Santena, Miano contro Benny Nicotra: «Il sindaco non ha rispettato gli impegni presi»

SANTENA – 22 aprile 2010 – Mi sono dimesso perché me l’ha chiesto il sindaco che si era impegnato a farmi tornare in Giunta subito dopo le elezioni regionali; un impegno che Benny Nicotra non ha rispettato. E’ la sintesi dell’intervista che a metà settimana arriva da Massimiliano Miano, esponente dei Moderati. In meno di dieci minuti ripercorre le ultime vicende della Giunta Nicotra-ter, bis.

Massimiliano Miano
Massimiliano Miano

L’intervista arriva mentre Massimiliano Miano guida l’auto. Gli strali che lancia al sindaco sono colpi ad alzo zero. La partenza è una premessa al fulmicotone: «Non sono io che di mia spontanea volontà e iniziativa ho rassegnato le dimissioni, ma è il sindaco che mi ha costretto a dimettermi; altrimenti Nicotra mi avrebbe tolto le deleghe. Io non sono uno che vive di politica; mi piace farla perché per me è un hobby. Non sono uno che si fa togliere le deleghe da questo sindaco. Vista l’aria che tirava ho riconsegnato io le dimissioni».

Massimiliano Miano continua: «Benny Nicotra ha agito così perché il signor Pino Falcocchio –  con gli altri due esponenti di An presenti in consiglio, Ezio Gaude e Giovanni Bergoglio – aveva messo sotto scacco il sindaco pretendendo di ritornare in Giunta. A fronte di tale situazione il sindaco è stato costretto a richiedermi indietro le deleghe. Vorrei precisare che le deleghe che io avevo ricevuto non erano quelle che aveva l’assessore Pino Falcocchio prima di essere sfiduciato dal consiglio comunale. Io dal sindaco avevo avuto grossomodo le deleghe che, in precedenza, erano gestite da Edoardo Tamagnone. Ricordo anche che, oggi, alla faccia del mitico manuale Cencelli, tutti e tre i consiglieri che fanno capo ad An presenti in consiglio comunale sono assessori. Sotto l’aspetto politico la coalizione di centro-destra che, sulla carta, ha il compito di amministrare la città,  presenta uno squilibrio politico a dir poco da fare paura».

L’esponente dei Moderati continua così a ripercorre quanto avvenuto in queste settimane: «Io ho rassegnato le dimissioni, ovviamente con tanto dispiacere. Nel momento in cui rassegnavo le dimissioni il sindaco smentiva tutti i patti che aveva preso con la mia persona e, soprattutto con l’onorevole Mimmo Portas,  esponente dei Moderati, che è il mio responsabile politico. Nicotra mesi fa era stato chiaro: mi aveva chiesto di passare dalla minoranza alla maggioranza perché aveva problemi numerici con la coalizione che doveva sostenerlo. Mi aveva detto chiaro che se io non passavo con la maggioranza lui avrebbe corso il rischio di andare a casa.  In cambio del mio appoggio il sindaco Benny Nicotra mi aveva promesso le deleghe che erano di Edoardo Tamagnone.  Il sindaco, se pur con tanta fatica, aveva poi rispettato i patti. La mia entrata in Giunta con la relativa attribuzione di deleghe è arrivata dopo mesi di attesa. Dopo che Falcocchio ha ripuntato i piedi e ha chiesto il ritorno in giunta il sindaco mi ha chiesto con insistenza di restituirgli temporaneamente le deleghe. Benny Nicotra, alla presenza del capogruppo Francesco Migliore, mi ha chiesto di restituirgli momentaneamente le deleghe e la carica di assessore. Mi ha detto che doveva chiudere una partita pre-elezioni regionali. Mi ha detto che era disposto a farmi rientrare in giunta, magari con altre deleghe, entro metà aprile. Dopo le mie dimissioni spintanee ho atteso gli eventi. Per settimane non ho rilasciato dichiarazioni ai cronisti. Un silenzio legato all’attesa del rispetto dei patti da parte del sindaco. Patti che – lo ripeto – il signor sindaco Benny Nicotra si è preso davanti a me e al capogruppo Migliore, a fare da garante al suo impegno».

