SANTENA – 25 novembre 2008 – In questi giorni la crisi dell’Ages è tornata alla ribalta della cronaca. Di seguito si propone il contenuto di “Quale futuro per l’Ages?” un volumetto pubblicato nel febbraio 2007 che riporta gli atti dell’incontro pubblico organizzato più di due anni fa, il 13 ottobre 2006, dal Centrosinistra di Santena. Interventi di: Claudia Tosco, segretaria Democratici di sinistra; Stefano Sciambra, segreteria Femca Cisl; Gerardo di Martino, Rsu Ages; Angelo Auddino, consigliere regionale Ds; Angelo Fazzolari, Rsu Ages; Giovanni Pollone, sindaco di Villastellone; Gianni Ghio, sindaco di Santena; Enrico de Paolo, segreteria Filcem Cgil; Gino Anchisi, capogruppo centrosinistra in consiglio a Santena.
Quale futuro per l’Ages?
Il giorno 13 ottobre 2006 il gruppo consigliare “Centrosinistra con Santena per” ha organizzato un incontro pubblico sul tema Quale futuro per l’Ages?
L’incontro si è svolto presso la sala Visconti Venosta.
Testo del volantino preparato in vista dell’incontro pubblico.
Quale futuro per l’Ages?
La storica azienda santenese sta attraversando una fase difficile. Le comunità locali, in particolare Santena e Villastellone, da dove provengono la maggior parte dei lavoratori, sono preoccupate per le sorti future dell’azienda. Non è la prima volta che si sente parlare di crisi dell’Ages: gli occupati sono scesi dai 1.200 degli anni Ottanta agli attuali 460, di cui una parte in cassa integrazione.
In questo momento preoccupano maggiormente: lo sviluppo di nuovi prodotti; l’inserimento nella produzione di nuovi modelli Fiat; le difficoltà nelle relazioni sindacali.
La nostra attenzione è rivolta alle prospettive che garantiscono sviluppo e occupazione nello stabilimento.
Incontro pubblico
Venerdì 13 ottobre 2006, ore 21
Sala Visconti Venosta (ex asilo)
Santena, piazza Visconti Venosta
Affronteremo questi temi alla presenza di lavoratori, delle Rsu, dei sindacati di categoria, dei rappresentanti delle istituzioni e dei partiti.
Siete tutti invitati a partecipare.
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Scheda inviata dall’assessore regionale al Lavoro Angela Migliasso, in occasione dell’incontro.
SCHEDA AGES
L’Ages Spa è una società nata nel gennaio 2005 dall’acquisizione da parte del Gruppo Trust del cento per cento del pacchetto azionario della stessa. A seguito della vendita del pacchetto azionario, l’Ages Spa è uscita definitivamente dal Gruppo Continental che ne deteneva il controllo dal settembre 1991.
Successivamente, l’Ages Spa, attraverso un’operazione di cessione di ramo d’azienda, ha acquisito le attività di business relative allo stabilimento di Grugliasco della società Trust Metal Plastron Spa, che produce e commercializza componenti in metallo per il settore auto. Inoltre, attraverso un contratto di affitto d’azienda finalizzato all’acquisizione definitiva (i cui effetti giuridici si sono realizzati a gennaio 2006) ha preso la gestione anche delle attività di business della società Trust Plastron dello stabilimento di Asti che produce e commercializza componenti in plastica per il settore auto.
Sotto il marchio Ages operano quattro unità produttive: Divisione Gomma in Santena con 311 dipendenti; Divisione illuminazione e plastica di Asti con 187 dipendenti; Divisione metalli in Grugliasco con 98 dipendenti e Divisione metalli in Ceprano (Fr).
I prodotti realizzati dalle divisioni dell’Ages sono destinati principalmente al mercato veicolistico (90 per cento del fatturato) ed in particolare a quello automobilistico (di cui oltre il 90% di questo fatturato è rappresentato dal Gruppo Fiat). La parte residua e destinata al settore militare e alla vendita delle mescole a clienti non dell’indotto auto.
L’Ages nell’autunno del 2005 aveva presentato alle Organizzazioni sindacali un piano di riorganizzazione aziendale che prevedeva, oltre al ricorso della Cassa integrazione generale straordinaria, un piano di risanamento dei conti aziendali con integrazioni fra le Divisioni e la vendita dell’immobile industriale di Grugliasco al fine di contribuire al miglioramento del cash flow societario (le attività di Grugliasco sono state trasferite a Santena).
La discussione sul piano di riorganizzazione presso il ministero del Lavoro si era conclusa con un mancato accordo, in quanto le organizzazioni sindacali avevano sollevato forti perplessità sulla tenuta complessiva dello stesso, soprattutto sotto l’aspetto finanziario. Presso la Regione Piemonte tuttavia si è poi giunti, il 30 novembre 2005, alla sottoscrizione di un accordo che prevedeva il ricorso alla cassa integrazione generale speciale per riorganizzazione aziendale per 24 mesi con decorrenza dal 2 novembre 2005. Durante la cassa sarebbero state attuate sospensioni dal lavoro per un massimo di 450 lavoratori e si segnalava l’esubero di 130 lavoratori.
