Santena, Benny dice “No” alla mostra di Giuseppe Di Sciullo a palazzo Visconti Venosta

SANTENA – 7 novembre 2009 – Dal 2 febbraio 2008 per potere accedere alla sala Visconti Venosta occorre avere il via libera dal sindaco. Risale a quella data la variazione del regolamento per l’utilizzo del complesso edilizio Visconti Venosta. Praticamente da allora per organizzare una manifestazione nell’ex asilo Visconti Venosta occorre avere il benestare del sindaco Benny Nicotra. L’ultima vittima di tale regolamento – modificato a uso e consumo del sindaco e della sua maggioranza – è Giuseppe Di Sciullo che ha avuto l’ardire di proporre proprio in quella sede una mostra di trenta opere. Ecco come è maturalo il “No” del sindaco e qualche commento su una delle tante vicende assurde della nostra città.

Microsoft Word - presentazione copertina-europa.doc Cominciamo con un po’ di pubblicità. «Guardare & vedere. 30 opere in 30 anni»: questo il titolo della mostra realizzata da Giuseppe Di Sciullo presso la sede dell’associazione culturale Europa, in via Cavour 11. L’inaugurazione avverrà sabato 14 novembre, alle 16. L’esposizione, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, è prevista nei giorni di: domenica 15 novembre, lunedì 16 novembre, sabato 21 novembre e domenica 22 novembre 2009. Di seguito: Giuseppe di Sciullo presenta la mostra; una scheda sull’autore; una lettura delle opere a cura di Giorgio Parena.

La mostra “Guardare & vedere” la presenta l’autore, Giuseppe Di Sciullo: «saranno esposti “lavori” eseguiti da me. Si tratta di produzione di cose che preferisco chiamare “lavori” piuttosto che “opere”. Questa precisazione deriva anche dal fatto che alcune di esse hanno un legame ideale con la mia esperienza lavorativa durante la quale ho avuto l’opportunità di venire a conoscenza e di approfondire le problematiche tecniche di alcune tecnologie normalmente utilizzate nell’industria delle materie plastiche oltre che a esplorare il “mondo del colore”».

«L’esposizione mostra – continua Giuseppe Di Sciullo – composizioni realizzate in svariati materiali e diverse tecniche di trattamento – spesso semplicemente “prelevati” tra le cose che  ci circondano o rielaborati con semplici interventi manuali – e lavori di grafica (clip art). Il tutto è stato realizzato in un arco di tempo abbastanza lungo in quanto i primi “lavori” risalgono al periodo dell’università e l’ultimo è molto recente».

Finita la parte pubblicitaria, veniamo a come è maturato questo gran rifiuto. Giuseppe Di Sciullo spiega: «In un primo momento si pensava di allestire la mostra nella sala Visconti Venosta, ma il Sindaco non ha concesso all’associazione Europa l’uso della sala stessa. Le motivazioni del rifiuto rimandano al Regolamento comunale che consente l’uso di quello spazio solo per manifestazioni funzionali agli “organi di governo della città”. Evidentemente ha ritenuto che questa mostra non lo è. Il rifiuto della concessione dello spazio espositivo non è conseguenza di una non condivisione dei contenuti o delle forme del prodotto “artistico” o di un problema logistico, e resta sconosciuto. Il rifiuto è arrivato senza entrare nel merito della richiesta e senza un incontro diretto – richiesto con e-mail – tra l’associazione, l’autore dei lavori e l’amministrazione comunale».

Interpellato sulle ragioni del rifiuto il sindaco Benny Nicotra afferma: «Io non ne so nulla, hanno fatto tutto gli uffici». E’ probabile che il sindaco non si ricordi bene questa piccola vicenda. Infatti c’è una lettera, con tanto di firma del sindaco che afferma: «Il vigente regolamento assegna l’utilizzo della sala Visconti Venosta, in capo agli organi di Governo della Città – sindaco e Giunta. Lo stesso regolamento fissa i criteri e le modalità d’uso da parte degli organi di governo della città. Pertanto in considerazione di quanto sopra la sua richiesta non può essere accolta. Distinti saluti».

Uno che non lesina critiche al comportamento del sindaco in questa vicenda è chi, da un po’ di tempo è diventato la bestia nera del sindaco, ovvero Edoardo Tamagnone, il mitico “Tama” da Poirino che, in più occasioni, ha prodotto più danni al primo cittadino di tutte le opposizioni più o meno unite. Edoardo Tamagnone inizia così il suo commento alla vicenda: «E’ del tutto evidente che la modifica al regolamento è stata fatta per tagliare fuori tutte le associazioni e i sodalizi non in linea con chi è nella stanza dei bottoni. La missiva firmata dal sindaco fa riferimento all’articolo 3 del regolamento ma l’articolo 4 è ancora più limitante, infatti si dispone che “il salone potrà essere utilizzato dalle associazioni unicamente per attività e mostre collegate al maggio santenese”».

