Santena, mozione Masseria, la prosecuzione del dibattito con gli interventi di Martini, Siciliano e Ansaldi

SANTENA – 24 giugno 2009 – La prosecuzione del dibattito sulla mozione relativa alla destinazione dei terreni della Masseria nel consiglio comunale del 23 giugno 2009. Di seguito gli interventi dei consiglieri Ilario Martini, Cetty Siciliano e un nuovo intervento di Roberto Ansaldi.

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ilario-martini-24giu09Il consigliere Ilario Martini ha affermato: «Io volevo solo fare questa considerazione: anni fa, in consiglio comunale, ebbi modo di dire che speravo fosse l’ultima volta che accadesse quel che allora era successo per la ditta Prodit. E, invece, oggi ci risiamo: è la stessa cosa di parecchi anni fa. Se vi ricordate è già successo che qualcuno a Santena compri del terreno agricolo e dopo di che ci presenta un progetto per costruire. Per la Prodit tutto l’iter ha richiesto sette anni.  E, alla fine, sul terreno agricolo si è rilocalizzata la Prodit. Mi chiedo se non sia più logico procedere in modo diverso: acquistare terreni edificabili e poi chiedere il permesso di costruire.  Anche qui, nella vicenda che stiamo discutendo mi sembra che si stia procedendo al contrario. Una società ha già comprato il terreno agricolo e ora ci attendiamo che parta tutta la trafila. Anche in questo caso, ci vorranno cinque o dieci anni, ma – alla fine – si farà quel che ha stabilito la società che ha comprato i terreni. Tutto questo l’abbiamo già vissuto qualche anno fa. Abbiamo organizzato tante riunioni, ne abbiamo fatte di tutti i colori – e  molti di noi eravamo già in consiglio comunale – c’è voluto tanto tempo, ma alla fine l’ha spuntata la Prodit. Ricordo bene anche le discussioni che avevo avuto con i responsabili del comune. Già allora sostenevo che era una procedura anomala e fuori dalle regole: non si può accettare che uno venga qui e compri del terreno agricolo e poi noi dobbiamo cambiare l’uso del terreno per poter consentire a chi ha comprato di edificare: per me è una cosa fuori dal mondo. Oggi ci risiamo e mi sa che ricapiterà così e si rifarà la stessa cosa: tutto ciò penso sia assurdo».

cetty-siciliano-24giu09Il dibattito è proseguito con l’intervento di Cetty Siciliano, consigliera dell’Unione centrosinistra: «Volevo dire tante cose che sono state già dette. Noi sicuramente pensiamo che la realizzazione di questo quartiere, costruito al di là della circonvallazione significherebbe trasformare la circonvallazione in una strada comunale e quindi si potrà andare poi con la necessità di costruire una nuova circonvallazione e quindi stravolgendo completamente l’attuale nostra città. Probabilmente le conseguenze sarebbero molto più devastanti e pericolose di quello che noi possiamo immaginare. Proprio qualche settimana fa è andata in onda una trasmissione che parla un po’ di questo meccanismo che ha trasformato tante zone d’Italia in una enorme periferia. Si continua a costruire fino a che un paese si ricongiunge a un altro; e su queste strade a scorrimento veloce ci sono case, fabbriche, centri commerciali e poi di nuovo case. Il risultato è la nascita di questi quartieri degradati e anonimi».
Cetty Siciliano ha aggiunto: «Noi, in realtà, a Santena abbiamo bisogno di rivalutare la città, invece di nuovo cemento sarebbe meglio riappropriarci di tutto il patrimonio edilizio: ci sono ancora molte case da ristrutturare. Riteniamo molto importante lasciare i terreni della Masseria a destinazione agricola. Santena non ha un  territorio vasto come quello di Poirino, al contrario è molto ridotto. Come amministratori non dobbiamo dare un brutto esempio ai Comuni limitrofi inducendoli a fare altrettanto. Dobbiamo pensare a nuove strutture per i bambini e per i ragazzi di Santena, per i futuri cittadini. Lo sappiamo tutti che la nostra città offre poche strutture ai giovani: per questo, secondo noi, non c’è bisogno di nuove case, ma di nuove servizi. Da ultimo ricordo che l’arrivo di nuova popolazione metterebbe in crisi anche i servizi scolastici che già oggi sono al limite».