Il 13 settembre 2006 si è svolto presso l’assessorato regionale al Lavoro un incontro per un esame sull’andamento del piano di riorganizzazione. La situazione illustrata dal dottor Lazzari, nuovo direttore generale di Ages, è la seguente: il piano di riorganizzazione si sta realizzando per quanto riguarda la centralizzazione delle attività con gli investimenti previsti; sta per essere completato lo spostamento dell’attività di Grugliasco su Santena.
Per quanto riguarda la situazione finanziaria, ha evidenziato una situazione al limite del collasso in quanto la crisi di liquidità genera gravi difficoltà nel normale flusso di materiale e Fiat si sta sostituendo quale pagatore o garante nei confronti dei fornitori. Le retribuzioni dei lavoratori sono pagate con enormi difficoltà ma c’è un’esposizione rilevante nei confronti dell’Inps.
Il debito nei confronti di Fiat è consistente e si sta cercando di: negoziare un piano di rientro in sette anni; rinegoziare i prezzi; avere assicurazione sui futuri contratti di fornitura e di fatturato.
Per quanto riguarda i rapporti con le banche si è dato incarico ad un advisor (studio Vitale) per la certificazione del piano industriale-finanziario, a sostegno del quale è comunque indispensabile la vendita dell’immobile di Grugliasco al fine di realizzare un piano di rientro in 15 anni.
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All’incontro pubblico è stata invitata anche la proprietà dell’Ages.
Ecco il testo della lettera inviata da Egidio Di Sora in risposta all’invito.
Santena, 10 ottobre 2006
Oggetto: Incontro pubblico del 13.10.2006 ore 21.
Ho ricevuto il vostro invito come da oggetto, mi avrebbe fatto enormemente piacere partecipare ma purtroppo impegni precedentemente assunti mi impediscono di essere presente.
Formulo i miei migliori auguri per una buona riuscita dell’incontro.
Cordialmente
Ages S.p.A.
Egidio Di Sora
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GLI INTERVENTI
Claudia Tosco
Segretaria Democratici di Sinistra di Santena
Per quindici anni ho lavorato in Ages. Per noi questa fabbrica significa lavoro, produzione, progresso e sviluppo.
Dopo diverse ristrutturazioni oggi c’è il pericolo che l’Ages chiuda. Per questo abbiamo riunito in questa sala tutti coloro che in qualche modo sono legati al suo futuro.
L’Ages, come la Stars e la Fiat Lubrificanti, per Santena e Villastellone hanno trasformato il territorio e la società, sancendo il passaggio dal mondo agricolo a quello industriale. Queste aziende hanno comportato immigrazione dal meridione e da altre regioni d’Italia ed hanno trasformato i nostri Paesi.
Ages significa Azienda Gomma Ebanite e Similari. La ditta veniva da Torino, da via Andorno, lì si chiamava Ages succursale Fiat. Poi è diventata una sezione Fiat. Negli anni, a seguito i cambiamenti della casa madre che di volta in volta accentrava o decentrava, la ditta cambiava denominazione. Ad un certo punto è passata Gilardini e sono cominciati i guai. Poi è diventata Comind. Quindi è stata la volta della Magneti Marelli. Dopo il passaggio sotto la Contitech si è arrivati alla situazione attuale che tutti sanno essere molto critica.
A livello occupazionale dai 1.200 dipendenti dei primi anni Ottanta, quando la ditta era Comind, si è arrivati agli attuali 470. Oggi nello stabilimento ci sono altre realtà operative che ufficialmente non sono conteggiate.
L’incontro di questa sera ha l’obiettivo di informare sulla situazione attuale, per capire cosa sta succedendo e per dare un contributo nella ricerca di soluzioni.
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Stefano Sciambra,
Segreteria Femca Cisl
La situazione dell’Ages va inquadrata nel contesto della riorganizzazione del settore automobilistico piemontese e del sistema industriale torinese. Il decentramento produttivo che la Fiat sta attuando in questi anni si ripercuote in maniera determinante anche in tutte le aziende dell’indotto. Oggi le speranze di mantenere in piedi le produzioni di carattere strategico sono legate ai destini di Mirafiori. Se a Mirafiori non si costruiranno più auto sarà impensabile pensare di mantenere nella Provincia di Torino un indotto importante come quello attuale.
A causa del processo di riorganizzazione questo territorio ha già dovuto pagare prezzi pesanti. Mi riferisco a quanto accaduto alla Visteon di Villastellone.
Veniamo all’Ages. Mentre la Fiat parlava di internazionalizzare le sue produzioni e nell’aria vi era la possibilità di un accordo con General Motors, c’è stato un afflusso in Italia di gruppi multinazionali che hanno acquisito aziende con l’intento di entrare nel businees europeo del settore dell’auto. Con la venuta meno di questo matrimonio si è registrata una situazione di fuggi fuggi generale.
