SANTENA – 16 novembre 2009 – «Parco Cavour, non perdiamo altro tempo», questo il titolo del contributo di Edoardo Tamagnone, in merito al perdurare della chiusura dell’unico polmone verde cittadino.
Edoardo Tamagnone, capogruppo di progetto Santena, inizia così la sua riflessione: «Lo spazio vuoto prima o poi viene riempito. A Santena non si può non notare come l’inerzia – o meglio l’assenza dell’amministrazione – abbia portato i cittadini a organizzarsi da soli per occuparsi di quello che la Giunta non fa. Non solo la promozione turistica e culturale, delegate alle associazioni cittadine, ma anche su temi particolarmente sensibili ai cittadini si costituiscono gruppi e comitati per supplire la tante carenze di queste amministrazione. E’ il caso dei rifiuti: di fronte all’assordante silenzio del Sindaco i santenesi manifestano un disagio sempre crescente. Ma è anche il caso del parco Cavour. Un bene ambientale e storico affidato alla comunità santenese, che non ha eguali nel panorama del Chierese, e che un’intricata vicenda burocratica ha costretto da troppo tempo alla chiusura al pubblico».
«Una meritoria azione – aggiunge Edoardo Tamagnone – del Comitato cittadino per la riapertura del Parco Cavour, dunque, porta costantemente all’attenzione delle istituzioni interessate il problema, dal Comune di Torino, alla Fondazione Cavour, al Comune di Santena. E’ noto quanto mi sia personalmente caro il destino del Parco e del complesso Cavouriano. Addirittura il mio impegno per un progetto di valorizzazione del parco stesso – lo studio sull’architetto dei giardini storici piemontesi Xavier Kurten – fu preso a pretesto per allontanarmi dalla Giunta. Nel mese di maggio 2009, poi, discutendo in Consiglio comunale circa l’evento del 2011, invitai il sindaco a garantire il presto possibile la riapertura del Parco, indicando anche le prerogative del nostre Comune riconosciute dalla convenzione che regola i rapporti tra le varie istituzioni coinvolte».
Il capogruppo di Progetto Santena continua: «Successivamente nel mese di luglio, suggerii attraverso un ordine del giorno – che fu discusso solo in ottobre grazie ai tempi biblici della burocrazia santenese – di individuare una persona, all’interno dell’amministrazione santenese, incaricata di negoziare con il Comune di Torino diritti e doveri per la gestione del Parco. La questione è infatti particolarmente intricata. Da un lato una convenzione stipulata nel 2006 regola i rapporti tra il Comune di Torino e il Comune di Santena – ne sono oggetto i terreni su cui siamo impegnati a realizzare il parco golenale e il palazzo Visconti Venosta. Un’altra Convenzione, sempre del 2006, regola invece i rapporti tra Comune di Torino – proprietario del Parco e della Villa Cavour – e la Fondazione Cavour – cui è delegata la gestione. Questa Convenzione ha permesso l’unificazione delle due parti del Parco, in passato divise tra la gestione del Comune di Santena e quella della Fondazione. Tuttavia manca un accordo per la definizione dei rapporti tra Fondazione Cavour e Comune di Santena».
Edoardo Tamagnone prosegue: «Ora la Fondazione Cavour che si è accollato l’onere della gestione del complesso storico non ha risorse proprie significative ad eccezione dei trasferimenti da parte del Comune di Torino, che oggi è in seria difficoltà nel mantenere il patrimonio santenese. Un nuovo Statuto approvato nel 2008 e tuttora al vaglio della Prefettura di Torino consente quindi a nuovi soci – quali la Regione Piemonte e il Comune di Santena – di entrare nella Fondazione Cavour, apportando risorse economiche fondamentali per la gestione. Anche perché le spese di manutenzione del parco Cavour sono ingenti, visto che il polmone verde santenese è un parco storico. Per questo motivo si era pensato di realizzare un parco golenale, adibito a parco pubblico, e integrare il parco Cavour nel percorso di visita del Complesso Cavouriano, allestendo spettacoli musicali e di danza ed altre attrazioni in grado di richiamare visitatori. Anche perché il parco Cavour è di per sé un bene storico da visitare e tutelare, sia per gli alberi secolari che custodisce sia perché è stato disegnato dall’architetto dei giardini Xavier Kurten, progettista di corte dei Savoia, autore fra l’altro dei parchi di Racconigi, Agliè, Govone, Pollenzo ed altre dimore storiche».
«Allo stato però il parco Cavour rimane chiuso. Che fare? – si chiede Edoardo Tamagnone –. La mia proposta, peraltro approvata dal Consiglio comunale nell’ultima seduta di ottobre, impegna il sindaco e la Giunta comunale a individuare un rappresentante della nostra città che definisca celermente con la città di Torino i nostri diritti e doveri in merito alla gestione del parco, eventualmente conferendo delle risorse annuali per la manutenzione del parco o impegnando parte del nostro personale per essa. E’ chiaro che da soli non ce possiamo fare. Se il Comune di Torino ci cedesse il parco domani mattina non avremmo le risorse necessarie per gestirlo: si parla infatti di 200.000 euro l’anno per sfalci erba, manutenzione arredi e piante. Per questo è necessario fare da pungolo al Comune di Torino e alla Regione Piemonte per arrivare in tempi brevi a una soluzione, ciascuno facendo la propria parte. Se aspettiamo i tempi della burocrazia neanche nel 2011 avremo il parco aperto».
Il capogruppo di Progetto Santena prosegue così la sua riflessione: «Non ci aiuta avere un sindaco che per ignoranza o per irresponsabilità pensa che per risolvere la questione basti urlare contro questa o quella istituzione. Come se additare dei nemici o proferire delle minacce possa contribuire a far riaprire il parco. E allora io rinnovo l’invito che avevo già rivolto a maggio: se il sindaco vuole fare riaprire il parco, lo può fare. In base all’articolo 22 della Convenzione tra il Comune di Torino e la Fondazione Cavour, in mancanza di un progetto di gestione del parco – mai presentato dalla Fondazione per carenza di fondi – si applica la disciplina previgente che prevedeva la gestione in parte in capo al Comune di Santena. Quindi se si vuole fare un atto di forza abbiamo tutti i diritti per farlo. Ovviamente prendendoci anche la responsabilità di tutto quelle che avviene all’interno del parco».
«E’ ora di finirla infatti con questo inutile rimpallo di responsabilità – conclude Edoardo Tamagnone –. Dare la colpa agli altri non serve a nulla. Se il sindaco se la sente faccia aprire il parco domani mattina, è una sua prerogativa far applicare la Convenzione. Altrimenti si sieda attorno ad un tavolo con il Comune di Torino e con la Fondazione Cavour e trovi una soluzione duratura senza aspettare oltre».
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