Santena, la Laria nega di avere prospettato la chiusura dello stabilimento

SANTENA – 08 maggio 2009 – Oggi all’Unione industriale di Torino si è svolto un incontro, tra la società Laria, le Rsu e la Fillea Cgil, sul futuro dello stabilimento santenese che produce klinker. Davanti all’Unione industriale c’erano praticamente tutti i trenta occupati dello stabilimento di via vecchia Chieri. A sorpresa, durante il confronto, la Laria ha detto che gli assessori del sindaco Nicotra avrebbero male interpretato le dichiarazioni rese da dirigenti e proprietà. La Laria non avrebbe mai parlato di chiusura a breve. Dopo alcune ore il confronto si è chiuso con la sottoscrizione di un verbale dove la proprietà si è impegnata a rispettare il piano industriale relativo agli accordi sottoscritti  presso la Regione Piemonte il 2 luglio 2008.

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Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil Torino, intervistato poco dopo le ore 17, riferisce così sull’incontro da poco terminato all’Unione industriale: «Abbiamo preteso spiegazioni rispetto alle cose dette dalla proprietà agli amministratori e cioè che, a breve, si andrebbe verso una chiusura e che – addirittura – questo sarebbe stato concordato con il sindacato.  A sorpresa la Laria ha negato tutto e ha sostenuto che gli amministratori della Giunta Nicotra avrebbero equivocato. La Laria ha negato di avere parlato di chiusura a breve per lo stabilimento di Santena».

Dario Boni continua: «Dall’incontro sono arrivate informazioni in merito alla cosiddetta operazione tunisina: per la prima volta la Laria ha riconociuto di avere già impegnato 1,5 milioni di euro e di essere in procinto di investire un altro milione di euro. Noi abbiamo duramente contestato questa operazione di delocalizzazione produttiva affermando non può rientrare nel piano di crisi aziendale.  La Laria ha affermato che i fondi utilizzati per questa operazione di partenariato sono risorse proprie degli azionisti e non denaro arrivato dagli istituti di credito a seguito dell’accordo. Ci è stato riferito che le risorse concesse dagli istituti di credito sono state impiegate per pagare i fornitori e per realizzare alcuni investimenti nello stabilimento di Castello di Annone. La Laria ci ha comunicato che, sempre dagli istituti di credito, deve ancora arrivare un milione di euro».

Dario Boni prosegue: «Noi siamo stati chiari e abbiamo detto che non intendiamo discutere né tantomeno accettare ipotesi di delocalizzazione delle produzioni rispetto ai due siti produttivi. Per noi vale quanto riportato nel piano di crisi. Per il sindacato in questi mesi occorre lavorare per continuare a tenere in vita i due stabilimenti e vanno tutelati gli attuali livelli occupazionali dei due siti produttivi. L’incontro è terminato con la stesura e la sottoscrizione di un verbale di accordo. La Laria ha ribadito che intende rispettare il piano di crisi e quindi non può essere presa in considerazione l’ipotesi di chiusura».