L’Ages è stata ceduta dalla Continental ad un gruppo italiano. Sotto l’aspetto del respiro internazionale l’orizzonte per l’Ages si è fatto asfittico. E’ sfumata la possibilità di lavorare per altre case automobilistiche europee fuori dal Gruppo Fiat.
Dall’Ages la Continental si è disimpegnata con le sue produzioni e ha ceduto ad un gruppo italiano che aveva stabilimenti ad Asti e a Grugliasco. Un gruppo che lavorava già per il settore auto ma non nel comparto della gomma. Quando Continental ha lasciato, abbiamo visto con favore l’ingresso di un gruppo italiano. Era del resto l’unica soluzione sul tappeto.
Inizialmente ci è stato presentato un progetto di riorganizzazione aziendale discusso presso il ministero del Lavoro perché comprendeva anche uno stabilimento fuori Regione, a Ceprano. Questa operazione non è andata in porto e allora abbiamo raggiunto un accordo di riorganizzazione che riguardava esclusivamente gli stabilimenti piemontesi.
La riorganizzazione di Asti, Grugliasco e Santena, sotto l’aspetto teorico ci pareva praticabile. Il progetto prevedeva il potenziamento dello stabilimento di Santena. L’accordo con la Regione ha consentito la concessione della cassa integrazione con il ricorso a meccanismi di garanzia per quanto riguarda la rotazione dei lavoratori. Abbiamo cercato di evitare che il peso della cassa integrazione si riversasse solo su un numero limitato di persone, per periodi molto lunghi.
Contemporaneamente l’azienda aveva comunicato che la riorganizzazione sarebbe stata gestita dal management ex Continental. Strada facendo le cose sono cambiate. Il gruppo dirigente è mutato già due o tre volte. Anche gli assetti societari sono mutati. Nell’ultima edizione il consiglio di amministrazione è sparito e l’Ages è diventata una società gestita da un amministratore unico, Egidio Di Sora, che a questo punto credo sia anche il solo azionista, visto che è amministratore unico.
Altri problemi sono sorti rispetto al cronoprogramma della riorganizzazione. Cito ad esempio il trasferimento dello stabilimento di Grugliasco a Santena. Operazione che con la vendita del capannone doveva apportare liquidità per poter mandare avanti la produzione di Santena.
Produzioni che a volte fanno fatica ad essere competitive perché la riorganizzazione a nostro parere non è stata adeguata. Oggi facciamo i conti con una crisi di liquidità come ha ammesso l’azienda nell’incontro di verifica presso gli uffici regionali dell’assessorato al Lavoro. A questo punto non riusciamo a capire perché la prevista vendita di Grugliasco non sia andata avanti.
L’azienda ultimamente ha anche avuto gravi difficoltà ad approvvigionare le materie prime, con ritardi che fanno lievitare i costi di produzione. Talvolta le materie prime sono inadatte alla produzione e ciò causa aumento degli scarti.
Infine l’azienda è arrivata al punto di non poter pagare gli stipendi.
Oggi i lavoratori, con in mezzo un po’ di cassa integrazione portano a casa si e no mille euro ogni mese. Con simili salari si fatica ad arrivare a fine mese e se uno viene a sapere che neanche quello è più garantito allora la situazione diventa critica. A fronte di questa prospettive i lavoratori con un gesto di protesta, ma anche di disperazione hanno bloccato le produzioni. La Fiat è stata costretta ad intervenire perché altrimenti doveva mettere in libertà i lavoratori di Mirafiori. Fiat è intervenuta fornendo garanzie ai fornitori affinché continuassero ad inviare all’Ages le materie prime. Questo intervento consente oggi una stentata sopravvivenza dello stabilimento. Comunque, fino ad oggi, dopo questo episodio, salari e stipendi sono stati regolarmente pagati. Resta comunque qualche grosso problema di approvvigionamento delle materie prime.
Rispetto all’intervento della Fiat i lavoratori vogliono capirne il significato. Dato che la Fiat non è la San Vincenzo ci chiediamo qual è il motivo e se c’è un disegno. L’intervento finanziario è un elemento forse positivo: significa che c’è interesse a mantenere in piedi l’Ages. Ma non vorremmo che nella riorganizzazione dell’indotto ci fosse un intento punitivo, magari proprio per questo stabilimento. E’ un punto da chiarire. Negli ultimi incontri in Regione l’azienda si è riservata di fare precisazioni più ampie nelle prossime riunioni. Importante è sapere se la Fiat oltre a garantire i fornitori è intervenuta anche a livello bancario. Questo serve a capire se ci sono garanzie immobiliari e se i conti di gestione sono in grado di sostenere l’indebitamento.
Ma c’è un altro aspetto critico con la Fiat. Le commesse con la casa torinese non riguardano infatti i nuovi prodotti che Fiat ha annunciato. Per le nuove vetture l’Ages non ha commesse: esauriti gli ordini delle produzioni attuali sembra non esserci prospettiva.
I lavoratori conoscono questa situazione e si chiedono che ne sarà dello stabilimento quando andranno ad esaurimento le attuali lavorazioni. Preoccupa inoltre che nella riorganizzazione interna il reparto di industrializzazione e quello della ricerca siano fortemente penalizzati.
