SANTENA – 10 giugno 2009 – Notizie amare in arrivo per i lavoratori della Laria, gruppo che produce klinker che conta in Italia due stabilimenti, uno a Santena e l’altro a Castello D’Annone. Il 9 giugno scorso, all’Unione industriale di Asti, si è svolto un incontro che ha visto il sindacato – la Fillea Cgil – chiedere informazioni sul rispetto del piano di crisi che riguarda i due siti. A sorpresa la proprietà ha annunciato l’apertura di un nuovo stabilimento in Tunisia, in partnership con Carthago Ceramic, filiale di Poulina Group. Le domande del sindacato rispetto alla prospettive future di Santena e Castello D’Annone sono però rimaste senza risposta. Di seguito un’intervista a Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil di Torino, che spiega: «Senza un serio piano industriale con adeguate risorse è a rischio anche il futuro dello stabilimento astigiano. Un nuovo incontro è previsto per il 25 giugno: senza risposte chiare dalla Laria ci riterremo liberi di adire le vie legali per tutelare i lavoratori. Sinora, secondo noi, non si sono rispettati gli accordi siglati in Regione e Provincia. Se il 25 giugno la Laria non ci convincerà del tutto andremo in Regione per impugnare l’accordo».
Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil Torino, riferisce sui risultati dell’incontro svolto il 9 giugno scorso all’Unione industriale di Asti: «La riunione doveva servire per tracciare il punto sulla situazione dei due stabilimenti Laria, di Santena e Castello d’Annone, e per verificare se la proprietà ha l’intenzione di rispettare quanto sottoscritto nel piano di crisi. Durante la riunione la Laria non è stata in grado di darci risposte chiare. Inoltre, la proprietà ci ha riferito informazioni tutt’altro che piacevoli. La Laria nell’incontro ha infatti confermato l’operazione di delocalizzazione in Tunisia e ci ha riferito di una imminente apertura di un nuovo stabilimento. Ne deriva che l’operazione di partenariato con la Carthago – contrariamente a quanto riferito in precedenza dalla stessa Laria – non è relativa alla sola commercializzazione del marchio, ma l’intenzione è quella di aprire un nuovo stabilimento. Ci è stato detto che, sinora, la Laria avrebbe già investito un milione e 700mila euro; secondo noi questa cifra non è del tutto veritiera e in realtà l’investimento – già oggi – secondo noi è stato ben più alto. Noi riteniamo plausibile che nell’operazione la Laria abbia già versato almeno 2,5 milioni di euro».
Il sindacalista della Cgil aggiunge: «Dunque una prima notizia arrivata durante l riunione è che la Laria è uscita allo scoperto rispetto all’operazione condotta in Tunisia con Carthago Ceramic. Ci è stato detto a chiare lettere che nei prossimi mesi verrà aperto in Tunisia un nuovo stabilimento che permetterà alla Laria di produrre materiali altamenti competitivi, tipo il gres porcellanato».
Il sindacalista della Fillea Cgil, continua: «L’apertura di un nuovo stabilimento in nessun modo potrà essere fatta rientrare nel piano di crisi in corso di attuazione. Questa apertura è stata prospettata dalla Laria in tempi brevi, da uno a tre mesi. Il piano di crisi in vigore non prevedeva alcuna rilocalizzazione. Per quanto riguarda il futuro di Santena – a fronte di una precisa domanda – ci è stato prospettato un accorpamento dei due stabilimenti, naturalmente con il sito santenese destinato alla chiusura».
Dario Boni precisa: «Inoltre, alla luce del fatto che gli amministratori comunali santenesi si sono detti contrari al cambio di destinazione di utilizzo dell’area da industriale in commerciale, la Laria ha corretto il tiro sulla destinazione futura dei terreni dove sorge lo stabilimento in borgata Ponticelli. La proprietà ci ha anticipato che ora ha intenzione di vendere l’intero stabilimento». «A fronte di queste notizie e considerate le intenzioni della proprietà – spiega Dario Boni, la Fillea ha chiesto di conoscere quale futuro verrà riservato i lavoratori santenesi a fronte del previsto accorpamento a Castello D’Annnone. La Laria non ha fornito risposte in merito».
«La riunione è continuata con la Fillea Cgil – aggiunge Dario Boni – che ha rimarcato la debolezza di un piano industriale che prevede di aprire all’estero nuovi stabilimenti e accorpare le due unità produttive in Italia. Tra l’altro a Castello D’Annone si deve ancora completare il piano degli esuberi. Noi diciamo che per garantire un futuro ai lavoratori della Laria occorre un serio piano industriale. Oltre all’accorpamento dei due stabilimenti serve un forte investimento sul sito astigiano: noi pensiamo alla costruzione di un forno che produca lo stesso materiale che si produrrà in Tunisia e quindi il gres porcellanato. Solo così, oltre a trasferire i lavoratori attualmente impegnati a Santena, si potrà assicurare continuità occupazionale. Senza nuovi investimenti noi siamo preoccupati per il futuro della Laria. Se lo stabilimento di Asti continuerà a produrre un prodotto non concorrenziale anche questo secondo sito è destinato a chiudere. Solo un nuovo forno può scongiurare questa ipotesi che noi consideriamo devastante».
