SANTENA – 30 luglio 2009 – “Giunta in ferie, salta il consiglio”, “Sui terreni agricoli un super outlet al posto del grano”. Sono i titoli di due articoli pubblicati ieri, 29 luglio, dal quotidiano torinese La Stampa, a pagina 61 dell’edizione Torino Sud, firmati dal cronista Federico Genta. Di seguito il testo dei due pezzi.
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Il titolo del primo articolo ha una base di cinque colonne ed è questo:
SANTENA – AL CENTRO DELLE POLEMICHE SONO FINITI DUE GROSSI INTERVENTI MOLTO CHIACCHIERATI IN CITTÀ
Giunta in ferie, salta il Consiglio
L’opposizione: “Non vogliono parlare delle loro speculazioni edilizie”
Santena s’infiamma per una polemica che sconquassa il Consiglio. Sindaco e assessori rispondono con il silenzio alle domande avanzate dalla minoranza. E la giunta al completo diserta il Consiglio, convocato l’altra sera proprio per discutere dei temi che stanno infiammando la vita politica della città. Da una parte c’è l’ipotesi di realizzare una nuova area residenziale esterna alla circonvallazione di Santena, sui terreni agricoli della Masseria, anni fa passati a servizi per accogliere un ospedale mai nato. Dall’altra la notizia di una nuova società milanese, intenzionata a costruire un «maxi outlet» al posto delle cave a fianco dell’autostrada, tra Santena e Cambiano.
Per entrambe le questioni l’opposizione sostiene che, in Comune, si fa finta di non sapere nulla, quando i protagonisti stessi delle operazioni finanziarie non sembrano poi essere così sconosciuti ai membri del Consiglio. Non è più un segreto che Domenicantonio Ferraro, amministratore unico di Abisan 2010 – la ditta che vorrebbe realizzare il complesso residenziale «Santena 2» – svolga la stessa attività anche per l’immobiliare Nomax, in parte di proprietà della moglie del sindaco Nicotra. E non è un segreto che Vincenzo Gaude, geometra che fa da tramite tra proprietari dei terreni e gli imprenditori interessati all’outlet, sia il padre di Ezio Gaude, assessore ai Lavori pubblici.
«Mi sembra quanto meno inopportuno che il parente prossimo di un assessore, si permetta di andarsene in giro assicurando le persone su prossime variazioni di indirizzo di terreni» osserva Bruno Ferragatta di Unione Centrosinistra Santena. «L’assenza della maggioranza al Consiglio dimostra un disagio profondo, e la difficoltà di mostrarsi uniti davanti a palesi speculazioni edilizie».
Dello stesso parere anche Roberto Ansaldi, capogruppo dei Moderati. «Dobbiamo credere davvero che tutti e 14 i rappresentanti della città sono in ferie? Forse Nicotra ha voluto rimandare a settembre temi oggi troppo caldi, con la speranza che il tempo stemperi la rabbia dei cittadini. Faremo tutto il possibile perché non accada». Domenico Galizio, di Insieme per Santena: «Siamo di fronte ad un comitato d’affari che decide di gestire porzioni intere del territorio in stanze private».
Secca la replica di Benedetto Nicotra. «Adesso la minoranza sta esagerando. Ognuno si assumerà le responsabilità di quel che dice. Non so nulla di Abisan, e ancora meno di un outlet».
(F.Gen.)
Questo articolo si sviluppa su tre colonne. Accanto al testo ci sono altre due colonne, la prima ha l’immagine di Benny Nicotra, sindaco di Santena, seguita da questa sua affermazione: “Ognuno si assumerà le responsabilità di quel che dice. Non so nulla di Abisan e nemmeno di outlet. Una seconda colonna grafica riporta l’immagine di Domenico Galizio, capogruppo di Insieme per Santena e la seguente dichiarazione: “Siamo di fronte ad un comitato d’affari che decide di gestire porzioni del territorio in stanze private”.