I lavoratori sono convinti che tali questioni vadano affrontate in sede di trattativa sindacale. Trattativa che riprenderemo in Regione. La nostra speranza è che in quella sede arrivino i chiarimenti sulle prospettive dello stabilimento. In assenza di questo è chiaro che dovremo quanto prima ragionare sul da farsi. Le istituzioni locali possono darci una mano in questa direzione cercando di avere un quadro preciso e chiaro della situazione. Questo incontro serve a dare più informazioni a questo scopo.
Dentro questa fabbrica il sindacato storicamente ha una presenza significativa ed importante. Le organizzazioni sindacali ma soprattutto le Rsu contano, ci sono delegati di lungo corso, con una grande esperienza di gestione. Fino ad oggi le situazioni sono state affrontate nel migliore dei modi. Sindacato e Rsu contano sulla fiducia e sul seguito dei lavoratori. L’ultimo sciopero dichiarato ha visto l’adesione di più del 90 per cento dei lavoratori: un segnale importante di unità e determinazione.
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Gerardo di Martino
Rsu Ages
Questa sera mi sembra di giocare in casa. Tanti lavorano all’Ages, tanti ci sono passati. Sembra un’assemblea fatta in azienda. Al ritorno dalle ferie, quando la situazione tra azienda e Rsu si è complicata, abbiamo deciso di cambiare tipo di rapporto. E’ inutile negarlo: quando questo imprenditore è venuto a Santena per noi è stata una boccata d’ossigeno. Con Contitech eravamo in coma, in attesa non si capiva di che cosa. In questa situazione Di Sora ha avuto il coraggio di prendere in mano quest’azienda. Le difficoltà finanziarie lo hanno subito messo in crisi. I conti non gli sono tornati. Si è trovato con crediti che non poteva riscuotere, sono emersi alcuni buchi nei conti. Dalla crisi di liquidità si è arrivati alla difficoltà nel reperire sul mercato le materie prime. Va anche detto che probabilmente ha fatto delle scelte che non si sono rivelate felici. Si sta lasciando andare il reparto mescole che con Contitech era un centro trainante che produceva un milione di euro al mese. Si è scelto di usare questo reparto per preparare solo qualche mescola per il reparto stampaggio. Da qui derivano le nostre perplessità. Se all’inizio le relazioni sindacali erano all’insegna del “stiamo a vedere con cautela”, mese dopo mese le condizioni di vita all’interno dell’azienda sono andate peggiorando.
Nonostante ciò inventavamo di tutto per riuscire a tirare avanti con la cassa integrazione. Nel frattempo la proprietà ha portato all’interno piccole aziende dove lo straordinario è la norma. Abbiamo concesso anche dello straordinario al sabato per riuscire ad approvvigiornarsi delle materie prime. Prima delle ferie 2006, nel maggio, abbiamo fatto un accordo sui 18 turni per andare ad un recupero di volumi produttivi che si perdevano. Senonché al ritorno delle ferie le condizioni di lavoro sono ulteriormente peggiorate. Sino ad arrivare a situazioni anche repressive nei confronti dei lavoratori. L’ultima è stata quella di disdire l’accordo dei 18 turni, dicendo che non serviva. Sono stati messi in cassa lavoratori monoreddito, con carico di famiglia, al contrario di quanto previsto nell’accordo siglato in Regione. Protestando abbiamo ottenuto il loro rientro al lavoro. Siamo andati davanti ai cancelli per essere visibili all’esterno della fabbrica, per investire il territorio dei nostri problemi e per chiamare tutti alle loro responsabilità.
Nonostante ciò abbiamo voluto recuperare un rapporto con l’azienda e ancora oggi con essa proviamo a fare accordi, se pur con la dovuta cautela. Da ultimo abbiamo realizzato un’ipotesi di accordo per il sabato mattina, il cosiddetto sedicesimo turno. Non vogliamo perdere anche quelle poche lavorazioni che abbiamo e che, forse, ci permetteranno di portare a casa la busta paga. In questi mesi abbiamo proprio toccato con mano le difficoltà esistenti nelle relazioni sindacali. Da parte nostra abbiamo difeso con fermezza i diritti dei lavoratori. Penso che tanta gente dell’Ages sia disponibile a mangiare pane e cipolle, ma non ad accettare che si metta in gioco la dignità. Oggi il rischio è che si torni indietro alle situazioni negli anni Cinquanta. L’impegno delle Rsu è difendere a tutti i costi la dignità dei lavoratori e il posto di lavoro, facendo accordi là dove è possibile.
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Angelo Auddino,
Consigliere regionale Democratici di Sinistra
Vivo a Nichelino, e parecchi nichelinesi hanno lavorato in questa fabbrica. Sono venuto non solo per dirvi che la Regione, l’assessore Angela Migliasso e i consiglieri tutti sono solidali con la battaglia che portate avanti. Noi ci impegnamo innanzitutto per difendere il lavoro e la democrazia.
