Santena, confermata l’addizionale comunale Irpef nella misura dello 0,7 per cento

SANTENA – 1° MAGGIO 2010 – Il consiglio comunale, con una votazione a maggioranza, ha confermato l’addizionale all’Irpef nella misura dello 0,7 per cento. Di seguito, il dibattito in consiglio, avvenuto nella seduta del 26 aprile scorso.

Santena consiglio comunale b

Santena consiglio comunale

Paolo Mosso, assessore alle Finanze, ha spiegato: «L’addizionale Irpef, istituita con delibera del Consiglio comunale numero 2 del 1° febbraio 2000, viene confermata nella misura dello 0,7 per cento come per il 2009, così come da deliberazione del Consiglio comunale numero 52 del 22 dicembre 2008.

Il primo che è intervenuto nel dibattito è stato Roberto Ansaldi, capogruppo Udc: «Io, in merito, ho poco da chiedere; si tratta di una scelta politica. Personalmente non condivido e non ho chiarimenti da fare. Per cui passo direttamente alla dichiarazioni di voto».

Roberto AnsaldiRoberto Ansaldi ha continuato: «Con il bilancio per il 2008 avete portato l’addizionale Irpef dallo 0,2 allo 0,7 per cento. Ogni decimo di punto vale 120mila euro, per cui l’aumento, in totale, è stato pari a 600mila euro che chiedete in più ai cittadini per gli stessi servizi. E ciò, malgrado sul vostro programma fosse solennemente enunciato il principio di non mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Nell’allora consiglio comunale avevate detto che l’aumento era dovuto allo Stato che aveva ridotto i trasferimenti. Sempre allora  avevate detto che il Governo si apprestava a togliere l’Ici sulla prima casa e questo avrebbe comportato minori entrate per le casse comunali. A distanza di due esercizi i fatti hanno dimostrato che non erano vere né la prima né la seconda delle vostre affermazioni. Infatti, i trasferimento dello Stato non si sono ridotti e il Comune non ci rimette un euro dai mancati introiti Ici sulla prima casa. Quindi, dal punto di vista contabile, non era assolutamente il caso di aumentare l’addizionale Irpef. Se l’avete fatto è per ragioni di opportunità o di volontà politica. Forse avete agito secondo il vecchio principio che le tasse è opportuno aumentare a inizio legislatura e non a ridosso delle elezioni. Dunque, va detto che l’aumento non era affatto necessario per fare quadrare il bilancio»

Roberto Ansaldi ha continuato: «La conferma dell’inutilità contabile del maggior prelievo effettuato dalle tasche dei cittadini è rappresentata dall’entità dell’avanzo di amministrazione che dall’esercizio 2007 e precedenti che rappresentava lo storico e che si aggirava su 300-350mila euro, raramente era arrivato 400mila, pari al 4,5 per cento di tutto il bilancio, dal 2008 in avanti è schizzato verso l’alto, con un aumento di 500mila euro in più, attestandosi su 800-850 mila euro, che rappresenta l’11,5 per cento dell’intero bilancio. Una percentuale più che doppia della precedente e molto alta. Ora, se è vero che l’avanzo di amministrazione sono soldi stanziati e non spesi, voi avete chiesto ai cittadini 600mila euro in più di maggiore addizionale e ne portate circa 500mila in avanzo. Questo significa che nell’anno 2008 e seguenti erano sufficienti 100mila euro in più per far quadrare il bilancio. Dunque sarebbe stato sufficiente portare l’aliquota dallo 0,2 allo 0,3 per cento. E questa non è l’opinione di una opposizione cattiva, ma è matematica dimostrata. Il sindaco Benny Nicotra l’anno scorso, in uno dei suoi interventi, aveva dichiarato che avrebbe fatto il possibile per ridurre l’addizionale: era poco, ma almeno era un segnale. Ora ci troviamo a deliberare una addizionale che è uguale agli anni precedenti e che il Comune non ha avuto sino a ora bisogno per la sua gestione corrente. Nel momento in cui i cittadini faticano ad arrivare a fine mese io credo che si poteva tranquillamente evitare». Roberto Ansaldi ha chiuso la sua dichiarazione di voto con una battuta ironica: «Vanno comunque i miei complimenti vivissimi per la dimostrata e notevole capacità di pianificazione delle risorse. Il nostro voto ovviamente è contrario».

