranno bellissimi perché avranno il viso sempre allegro, avranno quel sorriso languido e non sempre quello triste… L’invidia e la gelosia guardate che è una brutta malattia. Ve l’assicuro, io l’ho potuta constatare facendo l’amministratore pubblico. Non conoscevo l’invidia e la gelosia.
Ah, ancora una cosa importante, visto che ho parlato di giovani: il palazzetto dello sport, è una cosa bellissima, e vi dico che l’hanno voluto i giovani. Perché prima di portare avanti il discorso del palazzetto dello sport vi assicuro che mi sono riunito più volte con i ragazzi anche nel mio ufficio. Chi è presente di quei ragazzi sa benissimo che non ci stavamo tutti nella stanza e io, insieme a loro, ci siamo seduti per terra: non c’erano posti abbastanza ma li ho fatti stare tutti nel mio ufficio ed ho discusso con loro cosa volevano. E per cui questo il palazzetto dello sport che vogliono i giovani sorgerà. Naturalmente, non vogliamo sprecare anche questi soldi e vogliamo fare un palazzetto dello sport, degno di attenzione. Anche per quanto riguarda manifestazioni nazionali ed internazionali visto e considerato che lo stiamo predisponendo con le regole che il Coni impone per fare delle gare…
E questo partirà a settembre: mi auguro che in questo decantato 2006, Torino 2006 e le olimpiadi, il nostro palazzetto dello sport possa ospitare delle squadre di tutto rispetto. Per cui, vedete, tutte cose che portano – chi mi capisce – portano ricchezza, perché portando delle squadre, portano attenzione alla nostra città. Portano denaro, per cui fanno circolare denaro, fanno lavorare i nostri negozi, fanno lavorare l’intera città.
Santena ha aderito ai Patti territoriali. Santena insieme a Poirino, Cambiano, Villastellone, che ha fatto una lettera di adesione nel contesto con questi 4 comuni. E abbiamo aderito tutti insieme ai patti territoriali, che non sono altro un’attenzione per quanto riguarda le risorse del domani. E per risorse intendo le attività agricole, attività commerciali, artigianali e industriali. Nonché anche per quanto riguarda qualsiasi situazione di aspetto anche pubblico, di strutture pubbliche: perché ormai i soldi che arrivano dalla Comunità Europea, se non c’è una concentrazione di comuni sotto certe iniziative attente, elaborate anche su programmi attenti, i soldi non arrivano. E per cui, questa è stata un’attenzione anche da parte nostra di far sì che un comune piccolo potesse diventare grande, difatti ho cercato di convincere gli altri comuni di aderire con noi e per cui con altri quattro comuni non veniamo schiacciati da quelle città metropolitane che fanno parte – metropolitane ovviamente nel senso di grandezza – che fanno parte della nostra zona del Torino Sud, che può essere Nichelino, Carmagnola o Moncalieri. Per cui con queste quattro città numericamente noi siamo una certa compattezza di cittadini, per cui possiamo rappresentare quando ci presentiamo un qualcosa di più attento, per avere queste risorse nei riguardi anche delle nostre città.
Perché tutto questo; perché si sono festeggiati questi cento anni della Fiat, ed ecco che mi collego al lavoro: la Fiat può essere criticabile sotto un aspetto Fiat, Fiat, Fiat… In fin dei conti, lo dico sempre, viviamo in un paese di monocultura, per cui c’è solo la Fiat. Ma la Fiat dà lavoro. Bisogna fare molta attenzione, quando uno critica la Fiat: ha dato lavoro. Ecco vedo tante teste, che danno un assenso, di persone che già sono in pensione dalla Fiat. Ma guarda caso in Fiat sono entrati i figli, i propri parenti. Ma dietro la Fiat cosa ci sta?: l’indotto, altre piccole e medie aziende che danno altro lavoro. Ecco il collegamento di questi Patti territoriali, e anche di poter creare ricchezza, creare strutture, creare lavoro.