La presenza dei sindaci dei comuni di Santena e Villastellone è importante. Sarebbe anche importante disporre di una mappa dei vari comuni di residenza dei lavoratori dell’Ages in modo che tutti possano insieme prendere coscienza della situazione. Sono preoccupato per il futuro di questa azienda. Senza liquidità è difficile gestire un’attività come quella dell’Ages. Senza una strategia industriale probabilmente anche la vendita del capannone di Grugliasco porterà un contentino nell’immediato ma non sarà sicuramente risolutivo.
La vera questione sta nel rapporto tra la Fiat e l’Ages. Bisognerà dunque capire quale strategia ha pensato la Fiat per questo stabilimento e quali prodotti la casa automobilistica torinese darà all’Ages nei prossimi mesi. Informazioni essenziali perché se la Fiat ha deciso di portare altrove le produzioni la situazione ben presto sarà critica.
L’Ages è una realtà produttiva importante per questo territorio che negli ultimi anni ha subìto pesanti perdite occupazionali. Questo incontro deve servire a stringere un’alleanza tra lavoratori, sindacati, cittadini, enti locali e Regione. Occorre unire le energie per ottenere chiarezza nei rapporti tra la Fiat e l’Ages.
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Angelo Fazzolari
Rsu Ages
Lavoro all’Ages da 28 anni. Faccio parte delle Rsu, ma sono venuto a parlare come lavoratore e non come delegato.
Capisco i miei compagni di lavoro, che hanno difficoltà nel presentarsi qui ed esporre quello che si prova in questo momento in una realtà come l’Ages.
Uno stabilimento che mi ha dato lavoro ed ha permesso a me e alla mia famiglia una vita dignitosa e con esso ho fatto crescere i miei figli. Arrivati a questo punto scoprire che questa fabbrica è quasi destinata a soccombere mi fa venire una grande rabbia. E non solo rabbia ma sdegno. In tanti dei miei compagni e colleghi c’è rassegnazione, che mi sembra la cosa peggiore. Essere rassegnati spaventa ed è una cosa tremenda perché non si vede più futuro. Vedere la nostra azienda in queste condizioni è tremendo. Una fabbrica che ha trasformato la gomma da cinquant’anni e oggi scopriamo che non ci riusciamo più. Dico questo per dare l’idea di quello che succede nello stabilimento. Improvvisamente scopriamo di non essere capaci di lavorare e di trasformare la gomma.
In fabbrica cambiano continuamente i dirigenti e non si capisce chi comanda. Questo è il vero problema dell’Ages: scoprire che dopo tanti anni non è più una fabbrica ma un involucro vuoto. Quando l’Ages è stata ceduta dalla Contitech ad un gruppo italiano speravo che fosse arrivato qualcuno che avesse una mentalità imprenditoriale, che avesse la volontà di farla crescere. Invece è successo tutto il contrario, portando la stessa sul baratro del precipizio.
Nei dieci anni con Continental invece di vedere ripresa abbiamo assistito al declino e quando Continental si è liberata dell’Ages, perché questo è successo, probabilmente regalandola, abbiamo sperato che finalmente fosse arrivata la possibilità di prosperare. Invece oggi a Santena restano 320 operai, diventati 460 con l’arrivo di persone dagli stabilimenti di Grugliasco e dalla ex ZF di Villanova, che nessuno ha mai menzionato negli accordi e nei tavoli regionali. Ottanta lavoratori che fanno antivibranti come l’Ages. Occorre poi aggiungere delle realtà aziendali interne che occupano da dieci fino a 25 addetti. Costoro lavorano all’interno dell’Ages e spesso assistiamo ad una sorta di guerra dei poveri, tra lavoratori che operano in condizioni precarie. In alcuni casi ci sono operai in nero. Più volte abbiamo segnalato queste situazioni alla direzione, chiedendo di regolarizzarle. Si tratta di realtà inopportune in un’azienda che vuole rinnovarsi e svilupparsi. Noi, da tempo, chiediamo e facciamo pressione affinché questo sfruttamento termini.
Dico queste cose perché voglio farmi portavoce dello stato d’animo che i lavoratori stanno vivendo. Volevo dirle togliendomi la giacchetta del rappresentante sindacale, semplicemente come lavoratore che ha passato una vita all’Ages e che vuole che questa fabbrica continui ad esistere dando lavoro a tanti altri lavoratori.
Noi chiediamo che le istituzioni si prendano carico di questo problema e facciano pressione sulla Fiat per impedire la chiusura di quest’azienda. Di questo noi abbiamo bisogno: non abbiamo bisogno di altro.
Ben vengano assemblee come questa e ne vorremmo vedere tante, ma devono dare risultati, altrimenti lasciateci pure a casa nostra.
