SANTENA – 22 gennaio 2010 – “Trasite, favorite. Grandi storie di piccoli paesi. Riace e gli altri”. Questo il titolo del libro che verrà presentato sabato 30 gennaio 2010, alle 21, in sala blu, oratorio San Luigi. Partecipano l’autrice Chiara Sasso e Domenico Lucano, sindaco di Riace. L’iniziativa è organizzata da questo blog – rossosantena.it –; da Recosol, rete dei comuni solidali; dai presìdi di Santena e di Chieri di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie e dall’Associazione culturale Europa. Di seguito, una presentazione del volume.
TRASITE, FAVORITE
Grandi storie di piccoli paesi. Riace e gli altri.
Autori: Chiara Sasso con interventi di Giovanni Maiolo
Edizione Carta / Intra Moenia
Prefazione di Torino Perna – Pagg. 160
160 pagine di racconto sull’esperienza di Riace e degli altri comuni della Locride che accolgono migranti e rifugiati, facendo di questo un modello ed arrivando ultimamente alle ribalte delle cronache anche grazie al regista tedesco Wim Wenders che ha deciso di raccontare questa storia in un film in 3D intitolato “Il Volo”.
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Un racconto sulle esperienze di accoglienza verso i migranti che Comuni della Locride come Riace, Caulonia e Stignano, hanno scelto di intraprendere accogliendo ed integrando rifugiati e richiedenti asilo e, in questo modo, ripopolando interi paesi che si stavano svuotando e salvaguardando vecchi mestieri ed attività artigianali che stavano scomparendo. Ma Riace, Caulonia e Stignano sono, a modo loro, crocevia di questioni molto più grandi, della memoria delle lotte contadine e della potenza transnazionale della ‘ndrangheta, dei flussi migratori mediterranei e dell’emigrazione calabrese verso nord. Dunque, grandi storie di piccoli paesi.
«Favorite», era ed è un modo per invitare lo sconosciuto a varcare la soglia di casa. In Calabria l’ospitalità è sempre stata sacra. “Non abbiamo fatto niente di speciale”, ripete Domenico Lucano, sindaco di Riace e anima di Città Futura, l’associazione dalla quale è partito il progetto di riqualificazione del borgo e accoglienza per gli immigrati. Domenico dice di sé che «aderisce al partito che non c’è, quello di Peppino Impastato» ed è per questo motivo che le prime pagine del libro riportano una poesia del noto martire della mafia. La prefazione è di Tonino Perna, a tutti gli effetti “padre” di questo grande progetto di Accoglienza. La prima persona che Domenico Lucano ha citato a Chiara Sasso quando arrivò a Riace la prima volta.
Il libro racconta la storia del borgo di Riace, il coinvolgimento di Stignano e Caulonia, le difficoltà e i risultati raggiunti. Il testo, scritto da Chiara Sasso, si avvale di interventi di Giovanni Maiolo, giovane operatore di Caulonia e grazie al quale si uniscono nel libro storia e presente. “Siamo avvelenati – scrive Giovanni – navi cariche di fusti radioattivi affondate dalla ‘ndrangheta, fabbriche assassine, materiali pericolosi per costruire le scuole. Eppure la Calabria è altra cosa. Ha altre storie da raccontare”.
Riace è un piccolo comune, famoso per i Bronzi, con soli 1.800 abitanti, destinato come molti comuni calabresi allo spopolamento se non avesse improvvisamente invertito la rotta proprio grazie ai progetti di accoglienza degli immigrati. Così, vengono salvati molti servizi, compresa la scuola che ospita più bambini immigrati che riacesi. Forse non è casuale: i santi di Riace sono Cosma e Damiano, venuti dal mare e protettori degli zingari.
Riace aderisce allo Sprar, il Sistema di protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. E l’esperimento va così bene che alla fine la Regione Calabria promuove una legge sui rifugiati, la prima in Italia, partendo proprio dal sistema Riace, che offre ai comuni la possibilità di riqualificare i borghi accogliendo immigrati.
Tutto questo avviene in un contesto molto difficile, la Locride una delle zone più inquinate d’Italia per la presenza della ‘ndrangheta, i cui boss vengono arrestati in paesi a pochi chilometri da Riace. È da San Luca che parte l’ordine per la strage di Duisburg. E’ da quella terra che inizia la ramificazione delle cosche in grado di infiltrarsi nel nord Italia e all’estero, ovunque ci siano grandi opere: “movimento terra”, come documenta fra gli altri il magistrato Nicola Gratteri.
Recosol, la Rete dei Comuni Solidali www.comunisolidali.org
Domenico Lucano in questi anni ha sempre lavorato per rendere “visibile” il progetto di accoglienza di Riace e ci è riuscito anche grazie all’adesione (dal 2004) a Recosol, di cui Chiara Sasso è coordinatrice nazionale. Hanno aderito a Recosol fino ad ora 263 fra Comuni e Province in tutta Italia. L’adesione alla Rete è un modo per attivare lo scambio tra culture diverse. I principali progetti riguardano aiuti concreti al “Terzo Mondo” affinchè le prossime generazioni possano vivere in un mondo con meno differenze sociali ed economiche. Progetti di Solidarietà Internazionale, piccoli, concreti e di facile attuazione. Tutti i progetti Recosol vengono gestiti e decisi direttamente dalla popolazione dei villaggi con un coinvolgimento diretto. Recosol è attiva e sensibile anche nel proporre cambiamenti di quegli stili di vita che fanno parte di quella parte del mondo che consuma l’80% delle risorse. Un’attenzione ai consumi e ai rifiuti, ai nostri stili di vita.
Chiara Sasso vive e lavora a Bussoleno, in val di Susa. E’ autrice di numerose opere di argomento sociale «Dalla vigna al cuore del mondo» (ed Sonda Torino), «Canto per la nostra valle» (ed Morra) una testimonianza contro le grandi opere (Tav) in Valle di Susa, «Le mucche non mangiano cemento» (ed SMS) scritto insieme a Luca Mercalli. E’ fra i fondatori del Valsusa Filmfest, festival cinematografico e ha firmato la regia di alcuni filmati. Da diversi anni è impegnata anche come coordinatrice nazionale di Recosol, Rete dei Comuni Solidali per la cooperazione decentrata.
Giovanni Maiolo vive e lavora a Caulonia in provincia di Reggio Calabria dove è stato assessore nel suo Comune. È vicedirettore de La Riviera. Svolge anche l’attività di operatore sociale seguendo progetti di accoglienza rifugiati per Riace e Caulonia.
Lo scorso settembre, il noto regista tedesco Wim Wenders ha accolto con entusiasmo l’invito a lavorare sulla sceneggiatura di Eugenio Melloni ispirata alle esperienze di accoglienza dei piccoli comuni della Locride e ne ha parlato all’interno del X summit dei Premi Nobel per la pace organizzato nel Municipio Rosso di Berlino in occasione delle celebrazioni per il ventennale della caduta del muro, dicendo: “La vera utopia non è la caduta del muro, ma quello che è stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa. Il vero miracolo non è qui, ma in Calabria, dove per la prima volta ho davvero visto un mondo migliore. Ho visto un paese capace di risolvere, attraverso l’accoglienza, non tanto il problema dei rifugiati, ma il proprio problema: quello di continuare a esistere, di non morire a causa dello spopolamento e dell’immigrazione. E ho voluto raccontare questa storia in un film che ha come attori i veri protagonisti”.
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Blog: rossosantena.it
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