Oggi ci troviamo qua, se voi vi ricordate avevo posto la scommessa di aprirlo questo castello, di farlo diventare nostro. Il primo passo l’abbiamo fatto, adesso: sottoscritto insieme ad un altro cittadino di Santena, il signor Anchisi, che fa parte del Consiglio della Fondazione. E questo atto è un grande pregio per la città. Perché vi assicuro che tutte le lettere che noi facevamo, non venivano minimamente lette dal consiglio. Perché il consiglio è soltanto sotto l’aspetto culturale, mica sotto l’aspetto tecnico operativo. E per cui finalmente ci siamo dentro. Abbiamo incominciato a mettere i puntini. E i puntini sono la riapertura di questo bellissimo castello, la biblioteca storica che venga fuori, perché è da quando mi sono insediato che sento dire che si deve aggiornare il documento storico dei libri, perché il computer… perché qua…: ma adesso quelle ballette lì non si dicono più e speriamo di riaprirlo.
Ho avuto un’informazione, oggi essendo la nostra festa hanno aperto il castello, con accesso libero e gratuito: me lo ha detto la dottoressa Rocchia. Per quanto riguarda la visita al castello, io l’ho fatta assieme agli amici di Muccia. Vi dico che è bellissimo. Soprattutto mi complimento con la dottoressa Rocchia e con tutti coloro che fanno parte degli Amici della Fondazione che hanno una cultura storica. Per cui soffermarsi con loro, in ogni stanza, ed ascoltare, vi dico che è una cosa bellissima, visitatelo! Delle volte qualcuno di voi mi ha detto –“mi e sun ad Sanna ma ancura l’hai nen vistlo”. Visitatelo è veramente bello!
Un’ultima cosa: parlando sempre di ricchezza lavoro. Mi rivolgo a don Marino, voi avete notato, la clinica francese, io non posso più metterci mano, perché lì dipende dai soldi, dipende da tante cose. Quello che noi dovevamo fare l’abbiamo fatto e ve l’ho detto più di una volta.
Ma la clinica della terza età, io l’ho chiamo l’albergo a sette stelle, sta per nascere, e sta per nascere ai Ponticelli. Significa 86 posti di lavoro. Per cui 86 posti di lavoro per Santena, di tutti, delle varie fasce. Sono richieste fasce di infermieri specializzati, fasce di persone che abbiamo una certa esperienza e anche non esperienza, per cui questa è un’altra cosa bella per la nostra comunità. Ma sono cose che purtroppo ci va tempo, ci va attenzione, e soprattutto ci va molta – non voglio usare quel termine capacità – ma ci va la capacità anche perché queste persone che sono venute qua sono venute, scusate, perché li conoscevo, se no non sapevano neanche dove fosse Santena. E sono state persone che ovviamente avendo i soldi stanno costruendo. E stanno facendo costruire a delle ditte di Santena. E questo è un altro vantaggio per la nostra città.
Ho sentito che estate-ragazzi è andata benissimo: me l’ha detto don Marino. L’ho saputo anche da coloro che hanno partecipato come aiuto. Stiamo cercando di dare il massimo, soprattutto il massimo – io dico – più nella qualità, che nella quantità, perché è quello che interessa ad ognuno di noi.
Io credo di avervi detto tutto. Per cui, adesso aggiungo, non voglio tediarvi oltre, perché vi ho tediato prima. Cioè vi ho detto quelle cose importanti.
Vi auguro che questa festa di San Lorenzo – e faccio gli auguri a tutti coloro che Lorenzo si chiamano – possa aver la sua continuità, la sua allegria. E vedete, adesso che ho finito, è venuto fuori il sole, così almeno ci allontaniamo e ci mettiamo all’ombra per il rinfresco. Buona festa all’ombra. Buona festa a tutti e buon San Lorenzo a tutti.