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Giovanni Pollone
Sindaco di Villastellone
Sono venuto per sentire ed avere l’informazione di prima mano sulla situazione di quest’azienda. Soprattutto sono qui a testimoniare la vicinanza dell’amministrazione comunale di Villastellone ai lavoratori. Noi vi garantiamo – e penso che lo faranno anche le amministrazioni di Santena e degli altri comuni che hanno dei loro cittadini coinvolti in questa vicenda – che saremo di stimolo soprattutto verso gli enti superiori, Provincia e Regione, affinché si tentino tutte le strade e si mettano in moto tutti gli strumenti perché questa azienda, che conosciamo e che è così importante per il nostro territorio, abbia una prospettiva più rosea di quella che ho sentito questa sera. Voglio fare l’invito a tutti i lavoratori di non lasciarsi prendere dalla rassegnazione: le istituzioni vi saranno vicine. Speriamo che con il coinvolgimento di tutti, dai comuni, alla Provincia, fino alla Regione, si possa uscire da questa situazione.
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Gianni Ghio
Sindaco di Santena
Un po’ di anni fa quando la Contitech ha cessato l’attività e l’Ages è stata rilevata dalla nuova proprietà ho avuto un incontro con la dirigenza. Devo dire che il piano industriale allora illustrato mi era parso assolutamente interessante. Oltre ad una serie di investimenti e disinvestimenti era previsto un incremento delle unità lavorative locali. Questo piano però non è stato correttamente realizzato. Diciamo che l’inizio del lavoro è stato ben pianificato poi nella successione dei tempi qualcosa è andato storto, tanto da arrivare alla situazione odierna. Non ho ancora l’impressione che questa sia una situazione di crisi ma è sicuramente da tenere sotto controllo: il malato non è proprio in coma ma è in una situazione di patologia grave.
Come sindaco ho degli impegni, dei doveri, ho delle attenzioni particolari che devo prestare ai miei cittadini perché questa è la mia funzione. La vita sociale di una città è la sommatoria della vita di tutti i cittadini. Se questi stanno bene la città sta bene altrimenti la città ha delle difficoltà. E’ fondamentale che i cittadini abbiano un lavoro garantito, una tranquillità economica e la possibilità di allevare i figli.
Quando c’è stata la manifestazione dei lavoratori sul piazzale esterno all’Ages mi sono preoccupato. Ho convocato le rappresentanze sindacali e la proprietà dell’Ages per capire la situazione. Le rappresentanze sindacali dell’Ages sono venute in Comune e abbiamo fatto una serena chiacchierata. La proprietà all’incontro non si è fatta vedere.
La cosa che più mi ha colpito è la mancanza di impegni da parte della proprietà negli investimenti, nei nuovi prodotti e nella qualità dei manufatti. Tutto questo non significa necessariamente che una fabbrica sia avviata verso una fase di chiusura. E’ però sicuramente una situazione di crisi che va affrontata. Credo che bisognerà agire sulla proprietà per capire dove vuole andare a parare.
Nel piano che mi era stato prospettato gli investimenti erano ben presenti. Non vi dico che faremo delle forzature, ma affermo che proverò a fare interventi per capire perché non si può realizzare il previsto piano industriale. E’ l’impegno che come sindaco posso prendermi a nome dell’amministrazione. Il futuro dell’Ages è un problema che coinvolge tutta la nostra città.
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Enrico de Paolo
Segreteria Filcem Cgil
Il piano di riorganizzazione aziendale concordato il 2 novembre 2005 che prevede la cassa integrazione straordinaria riguarda gli stabilimenti di Santena, Grugliasco e Asti. E’ evidente che tocca agli organi competenti controllare e vigilare se sono stati fatti gli interventi e gli investimenti previsti che giustificavano il ricorso alla cassa interazione. Il primo anno dell’accordo scade, tra pochi giorni.
In Regione avremo un incontro per fare la verifica per gli altri 12 mesi di cassa integrazione straordinaria. In quella sede l’azienda dovrà fornire risposte che attendiamo da mesi. Servono informazioni sul tipo di accordo con la Fiat che la proprietà dice essere nelle fasi conclusive. Un contratto con Fiat in grado di garantire un fatturato sicuro per i prossimi anni, secondo il management potrebbe consentire alla ditta di avere accesso a nuove linee di credito erogate da istituti bancari.
Sinora l’azienda non ha mai esplicitato il reale stato delle difficoltà economiche e finanziarie e la reale consistenza della situazione debitoria. A fronte di sollecitazioni sindacali sono arrivate solo ammissioni parziali.
In più occasioni abbiamo avuto la netta impressione che tra la proprietà e la dirigenza i messaggi che vengono dati siano diversi. Per questo vogliamo avere informazioni certe sullo stato reale della azienda.
Anche sul fatturato che dovrebbe arrivare dalla Fiat ci sono elementi di non chiarezza. Occorrerà capire se Ages è interessata alla produzioni di componenti dei nuovi modelli Fiat. In sede di trattativa siamo stupiti dalla mancata chiarezza dei dirigenti, ex uomini Fiat, che nonostante una ben nota proprietà di linguaggio sono restii a fornire informazioni precise. In tutti questi mesi abbiamo sempre dialogato con il management ma non siamo mai riusciti ad avere un confronto con la proprietà.