paolo-mosso-01lug09L’assessore Paolo Mosso ha replicato: «Sostanzialmente, per quanto riguarda l’aumento addizionale, dallo 0,2 allo 0,7 per cento, è dato dal fatto che negli anni precedenti riuscivamo a mantenere la spesa corrente in titolo primo utilizzando una grossa quota di oneri di urbanizzazione quindi abbiamo sempre contenuto gli aumenti.  Nel momento in cui il piano regolatore è andato a esaurirsi gli oneri sono andati sempre più a scendere  e quindi, sostanzialmente abbiamo dovuto reperire altre risorse. Ricordo che le spese correnti sono finanziate da entrate correnti. Nel rispetto della legge possono essere finanziate spese correnti con entrate non aventi carattere di continuità, tipo oneri di urbanizzazione e recupero di evasioni Ici. Nel caso della città di Santena queste ultime voci negli anni hanno assunto particolare rilevo. Nel bilancio 2009 abbiamo messo 400mila euro di evasione Ici e 480 mila euro per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione. Pertanto è necessaria al riconferma dell’aliquota dell’addizionale Irpef proprio per continuare a garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini. L’avanzo di amministrazione non può essere utilizzato a titolo primo a compensazione di una minore aliquota perché non ha carattere di continuità, ma solo in caso di assestamento. Vorrei ricordare che diversi sindaci, alla riunione dell’Anci, hanno manifestato la necessità di sbloccare il blocco dei tributi per ottenere il pareggio di bilancio».

Benny NicotraLa parola è quindi passata al sindaco Benny Nicotra: «Ricordo che ci sono dei Comuni limitrofi, del chierese, che hanno dei seri problemi per la chiusura del bilancio perché non hanno fatto ricordo all’addizionale Irpef. Ci sono Comuni che erano considerati roccaforti per le entrate, ma che ora hanno seri problemi per la chiusura del bilancio proprio perché non hanno adottato l’aumento dell’Irpef».

Bruno FerragattaBruno Ferragatta, capogruppo dell’Unione centrosinistra, ha detto: «Non posso rinunciare a una battuta politica. L’addizionale Irpef è uno degli aspetti del famoso federalismo tanto decantato. Qui però il problema è un altro; io sono anche d’accordo che le tasse Irpef restino sul territorio. Alla fine con 0,7 per cento si prende il massimo che si può per realizzare le cose che bisogna fare per i cittadini. Il problema grosso è che qui le tasse non diminuiscono ma aumentano. Si è costretti ad aumentare l’addizionale comunale Irpef perché arriva meno denaro dallo Stato centrale alle periferie. Questo, mi sembra, è il tema che pone l’Anci. Si potrebbe metter giù un ordine del giorno a sostegno della richiesta dell’Anci.  Io gradirei molto che fosse proposto dalla maggioranza che amministra questa città che è speculare a quella che c’è a livello romano. Un documento per chiedere che se i cittadini pagano lo 0,7 per cento di addizionale sull’Irpef si vedano eventualmente abbassate le tasse in altri settori. Oggi, invece, si rischia di sommare i costi anziché andare incontro ad agevolazioni».

edoardo-tamagnone-16lug09Edoardo Tamagnone, capogruppo di Progetto Santena, ha detto: «Come ha detto Ferragatta, l’obiettivo cui si tende in questi anni è arrivare al federalismo fiscale. Il che significa avvicinare il centro di tassazione al territorio, per cui la possibilità di aumentare la quota di prelevamento su aliquota Irpef è in nuce: il problema è un altro ed è connesso al federalismo. Qui si concede ai Comuni la possibilità di tassare e aumentare l’aliquota, però con questi soldi occorre aumentare i servizi. Poi, dopo 5 anni saranno i cittadini a giudicare se l’amministrazione ha usato bene quei soldi per dare quei servizio. Se il giudizio sarà negativo potranno mandare a casa l’amministrazione. Se ci sono i servizi credo che questo prelevamento sia doveroso, perché la qualità comunque costa e non si può fare diversamente».

«Il problema che citava l’assessore Paolo Mosso è di attualità – ha aggiunto Tamagnone –. Mosso dice paghiamo i servizi tramite gli oneri di urbanizzazione; ma questo vuol dire che si deve costruire sempre di più e quindi si consuma più territorio. Più persone verranno ad abitare e quindi serviranno ancora altri servizi. Insomma, è un cane che si morde la coda e che sarebbe bene evitare. Si potrebbe, invece, aumentare le tasse o tagliare i servizi in mancanza di trasferimenti da Roma, perché di questo stiamo parlando.  O si tagliano i servizi o si maggiorano le aliquota che i Comuni possono incamerare direttamente».

Da Edoardo Tamagnone è arrivata la dichiarazione di voto: «Noi ci asterremo. Progetto Santena negli anni passati ha condiviso questo aumento, a  fronte della prospettiva di garantire il livello di servizi esistenti. Però vorrei confermare anche quello che ha sostenuto il collega Roberto Ansaldi. Qui il problema di tutto ciò è nell’avanzo di amministrazione che appare troppo alto. Se noi con gli incassi che abbiamo dall’addizionale Irpef non garantiamo i servizi, ma li mandiamo nell’avanzo di amministrazione, il problema esiste. Una maggior attenzione nei confronti della formazione e gestione dell’avanzo è una questione che noi poniamo, con tutta l’opposizione».

