SANTENA – 01 giugno 2009 – Proposte di riflessione per i giorni dal 1° al 7 giugno 2009.
La Pentecoste
L’unità nella diversità
(…) Raduno dei figli di Dio dispersi, anti-Babele, la festa di Pentecoste è l’inizio degli ultimi tempi, i tempi della chiesa. A Babele era avvenuta la confusione delle lingue e il tentativo di collegare stabilmente terra e cielo con la costruzione di una torre che saliva al cielo, ma a Pentecoste avviene il miracolo delle lingue udite e comprese da tutti, ed è lo Spirito che scende a mettere in comunicazione e comunione Dio e gli uomini. E’ il miracolo della ritrovata comprensione in un’unica parola! Sì, le lingue degli uomini restano diverse, e questa pluralità di lingue, di culture, di storia non è annullata: lo Spirito santo, infatti, crea un’articolata unità, un’unità plurale, come molti doni e molte membra vengono composte nell’unico corpo del Signore che è la chiesa. La diversità deve sussistere senza annullare l’unità e l’unità deve affermarsi senza sopprimere la molteplicità.
Il miracolo delle lingue suscitato dallo Spirito indica alla chiesa il compito di conciliare l’unità della Parola di Dio con la molteplicità dei modi in cui essa deve essere vissuta e annunciata nell’unica comunità dei credenti e in mezzo a tutte le genti: è così che la chiesa non deve imporre un proprio linguaggio, ma deve entrare nei linguaggi degli uomini per annunciare le meraviglie di Dio secondo le loro diverse forme e modalità di comprensione.
Lo Spirito effuso a Pentecoste impegna ancora oggi la chiesa a creare vie e inventare modi per fare dell’alterità non un motivo di conflitto e di inimicizia, ma di comunione. Così la chiesa, ogni comunità cristiana , potrà essere segno del Regno universale che verrà e a cui è chiamata l’umanità intera attraverso, e non nonostante, le differenze che la attraversano. Tutto questo acuisce la sensibilità e l’attenzione che i cristiani devono avere per l’ecumenismo e il dialogo con le altre religioni. La coscienza delle radici ebraiche della fede cristiana, dell’ebraicità perenne di Gesù, di Israele come popolo dell’alleanza mai revocata e, al tempo stesso la coscienza della destinazione universale della salvezza cristiana, della molteplicità delle genti e delle culture in cui è chiamato a inseminarsi l’evangelo, dovrebbero far parte del corredo di ogni cristiano maturo. Così come dovrebbe farvi parte la consapevolezza che l’ecumenismo è elemento costitutivo della fede del battezzato, chiamato, in quanto seguace di Gesù Cristo, a pregare e operare per rimuovere lo scandalo della divisione tra i cristiani.
ENZO BIANCHI – Dare senso al tempo – Le feste cristiane
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Lunedì 01 giugno 2009
In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.
Mc 11,23.24
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Martedì 02 giugno 2009
Il cemento della comunità
Un giovane si recò un giorno da un padre del deserto e lo interrogò: “Padre. come si costruisce una comunità?”
Il padre rispose “E’ come costruire una casa, puoi utilizzare pietre di tutti i generi; quel che conta è il cemento, che tiene insieme le pietre.”
Il giovane riprese: “Ma qual è il cemento della comunità?”
L’eremita gli sorrise, si chinò a raccogliere una manciata di sabbia e soggiunse: “Il cemento è fatto di sabbia e calce che sono materiali così fragili! Basta un colpo di vento e volano via. Allo stesso modo, nella comunità. Quello che ci unisce, il nostro cemento, è fatto di quello che c’è in noi di più fragile e più povero. Possiamo essere uniti perché dipendiamo gli uni dagli altri.”
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Mercoledì 03 giugno 2009
Fammi conoscere le tue vie
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.
Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
Ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.
Salmo 24
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Giovedì 4 giugno 2009
In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”. Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”.
Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Mc 12,28-34
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Venerdì 5 giugno 2009
«Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua», dice il Signore.
Mt 16,24
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Sabato 06 giugno 2009
In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave”.
E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.
Mc 12,38-44