La legislazione italiana non permette al sindacato di poter entrare più in dettaglio sulla situazione economica e finanziaria aziendale e dobbiamo attenerci alle informazioni verbali che arrivano dalla controparte.
Per ora sappiamo che non sono previste commesse relative ai nuovi modelli Fiat. Percepiamo però che la Fiat è presente all’Ages. La Fiat, in questi mesi, è subentrata economicamente anche in altre aziende che fanno medesime produzioni a Settimo e nel bresciano. Si tratta di ditte direttamente concorrenti all’Ages. Ecco un altro motivo di preoccupazione. Rispetto al ruolo della Fiat va detto chiaro che noi non possiamo più permettere che continui a decidere il destino di migliaia e migliaia di lavoratori in questo modo.
Intanto il fatturato Ages si riduce. Per il 2006 le previsioni si aggiravano sui 90 milioni, in realtà si raggiungerà l’obiettivo dei 70 milioni di euro. Il trend produttivo porta a ritenere che il fatturato continuerà a diminuire anche nei prossimi mesi.
Se nei prossimi incontri queste informazioni continueranno ad esserci negate, decideremo con i lavoratori quali iniziative intraprendere. Non abbiamo nessuna intenzione di stare con le mani in mano ad aspettare la morte di questo stabilimento. Santena conta oggi 464 lavoratori, ad Asti lavorano altre 200 persone. Con lo stabilimento di Frosinone il gruppo conta 820 occupati. L’eventuale chiusura dello stabilimento di Santena pregiudicherà la vita di tutto il gruppo.
L’ultima Ages è nata dall’unione di due realtà la Contitech e la ZF di Villanova d’Asti. E qui vengo ad un problema più generale che riguarda il rapporto con le istituzioni. A fronte del fuggi fuggi delle multinazionali il sindacato non dispone di mezzi adeguati per affrontare la situazione. Le organizzazioni sindacali di categoria possono gestire i processi di ristrutturazione con gli strumenti dati dagli ammortizzatori sociali. Per questo sollecitiamo le aziende a chiedere la cassa integrazione, puntando al ricorso ai contratti di solidarietà e sulla ricollocazione in altre aziende dei lavoratori definiti esuberanti. In sostanza fungiamo da semplici notai. Come confederazione Cgil Cisl e Uil sono anni che abbiamo intrapreso iniziative per sollecitare il governo a dichiarare l’area torinese area deindustrializzata.
Nella sua storia l’Ages ha attraversato molte crisi utilizzando ingenti risorse statali. Il risultato è stato che alla fine la multinazionale Continental ha abbandonato l’Italia. Bisognerà riflettere sul tipo di intervento da mettere in atto per incentivare gli investimenti, anche per evitare che le multinazionali sfruttino al massimo le persone, godano di una serie di incentivi e poi vadano via, lasciando le aziende in situazioni critiche. Questo è quanto è avvenuto per la Contitech che ha mollato l’Ages al signor Di Sora. Anche per la ZF di Villanova d’Asti la storia è simile.
A fronte di queste ripetute situazioni occorre invitare le istituzioni, Comuni, Provincia e Regione, ad istituire un tavolo in cui si discuta come prevenirle. Le organizzazioni sindacali da sole non dispongono dei mezzi e degli strumenti capaci di contrastare il processo di deindustrializzazione che sta investendo l’area sud della provincia di Torino.
Alle istituzioni chiediamo di intraprendere tutte le iniziative per discutere e affrontare le crisi dell’Ages e delle altre ditte che hanno problemi in questa zona. Certo è vero che la crisi all’Ages è stata all’ordine del giorno in questi anni. Oggi i lavoratori sono più preoccupati del passato. Negli anni scorsi se un’azienda entrava in crisi c’erano buone possibilità di trovare occupazione in altre imprese. Oggi quasi tutte le aziende sono in crisi e sono poche quelle che continuano ad assumere. Se poi il lavoratore espulso dal ciclo produttivo ha superato i quarant’anni o i cinquanta la situazione è veramente critica.
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Gino Anchisi
Capogruppo Centrosinistra in consiglio comunale
L’Ages per Santena, negli anni Sessanta, ha rappresentato il simbolo della trasformazione della società. Tecnica, innovazione, lavoro, produzione, progresso, sviluppo, ritmi di vita e di lavoro, sindacato, partiti, incardinavano la città nel sistema Fiat e nel sistema torinese, cambiandone la fisionomia e l’essenza.
La fabbrica sviluppava l’economia, imponeva nuovi servizi, esigeva mano d’opera, domandava tecnologia e richiedeva indotto.
Dopo gli anni Ottanta la crisi Fiat ha determinato cambi societari e di proprietà, ridimensionamento degli organici, riorganizzazione del ciclo produttivo e cambio dei prodotti. Se oggi l’Ages dovesse ancora ridimensionarsi o chiudere lo stabilimento, Santena sarebbe più povera economicamente, socialmente e culturalmente.