Il sindaco Benny Nicotra è nuovamente intervenuto: «A me risulta che fino a oggi questa amministrazione non abbia ridotto o chiuso alcun servizio. E questo anche a fronte di tutti i problemi di risorse che si sono registrati, a partire dal nostro insediamento. Lo Stato ha sempre diminuito il ribaltamento di determinate risorse, ma i servizi nei riguardi dei cittadini non sono mai mancati. In uno degli ultimi consigli comunali, a fronte dei problemi sollevati dalla consigliera Siciliano, in merito alla reintroduzione della corsa singola per gli studenti, abbiamo immediatamente provveduto, anche se le esigenze non erano certo quelle di molti. Va anche detto che oggi si opera con una coperta sempre più corta e questo richiede una attenta e accorta pianificazione della macchina comunale.

«Al consigliere Roberto Ansaldi – ha detto il sindaco – ricordo che quando lui era assessore questo benedetto patto di stabilità non c’era e si potevano spendere tutte le risorse disponibili. Oggi l’avanzo di amministrazione tutela comunque la città per quanto riguarda l’oculatezza del bilancio. Bisogna anche dire che per iniziative legate alla gestione e pianificazione del territorio i fondi sono svincolati dal patto di stabilità. Anche per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione ci sono regole precise. Nel nostro caso l’avanzo servirà anche per estinguere dei mutui, che pagano interessi del 7 per cento mentre oggi siamo appena al 3 per cento. Useremo le risorse dell’avanzo anche per rinegoziare o eliminare alcuni mutui».

Roberto Ansaldi è nuovamente intervenuto: «Il principio che ha espresso l’assessore è sostanzialmente vero. Quello che non può funzionare è che da un lato per gli stessi servizi avete chiesto più soldi, ma poi non siete stati in grado di spenderli perche è mancata la pianificazione.  In sostanza è stato chiesto di più di quel che serviva per fornire questi servizi. Tutto questo fa sì che si origina un avanzo di amministrazione. L’avanzo è la differenza tra l’incassato e lo speso: in sostanza è stato chiesto di più di quel che serviva. Sono comunque d’accordo  col sindaco i servizi sono sempre stati erogati. Se si chiede di più ai cittadini si origina un avanzo di amministrazione. Un avanzo di amministrazione pari al 4 per cento dell’intero bilancio è normale, ma se – come capita a Santena – si arriva fino all’11 per cento, mi sembra che allora la situazione diventi anomala».

«Il sindaco – ha detto Roberto Ansaldi – continua a dire che questo succede per colpa del patto di stabilità. Quando avete aumentato l’addizionale Irpef da 2 a 7 per cento il Patto non esisteva. Ora però sono alcuni anni che è in vigore.  Il patto non è una variabile che piomba all’improvviso sul bilancio cittadino. Ormai il patto è la regola. Nonostante questo siamo al terzo anno che chiediamo ai cittadini più risorse di quelle che ci servirebbero. In consiglio questa situazione si è già ripetuta tre volte; siamo al terzo esercizio e al secondo avanzo di amministrazione.  Una cosa è certa: i cittadini pagano sempre più mentre i servizi non sono aumentati. E’ un dato che deve fare riflettere:  la pianificazione non è stata molto accurata e corretta. Ancora una cosa mi sento di dire: il prossimo anno se non fate qualcosa ci ritroveremo nella stessa situazione. Io dico anche che il bilancio di previsione 2010 ha un buon numero di capitoli che stanno a zero; non hanno risorse. Io proprio non capisco perché non siano stati adeguatamente finanziati».

Avviandosi a concludere Roberto Ansaldi ha aggiunto: «Il patto di stabilità non è arrivato dal cielo, è dal 2007 che c’è: ora sono tre anni che queste cose si sanno. Il sindaco dice che bisognerebbe ringraziare che Santena è un Comune virtuoso e quindi – tramite la Regione – potrà entrare nel patto regionale. Per cui si libereranno ulteriori risorse che ci consentiranno di realizzare altre opere pubbliche. Per entrare nei patti regionali occorre rispettare il patto di stabilità di anno precedente e ovviamente uno può pianificare le spese per stare dentro il limite. Un altro principio  da seguire riguarda il personale, che deve essere uguale alla media degli anni precedenti. E anche qui, Santena non dovrebbe avere difficoltà, perché noi non  abbiamo mai aumentato il personale e siamo sempre stati attenti a non mettere più persone di quelle che servivano. La cosa da dire è che anche senza un avanzo di amministrazione così alto noi saremo comunque entrati ne patto di stabilità regionale. Lo ripeto, a mio modesto parere è stato un errore chiedere ai cittadini di più di quel che serviva per gestire questo Comune. Detto questo, voi avete la vostra opinione – ovviamente diversa dalla mia –, ma io non voto questo punto, perché ritengo che le risorse non siano state pianificate correttamente». Sin qui il dibattito.

Dopo lunga discussione si è finalmente arrivati al voto. La riconferma dello 0,7 per cento quale addizionale Irpef è passata con dieci voti: Nicotra, Mosso, Giacone, Trimboli, Falcocchio, Gaude, Bergoglio, Maggio, Borgarello e Migliore. Hanno votato contro sei consiglieri: Ferragatta, Siciliano, Martini, Ansaldi, Galizio ed Elia. Si sono astenuti cinque componenti del parlamentino cittadino: Tosco, Tamagnone, Mastrogiovanni, Cascella e Miano.

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