Dario Boni prosegue: «Il tavolo è terminato con la proprietà che ci ha chiesto un nuovo incontro per poter fornire risposte alle nostre domande. Noi abbiamo spiegato che, a breve, abbiamo bisogno di risposte chiare. Per noi appare evidente che la Laria non ha rispettato gli accordi previsti nel piano. Un nuovo incontro è ora fissato per il giorno 25 giugno. Per quell’occasione vorremo vederci presentare un piano industriale credibile. Per noi occorre andare verso una ristrutturazione, con il ricorso ad ammortizzatori sociali. Serviranno anche nuovi investimenti per riassorbire la manodopera oggi esistente nel sito santenese ma, soprattutto, per dare un futuro anche allo stabilimento di Castello D’Annone. Noi siamo stati molto chiari: se il 25 giugno non ci sarà illustrato un piano credibile, accompagnato da sufficienti risorse per attuarlo, noi ci comporteremo di conseguenza. Non è possibile che si prosegua con una delocalizzazione fatta sulla testa dei lavoratori e attuata con risorse pubbliche, destinate al piano di crisi. Per difendere i lavoratori chiederemo anche l’aiuto degli enti locali. Senza risposte chiare da parte della Laria ci riterremo liberi di adire vie legali. Per noi la situazione è chiara: sinora non si sono rispettati gli accordi siglati negli uffici della Regione e della Provincia. Se il 25 giugno la Laria non ci convincerà del tutto impugneremo l’accordo».
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Sin qui la notizia dell’incontro.
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Dopo avere scritto l’articolo abbiamo fatto un breve giro sulle agenzie di stampa del Mediterraneo. Occorre ricordare che Poulina Group ha stretto più accordi, con diversi partner, tra cui la Laria. Sulla rete troviamo la notizia dell’apertura a inizio di giugno di una nuova fabbrica, di gres porcellanato, da parte della Carthago Ceramic, filiale di Poulina Group, nella municipalità di Agareb, a pochi chilometri da Sfax, nel sud della Tunisia. L’apertura di un secondo stabilimento è prevista a breve, sempre nella stessa località.
La prima fonte trovata è del 5 giugno 2009 scorso, è in lingua francese, la riportiamo qui di seguito.
Tunisie – Poulina Group Holding:
Carthago Ceramic consolide son leadership
Carthago Ceramic, filiale de Poulina Group Holding, spécialisée dans la céramique, a inauguré, vendredi 5 juin 2009, une nouvelle usine de fabrication de grès technique à Sfax, sous la marque «Carthago Porcellanato», grâce à laquelle l’entreprise, dirigée par M. Taieb Ktari -qui produit des carreaux de céramique pour revêtement mural et pavement du sol- va élargir la gamme de ses produits.
D’une capacité de 2 millions m2 par an, la nouvelle unité, qui emploie 120 personnes dont 42 cadres, doit assurer l’approvisionnement du marché local avec un produit haut de gamme et adapté à toutes les surfaces et augmenter le volume des exportations vers l’Europe –notamment France, Allemagne et Europe du Nord.
La nouvelle usine dont la capacité de production sera augmentée en 2010 est dotée d’une unité de cogénération de 3,5 Megawatts.
MM
© webmanagercenter.com – 05 Juin 2009 16:36:00
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La stessa notizia è riportata in un lancio del 6 giugno 2009, diramato da AnsaMed, agenzia sul Mediterraneo, con questo titolo: “Industria, Tunisia, nuovo stabilimento ceramica a Sfax”.
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Di seguito si propone il lancio riportato da www.denaro.it datato 10 giugno 2009.
Mediterraneo
Tunisia – Mattonelle, stabilimento a Sfax
Uno stabilimento per la produzione di mattonelle in ceramica per rivestimenti murali e di pavimenti è stato inaugurato nella municipalità di Agareb, a una ventina di chilometri da Sfax (sud Tunisia).
Lo stabilimento, secondo del genere nella zona, fa parte di Carthago Ceramic, filiale di Poulina Group Holding.
Ha richiesto un investimento di 38 milioni di dinari (circa 19,5 milioni di euro) e la sua produzione annua è stata stimata in due milioni di metri quadrati di materiale.
Entro il prossimo anno, hanno detto i dirigenti di Carthago Ceramic, nella stessa località dovrebbe sorgere un altro stabilimento e ciò per far fronte ad una domanda di mercato in costante aumento nel settore dei materiali per l’edilizia che in Tunisia è un settore trainante dell’economia.
Notizia del 10-06-2009 num. 111
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filippo.tesio@tin.it