SANTENA – 8 dicembre 2008 – La mobilitazione dell’Ages torna a passare nella televisione pubblica. Questa sera, nel telegiornale regionale di prima serata è stato mandato in onda un servizio sullo situazione del gruppo Ages.
Dallo studio di via Verdi, di Torino, il giornalista ha annunciato il servizio che è andato in onda dopo una notizia relativa ai regali di Natale che la gente sta acquistando con parsimonia. Ecco cosa ha detto l’annunciatore: “L’altra faccia del Natale, Secondo i sindacati il numero dei cassaintegrati piemontesi a novembre è triplicato, sfiorando le 45 mila unità. Ci sono però casi in cui la cassa si trascina da anni, come all’Ages di Santena e Asti, dove per 550 lavoratori la situazione è drammatica”.
A questo punto è partito il servizio: “Prima il presidio ai cancelli degli stabilimenti a Santena, poi la protesta ad Asti, sotto casa del proprietario, Egidio di Sora, proprietà per ora congelata dal commissario nominato dal Tribunale astigiano che venerdì ha incontrato i sindacati. Brutte notizie. Il debito aziendale non sarebbe di 30 milioni ma di 77 milioni già accertati. Inoltre non ci sarebbe traccia dei versamenti effettuati dalla Fiat il 25 novembre scorso, proprio per permettere il pagamento degli stipendi all’azienda del suo indotto”.
A seguire una battuta di Salvatore Scalia, Femca Cisl: “Il commissario straordinario, nell’incontro che abbiamo avuto all’Unione industriale, venerdì scorso, tra l’altro ci ha detto che non c’è neanche traccia di questi soldi”.
Il servizio continua così: “Il commissario, che non può corrispondere lo stipendio per il mese di novembre e la tredicesima, ha avviato le pratiche per richiedere a cassa straordinaria, quarto anno, quando – a quanto pare – manca ancora l’autorizzazione ministeriale al terzo ano, appena concluso”.
A seguire un altro intervento di Salvatore Scalia: “Probabilmente anche il Ministero, anche l’Inps, quando ha mandato i commissari per vedere se il piano industriale era mantenuto, probabilmente ha visto qualcosa che non andava e, di fatto, non ha ancora dato parere positivo per coprire il terzo anno di cassa integrazione”.
Il servizio è continuato con il commento del cronista: “Per 440 lavoratori del torinese la speranza sta nell’anticipo di cassa che il Comune di Torino concede in convenzione con 203 Comuni, ma per i 150 lavoratori di Asti?” Il servizio è chiuso dal terzo intervento di Scalia: “ Stiamo lavorando con i nostri colleghi di Asti, facendogli vedere anche il tipo di convenzione che abbiamo noi per cercare di inventarsi qualcosa di questo tipo con le istituzioni o con le banche, per trovare il modo che qualcuno anticipi la cassa”.