Santena, Roberto Ansaldi, Udc, “Il consiglio comunale si può filmare”

SANTENA – 2 maggio 2010 – «Il consiglio comunale si può filmare»: questo il parere di Roberto Ansaldi, capogruppo Udc che, di seguito, argomenta la sua tesi.

Santena consiglio comunale

«La questione nata lunedì scorso in Consiglio comunale,  con il sindaco che si è opposto alle riprese,  è controversa e non solo a Santena – afferma Roberto Ansaldi, che subito si chiede – se un giornalista o un privato cittadino intende filmare le sedute del Consiglio comunale, lo può fare oppure no? La risposta è, a mio avviso, la seguente: sì, ma non in tutti i casi».

Roberto Ansaldi«Mi spiego meglio – prosegue Roberto Ansaldi – la pubblicità delle sedute è chiaramente stabilita dal Testo unico legge comunale e provinciale – decreto legislativo 267/2000 – che demanda al regolamento del Consiglio la possibilità di inserire eventuali limiti. Ora, siccome il nostro regolamento del Consiglio comunale nulla dice sull’argomento – quindi non pone limiti – non si può non confermare che le riprese possono essere effettuate. Questi concetti sono stati altresì ribaditi dal Garante della Privacy con pronunciamento dell’11 marzo 2001 – a proposito però di riprese televisive di una televisione locale e quindi da parte di un giornalista – con un solo avvertimento: che i consiglieri siano avvisati delle riprese. Ciò per evitare che, nell’esercizio della loro funzione, possano esprimere valutazioni che coinvolgano la sfera dei dati sensibili e ledere la privacy di persone terze. D’altra parte lo Statuto del comune a più riprese ribadisce – seppur a livello generale – il concetto della trasparenza, pubblicità e partecipazione: articoli 10, 34 e un intero capo, il quinto».

«In buon sostanza la cosa, stante il principio generale del Testo Unico e l’assenza di norme del nostro regolamento, non si può inibire a meno dell’avviso ai consiglieri – prosegue Roberto Ansaldi –. E’ quindi errato parlare di autorizzazione, semmai è necessario che chi intende effettuare le riprese avvisi il Presidente del Consiglio che, sentiti i capigruppo, dovrebbe definire se vi sono punti all’ordine del giorno che possono implicare valutazioni che coinvolgano la privacy di terzi e su questi, inibirne le riprese. In tutti gli altri punti è sufficiente avvisare i Consiglieri comunali, che devono tener conto delle riprese. Come al solito dovrebbe prevalere il buon senso: un Consiglio comunale è una seduta pubblica e come tale va intesa anche nell’ottica di favorire il più possibile l’informazione ai cittadini ed in questa logica non si comprende perché non si possano riprendere gli interventi – ribadiamo rigorosamente pubblici – dei consiglieri comunali. E se questa è l’indubbia sostanza – che nessuno avrà il coraggio di negare  – non si comprende come la  sostanza possa essere prevaricata da dei banali vizi – o cavilli – di forma».

Roberto Ansaldi conclude: «Sarebbe comunque opportuno che il Regolamento del Consiglio comunale si occupi della materia o, come hanno fatto alcuni Comuni, che si approvi almeno un ordine del giorno che definisca le regole a cui attenersi nelle more dell’approvazione delle variazioni regolamentari». **

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