04giu09-robertoansaldi2Il dibattito è continuato con un nuovo intervento del consigliere Roberto Ansaldi che ha svolto alcune considerazioni dal punto di vista urbanistico ed edilizio: «Mi rendo anche conto che le strutture cui accennava prima la consigliera Siciliano si fanno solo se si  incassano gli oneri di urbanizzazione – ha spiegato Ansaldi –. E’ inutile che siamo qui a fare dei discorsi che sono al di fuori del contesto: chi – come me – ha gestito un bilancio di un Comune sa benissimo che quando si tirano giù i conti se non hai le risorse diventa difficile realizzare le strutture. Ma parliamo di questo fabbisogno: non voglio certo dire che bisogna solo fare strutture senza fare delle case; anche se in questo momento la necessità, sul nostro tessuto, non è certo quella di avere ulteriori abitazioni. Mettiamo che vogliamo dover costruire perche servono gli oneri di urbanizzazione. Voglio fare un passo indietro. Santena negli anni Sessanta e Settanta è stata rovinata da una edificazione che è cresciuta male a causa di una logica che si può chiamare di soddisfazione di un bisogno del soggetto attuatore. Molti di voi non erano ancora consiglieri, neanche io. Chi c’era mi ha raccontato e poi ci sono gli atti. Quando qualcuno faceva una richiesta più o meno ufficiale il Comune acconsentiva a soddisfare i fabbisogni di chi aveva fatto la proposta. Il tutto – quasi sempre – senza una logica di studio, senza una pianificazione, in assenza di un disegno complessivo della città: il risultato è sotto gli occhi di tutti. E purtroppo gli effetti li vediamo ancora adesso, basta fermarsi in piazza o in tante altre parti di questa città. Poi, per fortuna, alla  fine degli anni Settanta e all’inizio degli Ottanta, si cominciò a cambiare logica, si passò dal concetto di un piano di fabbricazione che soddisfa i fabbisogni di qualcuno a un concetto di studio complessivo della città. Si fece un primo piano regolatore e – per questa cosa – caddero un paio di sindaci. Comunque brutture enormi per nostra fortuna non ne sono state più fatte. Fa eccezione la ditta Prodit, come ricordava prima il collega Ilario Martini, ma lì è stata seguita una logica particolare, con l’intervento della Conferenza dei servizi».

Ansaldi ha aggiunto: «Partiamo da un presupposto; al di là della circonvallazione il piano regolatore non prevede di edificare a civile abitazione. Quindi se casomai si dovesse accogliere questa richiesta che, ribadisco, prima o poi arriverà, vuol dire che stravolgiamo le logiche di trent’anni di strumenti urbanistici approvati e esecutivi. Strumenti urbanistici che sono sempre partiti da un presupposto fondamentale: al di qua della circonvallazione si può costruire, mentre l’area al di là della circonvallazione semmai è destinata a impianti produttivi. Per l’area della Masseria si parla di 200mila metri quadrati: ad una cubatura normale di 0,5 per cento sono 100mila metri quadrati, l’equivalente del Piano regolatore vigente e – tanto per rendere l’idea – sono circa dieci condomini Primavera della Trinità. Andate a vedere e vi renderete conto di cosa potrà significare l’operazione che si tenta alla Masseria. Se contiamo che sono 200 metri cubi per ogni unità abitativa, in media  70 metri, per tre persone, in tutto sono 500 abitazioni. In totale questo progetto potrebbe portare a un aumento di 1.500 persone. Ora io mi chiedo: Santena ha bisogno di costruire case per 1500 persone? L’abbiamo già detto prima, secondo me no, ma se proprio volessimo realizzare nuova cubatura perché abbiamo bisogno di oneri di urbanizzazione, io – come amministratore comunale – dico che sarebbe meglio seguire la logica seguita finora: facciamoli costruire all’interno del tessuto urbano esistente. Andiamo a completare e ricucire le aree di tessuto urbano che ancora sono disponibili all’interno dell’abitato. Anche perché – parliamoci chiaro – se facciamo costruire nuove case lì – ammesso e non concesso che ci sia un discorso di compatibilità ambientale, su cui sarebbe opportuno andare ad approfondire – ci inibiamo la possibilità di eventuali inserimenti futuri di strutture produttive. Mi ricordo che, un po’ di anni fa, c’era l’Ikea che poteva essere interessata a quell’area, poi si è ubicata a Collegno. C’era anche la Centrale del latte di Torino, ma l’area era troppo grossa. Se proprio dobbiamo costruire in quell’area pensiamo a qualcosa di produttivo e non di abitativo».