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Il secondo articolo ha questo titolo:
Sui terreni agricoli
Un super outlet
Al posto del grano
Il sindaco: “Noi non ne sappiamo nulla”
Questo secondo pezzo, che si sviluppa su cinque colonne, ha come sottottotitolo
Retroscena
Il progetto che infiamma gli animi
Un outlet come quello di Serravalle. Negozi con prezzi da saldo permanente e, prima di tutto, tanti nuovi posti di lavoro. Quattrocento, assicurano i bene informati. Sono solo voci, certo, ma nel giro di pochi giorni sono sulla bocca di tutti e fanno sognare i proprietari di quei campi, oggi abbandonati o coltivati a granturco. Perché chi vuole costruire la cittadella dello shopping è disposto a pagarli bene, anche il quadruplo del loro valore.
Borgata Ponticelli, periferia Nord di Santena. Un pugno di case e cascine tra strada Vecchia di Chieri l’autostrada per Savona. Nascoste dalle piante ci sono i resti delle cave, che imprenditori ancora senza nome vorrebbero trasformare nel paradiso dell’abbigliamento. Tra i cartelli di divieto d’accesso non mancano discariche improvvisate di rifiuti e gomme. Con queste premesse, sentirsi offrire tanto per un pezzo di terra non può certo lasciare indifferenti.
Lo sa bene anche Giovanni Mosso, uno dei proprietari. «Io lì ho poca roba, non più di mille metri quadrati. Oggi sono coltivati a granturco». Anche da lei si è presentato Vincenzo Gaude? «Sì. Il geometra ci ha spiegato che c’è un progetto per realizzare dei negozi. Che darebbe un impiego a tante persone». Le sembra una buona idea? «Certo, e anche gli altri proprietari sono d’accordo. Ci siamo incontrati già un paio di volte, e bene o male dovrebbero dire tutti di sì. A me hanno offerto 30 mila euro, ma tutta l’operazione dicono che valga 4 milioni». Sembra un affare, ma l’agricoltore fa così così con la mano. «Ci sono le tasse da pagarci sopra, perché i campi saranno destinati a costruire. Ne rimangono poco più di 20. E poi c’è la percentuale per l’intermediazione del geometra». Vi hanno detto che sarà fatta una variante? «Dicono che ci vorrà un pò di tempo, ma nel giro di qualche anno sarà tutto pronto. Noi siamo disponibili, vedremo poi quel che succederà. Del resto non abbiamo proprio nulla da perdere: al massimo tutto resterà come prima».
È proprio su queste previsioni che a Santena la minoranza avrebbe voluto avere qualche delucidazione in più, ma il Consiglio saltato non ha fatto altro che alimentare ulteriori polemiche.
Da parte sua Vincenzo Gaude mette le mani avanti, e nega qualsiasi comportamento sopra le righe. «Io di questa storia non so nulla di preciso. È ancora tutto da vedere se il progetto prenderà forma oppure no». Non è andato lei a bussare alla porta dei proprietari dei terreni? «Sì. Una società milanese per cui avevo già lavorato, mi ha chiesto se in città ci sarebbe stata la possibilità di realizzare un outlet». È la stessa della cittadella di Serravalle? «Non mi risulta proprio. In ogni caso preferisco non rivelarne il nome: siamo ancora agli inizi, ed è una fase delicata. Io del resto ho solo chiesto in giro se qualcuno fosse stato disponibile alla vendita di un terreno». Però ci sono delle proposte economiche ben precise, e le stesse somme fanno riferimento ad un cambio di indirizzo delle aree. «Io non ho fatto nessuna offerta. Chi lo sostiene lo deve dimostrare. Come faccio io a sapere se si deciderà o meno per una variante?» C’è chi giudica inopportuno che l’intermediazione venga seguita dal padre dell’assessore ai Lavori pubblici. Cosa ne dice? «E mio figlio che c’entra. Io faccio il mio mestiere, lui fa il suo. Sono due cose slegate e distinte. Insinuazioni come queste mi fanno solo arrabbiare».
Federico Genta
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Sin qui il pezzo che ha una foto dell’ex cava dove dovrebbe sorgere l’outlel con questa didascalia: Pettegolezzi e voci sul nuovo outlet circolano da settimane.
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Fonte: La Stampa, 29 luglio 2009, pagina 61, edizione Torino Sud