«Io non ho parlato con il signor Di Sciullo, che non conosco – afferma Edoardo Tamagnone – ma mi sembra di capire che si sia beccato un “No” senza neanche avere avuto la possibilità di incontrare il sindaco per presentargli questa iniziativa. Evidentemente il sindaco ha ritenuto che il cognome fosse “di sinistra” e ha detto subito no. C’è un rilievo che può essere mosso a tale comportamento: il sindaco, da mesi, riveste anche il ruolo dell’assessore alla Cultura e questa chiusura mi sembra davvero assurda. Nel caso specifico un cittadino si rivolge all’amministrazione per proporre una iniziativa e si vede sbattere la porta in faccia. Il compito di un normale assessore alla Cultura, con un minimo di lungimiranza, dovrebbe essere quello di valorizzare le esperienze esistenti sul territorio e non quello di censurarle. Per questo quando vedo che l’amministrazione comunale ha chiuso le porte davanti a questa iniziativa non posso che dispiacermi di un siffatto comportamento».

Edoardo Tamagnone aggiunge ancora: «Quando gestivo la delega alla Cultura, sempre in presenza dello stesso assurdo regolamento, nella sala Visconti Venosta ho organizzato una serie di iniziative con i soggetti più diversi – da esposizioni di quadri con Silvano Minelli, a mostre dell’Aartes, a incontri con il gruppo giovanile Elettra o con la cooperativa Blue Loop e con molte altre realtà cittadine e non. Si è trattato di tutta una serie di eventi che non sono stati misurati secondo i soggetti proponenti, ma secondo l’oggetto della manifestazione che proponevano. La valutazione va compiuta sull’iniziativa che si propone e non sul soggetto che la propone. Devo aggiungere che quanto successo al signor Di Sciullo è sintomatico di una situazione che va avanti da mesi. Molti atteggiamenti dell’amministrazione guidata dal sindaco Benny Nicotra mirano a fare dei favori a qualcuno e a compiere dei dispetti a qualcun altro. Mi sembra anche importante segnalare un’altra anomalia: da mesi la città è senza un assessore alla Cultura. L’amministrazione Nicotra, nei fatti, sta dimostrando che ritiene la Cultura un mero optional».

«Storture quali la decisione del sindaco in merito alla vicenda del signor Di Sciullo sono possibili grazie ad un regolamento ambiguo – aggiunge ancora Tamagnone –. Quando il consiglio ha approvato questo regolamento si era impegnato a reperire a breve altri spazi per le iniziative delle associazioni: questo poi è passato nel dimenticatoio. Oggi, a venti mesi dall’approvazione di questo regolamento, non sono ancora stati individuati spazi dove le associazioni possano ritrovarsi e proporre eventi alla città».

Sin qui Edoardo Tamagnone. In chiusura si riportano il comma due e tre dell’articolo 4 sempre del medesimo regolamento: “Dalla data di pubblicazione del decreto di indizione dei Comizi elettorali o dei referendum e fino alla collusione della consultazione elettorale, il salone Giovanni Visconti Venosta potrà essere utilizzato unicamente per: convegni e seminari organizzati dal Comune, esclusivamente a carattere tecnico; incontri istituzionali; mostre organizzate dal Comune; attività legate al maggio santenese”. Il comma 3 è ancora più esplicito: «E’ vietata ogni forma di manifestazione politica, anche indiretta”. Ma che cosa alberga nei gangli vitali degli amministratori di questa maggioranza per arrivare a vietare ogni forma di manifestazione politica, anche “diretta” nelle strutture comunali?

Per la cronaca l’amministrazione Nicotra stravolse il regolamento dopo che il centrosinistra organizzò a palazzo Visconti Venosta una serata pubblica a sostegno della candidata alla presidenza della Regione Piemonte Mercedes Bresso con la presenza di Gianni Oliva e di altri candidati consiglieri regionali. Sul taccuino del cronista nella pagina di quella sera ci sono anche gli appunti relativi a un esponente della municipale che venne a dire che si doveva togliere il cartello  con la faccia della Bresso posato all’esterno di palazzo Visconti Venosta perché – sempre secondo questo signore – l’autorizzazione all’uso della sala si riferiva solo all’interno. Dopo un po’ di discussioni il cartello rimase all’esterno. Pochi metri più in là, su un palo della luce, un’ora prima dell’inizio dell’incontro organizzato dal centrosinistra alcuni esponenti del centrodestra cittadino avevano issato un po’ di bandiere di An e di Forza Italia, tanto per dare il benvenuto alla Bresso. Una provocazione, tanto che dopo aver fissato le bandiere con il nastro tutti gli esponenti del centrodestra erano spariti. Dopo un po’ di telefonate vennero a togliere le bandiere, tra i commenti più o meno ironici dei sostenitori del centrosinistra: Fi e An avevano l’autorizzazione di allestire sì un gazebo, ma in piazza Martiri.

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