Perdendo una funzione nel sistema produttivo nel settore autoveicolistico, tutta l’area Sud della Provincia di Torino risulterà mutilata di un’attività che ha caratterizzato il suo modello di sviluppo. Per questo motivo la situazione denunciata dai lavoratori non deve essere sottovalutata. Le istituzioni locali, le categorie imprenditoriali, i cittadini devono prestare la massima attenzione nei confronti di una crisi aziendale di vaste implicazioni.
Le relazioni che abbiamo ascoltato indicano l’alto livello qualitativo dei lavoratori di quest’azienda, la loro capacità di analisi e di conoscenza tecnica, il grado di consapevolezza e di responsabilità, l’orgoglio di chi è cosciente della sua capacità di lavorare, la rabbia di chi vuole continuare a produrre.
Da esse sono emerse le preoccupazioni per la perdita di competitività e di qualità dei prodotti e del processo produttivo, per le difficoltà finanziarie e manageriali, per l’incertezza delle relazioni con la Fiat.
I Comuni, con la Provincia e la Regione, devono concentrare l’attenzione su questo rilevante centro di lavoro e di produzione ed intervenire secondo le rispettive competenze. Competenze che riguardano le concessioni per l’uso del territorio, le autorizzazioni, i controlli, i finanziamenti di investimenti e la formazione professionale, i centri per l’impiego, la sigla di accordi per la cassa integrazione. L’intervento delle istituzioni serve inoltre a sostanziare i rapporti tra azienda, lavoratori, organizzazioni sindacali e sistema industriale piemontese.
La realizzazione di questo incontro è frutto dei continui contatti con i lavoratori. E’ merito del centrosinistra la costante attenzione al lavoro. Abbiamo ascoltato analisi e valutazioni e sentito proposte credibili che ci impegnamo a sostenere. Questa sera abbiamo fatto il punto su ciò che stanno facendo i lavoratori, i sindacati e le istituzioni. Spiace che l’azienda non sia intervenuta.
Noi ci impegnamo a tenere desta l’attenzione, facendo circolare le informazioni e convocando altri incontri. Ringrazio a nome del Centrosinistra e dei rappresentanti dei partiti, Margherita, Sdi, Italia dei valori, Udeur, Repubblicani europei, Rifondazione comunista, Democratici di sinistra, tutti coloro che hanno seguito i lavori di questo importante e significativo incontro.
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APPENDICE
COMUNICATO STAMPA SULLA SITUAZIONE AGES
Questo è il comunicato stampa unitario, preparato da Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil dopo l’incontro avvenuto in Regione il giorno giovedì 15 febbraio 2007.
Questa mattina, presso la Regione Piemonte, alla presenza di rappresentanti degli assessorati al Lavoro, della Regione e della Provincia, si sono incontrati l’azienda Ages e le organizzazioni sindacali di categoria, unitamente alle Rappresentanze sindacali unitarie. In tale incontro la Direzione, ha comunicato che a fronte di un piano industriale, certificato da società specializzate e presentato alla Fiat Gruppo, è stato firmato un accordo sulla continuità dei rapporti commerciali, tra Ages e Fiat stessa. Questo accordo permetterà di avere un futuro produttivo, di avere crediti anche dalle banche, fare investimenti e sanare la parte debitoria. Il risanamento finanziario e qualitativo, permetterà all’Ages, di partecipare alle assegnazioni di produzioni future.
In merito alla situazione occupazionale, la Direzione ha reso noto i dati dell’utilizzo della Cigs, Cassa integrazione guadagni straordinaria: nel periodo dal 1° novembre 2005 al 31 ottobre 2006 la media negli stabilimenti di Santena-Asti-Grugliasco è stata di 40 addetti. Dopo la punta massima di settembre 2006, mese in cui sono stati in cassa 110 addetti, da dicembre 2006 il numero di cassintegrati è sceso agli attuali 62. Dall’inizio della riorganizzazione e dell’utilizzo della Cigs, il numero di addetti è sceso di 76 unità. Nel frattempo nel mese di dicembre 2006, è stato completato il piano di trasferimento da Grugliasco a Santena, delle produzioni e dei relativi addetti. Attualmente ad Asti e Santena, sono occupati 594 addetti, altri 131 sono gli addetti dello stabilimento di Frosinone. Per il prosieguo dell’attività produttiva, la Direzione considera fondamentale, l’accordo raggiunto con la Fiat. Le organizzazioni sindacali ritengono che per i prossimi anni non basterà questo accordo, e che la Direzione dovrà impegnarsi affinché non si ripeta la situazione di difficoltà attualmente attraversata. A novembre 2007 termineranno i due anni di Cigs, come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto alla Direzione Aziendale che nei prossimi mesi ci presenti un piano industriale finalizzato non solo al completamento della riorganizzazione stessa, ma un piano finalizzato al consolidamento ed allo sviluppo nei prossimi anni.
Torino, 15 febbraio 2007
Filcem-Cgil Femca-Cisl Uilcem-Uil
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Questo quaderno, a cura di Filippo Tesio, riporta una sintesi degli interventi più significativi della serata. I testi non sono stati rivisti dagli intervenuti.