Miano aggiunge: «Ora il tempo è trascorso, le elezioni regionali sono finite. Siamo oltre metà aprile, ma non è accaduto nulla. Dal sindaco non ho più notizie. Dal capogruppo Francesco Migliore sabato scorso  vengo a sapere che il sindaco vuole incontrarmi. Sulle prime la notizia mi fa piacere, speravo che il sindaco mi volesse incontrare per comunicarmi che intendeva rispettare i patti. Ero certo che il sindaco avesse finalmente trovato la soluzione a questo suo problema. Dico suo problema perché è a lui che mancano i numeri per avere una maggioranza in consiglio.  Poi arriva la sorpresa, a seguito di telefonate, io e il mio coordinatore politico, apprendiamo che il sindaco vorrebbe vedermi per comunicarmi che intende soprassedere al rispetto dell’impegno che si era preso. In sostanza vorrebbe vedermi per spiegarmi che sinora non è ancora riuscito a trovare una soluzione per il mio ritorno in giunta comunale. Naturalmente, una volta capita l’antifona mi sono guardato bene da presentarmi all’incontro con il sindaco.  Prima di rivolgermi a rossosantena.it ho comunicato al capogruppo del Pdl Francesco Migliore che ritengo poco serio il comportamento del sindaco che non ha neanche avuto il coraggio di chiamarmi per spiegare come stavano le cose. Trovo  davvero inelegante il comportamento di Nicotra che non ha neanche la faccia di chiamarmi. Ho riferito al capogruppo del Pdl Francesco Migliore che mi sono sentito davvero preso per i fondelli. Per la verità la frase da dire sarebbe un’altra, ma penso che il senso possa essere percepito anche con questa locuzione più morbida».

L’intervista di Massimiliano Miano va avanti mentre è sempre alla guida. Ad un certo punto afferma: «Devo mettere giù un attimo perché mi sembra di avere visto i vigili…». Pochi secondi dopo al telefono ritorna la sua voce: «Io penso che ormai la misura è colma. Io non sono andato all’appuntamento perché non perdo tempo con queste cavolate. Ho detto al capogruppo Migliore che io non ci stò più a questi valzer e pertanto ne trarrò le dovute conseguenze. Ora mi prendo tempo fino a domenica per pensare sul da farsi rispetto alle votazioni previste nel consiglio comunale convocato per lunedì 26 aprile e poi deciderò».

Massimiliano Miano aggiunge: «Il bilancio di previsione 2010 io non lo vedo più dalla mia uscita dalla giunta. Ho capito che sono stati apportati alcuni stravolgimenti rispetto alla bozza iniziale. Questo è un bilancio  ad personam; non è certo uno strumento di pianificazione che tiene conto delle esigenze della città. Sono stati accontentati vari consiglieri comunali e tutti gli assessori.  Per tutto il resto le borse della spesa sono state rigorosamente chiuse. Non ci sono fondi per le categorie deboli, il  sociale e la cultura sono praticamente azzerati. Le risorse per il 2011 sono inesistenti. Sin qui il mio giudizio, per certi versi necessariamente molto sommario, anche perché, a oggi, la versione definitiva non mi è ancora stata data. Se riuscirò a metterci le mani sopra valuterò contenuti, previsioni e stanziamenti. Altrimenti vedrò che fare direttamente in consiglio comunale».

Massimiliano Miano aggiunge anche altro: «Vorrei anche che fosse chiaro un concetto. Se il bilancio non viene approvato non sarà certo la fine del mondo per la città di Santena. A fronte della mancata approvazione il Prefetto chiederà al sindaco di riportare in consiglio il bilancio. Il sindaco riunirà la commissione bilancio, magari si faranno alcuni aggiustamenti e si ritornerà in consiglio. Tutto questo però non basterà a risolvere i problemi del sindaco e della sua presunta maggioranza. A oggi una cosa è chiara: questo sindaco è sotto scacco da parte di tutti gli esponenti della sua cosiddetta maggioranza. Per quel che mi riguarda è bene che il sindaco si ricordi che il mio voto ora è determinante, anche  per mandarlo a casa».

L’intervista volge al termine: in zona Cesarini arriva ancora un’altra dichiarazione:  «Nella mia recente, se pur breve, esperienza in Giunta mi sento di confermare tutte le critiche che la Borgarello muove al sindaco. Nicotra decide senza riferire ai componenti la Giunta.  Questa è stata anche la mia esperienza nelle poche settimane in cui sono stato presente nell’esecutivo cittadino».

Massimiliano Miano vuota il caricatore con l’ultimo colpetto: «Il sindaco aveva chiesto a tutti i componenti della giunta di fare un passo indietro per permettere il rientro di Falcocchio, ma tutti hanno fatto orecchie da mercante. Io ero il più debole perché appena arrivato dall’opposizione. Per consentire il proseguire dell’esperienza amministrativa ho accettato questo ulteriore sacrificio, pensando di potermi fidare della parola data dal sindaco… Intendo segnalare che, a fronte del mio gesto, nessun assessore ha sentito il bisogno di chiamare. L’unico che mi ha chiamato è stato il capogruppo del Pdl. E’ un altro brutto segnale dell’aria che tira nella stanza dei bottoni del palazzo municipale cittadino».

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