Una pausa per lo spirito – riflessioni dal 9 al 15 febbraio 2009

Spunti per la riflessione per i giorni dal 9 al 15 febbraio 2009.



09 febbraio 2009

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genesaret. Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci gli ammalati, dovunque udivano che si trovasse. E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.
Mc 6,53-56

“Per molti una sola prova di Dio è convincente: la prova dell’amore del prossimo”.
Friedrich Heer

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10 febbraio 2009

Riempiamo il nostro cuore di compassione

Siamo qui insieme a pregare per la pace: dobbiamo dunque essere davvero uniti gli uni agli altri…

Dobbiamo essere consapevoli della fonte dell’essere comune a tutti noi e a tutte le cose viventi.

Evocando la presenza della Grande Compassione, dobbiamo riempirci il cuore della nostra compassione per noi stessi e per tutti gli esseri viventi.

Preghiamo perché tutti gli esseri viventi si rendano conto che sono tutti fratelli e sorelle che si nutrono tutti alla stessa fonte di vita.

Preghiamo perché noi stessi cessiamo di essere causa di sofferenza gli uni per gli altri.

Decidiamoci a vivere in modo da non privare altri esseri viventi di aria, acqua, cibo, rifugio o della possibilità di vivere.

Con umiltà, consapevoli dell’esistenza della vita e delle sofferenze che ci circondano, preghiamo perché la pace regni nel nostro cuore e nel mondo intero.

Amen.
Thich Nhat Hanh

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11 febbraio 2009

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo”.
Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: “Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?”. Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
Quindi soggiunse: “Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornificazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo”.
Mc 7,14-23

“Quando si ama sembra di avere un’anima completamente diversa da quella che si ha quando non si ama”.
Blaise Pascal

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12 febbraio 2009

Il Signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.

Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.

Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.

Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.

Allora l’uomo disse:
“Questa volta essa è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall’uomo è stata tolta”.
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.

Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.
Gen 2,18-25

Il racconto della Bibbia vuol insistere sulla fondamentale uguaglianza e la profonda unità dell’uomo e della donna. Dio interviene per dare all’uomo l’aiuto di cui ha bisogno: “Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto”. Un modo immaginoso di dire la profonda unità esistente tra l’uomo e la donna. Ed è questa unità che l’uomo riconosce esclamando: “Essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna (in ebraico: “ishsha”) perché dall’uomo (”ish”) è stata tolta”.
C’è, tra l’uomo e la donna, un rapporto che rimane rapporto di diversità, di complementarietà necessaria per farci crescere nell’amore; sappiamo bene infatti che questa diversità è un mezzo che Dio ha impiegato per obbligarci a progredire nell’amore, a uscire da noi stessi per accettare l’altro.
Amare qualcuno che è identico a sé è ancora un certo modo di rimanere bloccati in se stessi, cercare l’immagine di se stessi in un altro, un po’ come Narciso che cerca la propria immagine nell’acqua e vi annega, mentre accettare qualcuno diverso da sé è uscire da sé, è fare qualche passo nell’amore, che è sempre un uscire da sé.

Liberamente tratto da La chiesa.it

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13 febbraio 2009

In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, Gesù passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà” cioè: “Apriti!”.
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.
Mc 7,31-37

Ha fatto bene ogni cosa
Chiunque incontra Cristo con fede diventa nuova creatura, ed illuminato e salvato, non può fare altro che narrare quanto per lui il Signore ha fatto. È il caso del sordomuto del vangelo, e dovrebbe essere il caso di ognuno di noi battezzati e toccati nel battesimo alle orecchie e alle labbra. Ma noi lo abbiamo dimenticato o lo dimentichiamo spesso. Esortiamoci a riconoscere le cose che il Signore opera in noi e diventiamone annunciatori.
Da La chiesa.it

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14 febbraio 2009

In quel tempo, apparendo agli Undici, Gesù disse loro:
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.
Mc 16,15-20

Abbiamo il potere di essere in paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve.
Madre Teresa di Calcutta

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15 febbraio2009

Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
1Cor 10,31-11,1

S.Agostino, con moltissimi altri autori spirituali, “scava” in questo nobilissimo senso del nostro “essere” e “operare”. Dice tra l’altro: “Non cantare soltanto con la lingua il tuo Salterio ma con tutte le tue buone opere. Lo sai dunque che è bello dar lode a Dio quando attendi alle tue faccende, quando mangi o bevi, quando riposi e perfino quando dormi? Sì, tu puoi glorificare sempre il tuo Signore”.