Santena, Tamagnone replica a Miano: «Gli unici posti di lavoro che tuteli sono quelli del sindaco e della sua Giunta»

SANTENA – 22 novembre 2009 – «Gli unici posti che Miano tutela sono quelli del sindaco e della sua Giunta»: questo afferma Edoardo Tamagnone, commentando le ragioni addotte da Miano per passare in maggioranza.

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Edoardo Tamagnone, replica così alle dichiarazioni di Massimiliano Miano: «Ma quali posti di lavoro dovrebbe tutelare Miano con il suo passaggio in maggioranza? Forse quelli del Sindaco e della sua giunta… Infatti non c’è assolutamente nessun progetto oggi che garantisca la creazione di nuovi posti di lavoro per i santenesi. C’è invece una richiesta di variazione di destinazione urbanistica – da agricola a commerciale – avanzata da privati cittadini, che se fosse approvata dall’amministrazione comunale porterebbe unicamente un forte aumento del valore dei terreni. Se poi aggiungiamo che i proprietari si sono già impegnati a vendere a un certo prezzo allora è chiaro che l’utile più grande lo realizza chi fa da mediatore tra chi compra e chi vende a prescindere che l’ipotetico outlet si faccia o meno».

Il capogruppo di Progetto Santena aggiunge ancora: «Il Consigliere regionale dei Moderati Giuliano Manolino rompe il velo di ipocrisia: Miano è lì per portare a termine l’affare dell’outlet, per garantire che con il suo voto si possa approvare la variante urbanistica. E’ questa la vera ragione che giustifica un cambio politico di maggioranza con un partito organico al centrosinistra, i Moderati, alleati della Bresso in Regione e di Saitta in Provincia, che si allea a Santena con Nicotra e la Lega Nord. E’ questa la ragione che ha convinto Miano a mettere da parte le sue riserve e le sue critiche alla Giunta Nicotra per poter garantire non tanto che l’outlet si faccia, ma che quei terreni  aumentino il loro valore e siano venduti al più presto. Per decidersi a fare questo passo, a Miano, che è esperto di cinema, sarà sicuramente venuta in mente la trama di un film di molti anni fa “Le mani sulla città”…».

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Sin qui il contributo di Edoardo Tamagnone. Per tutti quelli che, come me, non sono tanto esperti di cinema, si riporta una scheda – presa da Wikipedia e liberamente accorciata – della pellicola di Francesco Rosi.

SCHEDA

Le mani sulla città è un film del 1963 diretto da Francesco Rosi. Film di impegno civile, è una spietata denuncia della corruzione  e della speculazione edilizia dell’Italia degli anni sessanta. La didascalia del film dice: «I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce». Rod Steiger torna in parte su un suo personaggio di qualche anno prima, essendo stato il protagonista di uno dei film più belli dedicati da Hollywood alla criminalità organizzata, interpretando magistralmente il ruolo di Al Capone.

Trama Il film è ambientato nella città di Napoli (più volte citata nel film e mostrata in una grande cartina che campeggia sulla parete dello studio del personaggio Nottola), ma è scelta a rappresentare una qualsiasi città italiana (non a caso, pur trattando un argomento come gli abusi edilizi non viene mai citata la Camorra. All’inizio un uomo guarda il paesaggio, indica i palazzi sullo sfondo e dice ai suoi collaboratori che la città si sta muovendo verso una data direzione, che è quella stabilita dal piano regolatore. Loro sono su un terreno a uso agricolo, e l’idea è quella di comprare la terra, cambiare il piano regolatore per deviare la crescita della città su tale terreno e costruirvi, guadagnando con il cambio di destinazione d’uso 70 volte tanto la spesa. Quell’uomo è Edoardo Nottola.

Edoardo Nottola è un personaggio spregiudicato che ricopre un doppio ruolo, in quello che si potrebbe ben considerare conflitto d’interessi. Egli è sia un costruttore edilizio che un consigliere comunale della città in questione, e porta avanti il suo piano di speculazione edilizia che cambierà per sempre il volto della città. Tutto inizia quando un palazzo fatiscente, in fase di demolizione (con un solo muro in comune con un altro edificio ancora abitato), subisce un drammatico crollo. Due operai muoiono, un bambino resta ferito al punto che perderà le gambe. Scoppia lo scandalo, e i politici di sinistra subito accusano: dietro a tale tragedia non c’è il destino, ma Edoardo Nottola, consigliere comunale e costruttore edile, con il figlio che lavora all’ufficio comunale per le opere pubbliche. Niente riesce a fermarlo. Né il crollo di un fabbricato provocato dai lavori di demolizione condotti dalla sua impresa che causerà morti e feriti, né l’impegno del consigliere dell’opposizione De Vita, né il suo stesso partito. Alla fine l’avrà vinta su tutti, sarà eletto assessore all’Edilizia e, con la benedizione del vescovo, darà inizio alla nuova speculazione edilizia.

Fonte per la scheda: http://it.wikipedia.org/wiki/Le_mani_sulla_citt%C3%A0

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Blog: rossosantena.it

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