Roberto Ansaldi ha continuato: «Terzo aspetto, secondo me non secondario, che ci vede contrari a nuove case è questo: si concentra la cubatura in un unico posto. Questo vuol dire che a tutti coloro che potrebbero avere dei fabbisogni abitativi dall’altra parte nel tessuto urbano ovviamente gli verrà detto di no. Ci sono poi altre cose: l’area è priva di qualsiasi urbanizzazione, sia primaria sia secondaria, quindi sarebbe completamente da urbanizzare. Inoltre, sembra una stupidaggine, ma l’area non ha alcuna mobilità pubblica, quindi bisognerà anche porsi questo problema. Inoltre, occorre sempre che ci ricordiamo che quell’area è, in parte,  esondabile. Aggiungo che c’è un pozzo per il sistema irriguo pubblico. E’ attraversata da un elettrodotto di alta tensione e confina con un’area di protezione ambientale. Considerato tutto ciò io dico che se proprio dobbiamo lasciare costruire qualcosa, direi che quello della Masseria è l’ultimo posto su cui dobbiamo lasciare edificare abitazioni».

Il capogruppo dell’Unione dei Moderati-Udc, ha aggiunto: «Come diceva giustamente Ilario Martini, attenzione che se vale la logica che gli interventi non seguono e non sono susseguenti a una pianificazione, ma si torna alla vecchia logica, per cui prima si crea un fabbisogno e poi si adegua lo strumento urbanistico noi – così facendo – creeremmo un precedente importante. Se un domani qualcuno, in terreni vicini, compra altri 200mila metri, saremo punto e a capo, con la differenza che avremmo creato un precedente preoccupante e diventerebbe molto difficile dirgli di no. Io torno ancora all’aspetto economico perché – sono stato amministratore pubblico e lo sono attualmente –  so bene cosa vuol dire realizzare opere pubbliche e non avere i fondi. Cosa ci guadagnerebbe l’amministrazione comunale da un intervento del genere: mal contati sono tre milioni di euro. A parte che mi dovrete anche spiegare come riuscireste a spenderli, perché nel precedente consiglio mi avete detto che con il Patto di stabilità non siete riusciti a spendere  780mila euro perché sforavate il patto, ma questo sarà un problema che – eventualmente – ci porremmo poi. Tenete presente che incassati questi tre milioni di euro di urbanizzazione ci sono poi i costi per la gestione dell’area e i costi sociali, che sono costi per sempre. Io dico che se proprio ci servono tre milioni di euro facciamo sì che i santenesi possano costruire nuova cubatura in aree già urbanizzate. E dico questo tenendo presente una considerazione di fondo: è dimostrato che una quota importante della cubatura se spalmata sull’esistente va a soddisfare il maggior fabbisogno abitativo delle famiglie. Vi cito un esempio: tutta la cubatura costruita negli ultimi dieci anni a Santena, 100mila metri di questo piano, più quello precedente, non hanno aumentato il numero degli abitanti se non in misura irrisoria. Questo significa che tutta la cubatura in più costruita è andata a soddisfacimento dei maggiori fabbisogni abitativi delle famiglie. Per contro se decidete di cacciare tutta la nuova cubatura in unico posto si soddisfa il portafoglio di qualcuno ma, un domani,  l’amministrazione dovrà far  fronte a tutti i costi che ne derivano, compreso quello di realizzare le opere di urbanizzazione. Infatti chi costruisce pretenderà le urbanizzazioni o le realizzerà a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Da ultimo c’è da pensare non solo alla fattibilità e all’economia dell’operazione ma anche a tutti gli aspetti sul piano dell’opportunità sociale e ambientale».
Il dibattito in consiglio comunale è proseguito con il primo intervento del sindaco Benny Nicotra.

– continua –