Santena – 11 gennaio 2011 – Quanto successo durante il tavolo convocato ieri dalla Regione Piemonte per discutere della situazione dell’Ages di Santena lo spiega Enrico de Paolo, Filctem Cgil.
«In apertura di riunione l’assessore regionale Claudia Porchietto – afferma Enrico de Paolo – ha invitato il commissario straordinario Maurizio Civardi a spiegare perché si è arenata la trattativa che, invece, doveva concludersi entro il 31 dicembre 2010. Ricordo che il ministero del Lavoro ha emesso l’autorizzazione all’acquisizione, ma la firma davanti al notaio sinora non è mai arrivata. Il commissario ha illustrato alcuni aspetti su cui gli acquirenti avevano chiesto ulteriori chiarimenti. Una prima questione riguardava la garanzia dei livelli occupazionali. Il Ministero aveva chiarito che i 24 mesi decorrono dal termine del periodo di cassa integrazione. E’ quindi chiaro che, per le persone in cassa, la garanzia dell’occupazione deve essere di due anni a partire dal termine della cassa. Un altro problema che l’imprenditore Belforte e i suoi legali avevano segnalato riguardava il fatto che Egidio di Sora, nelle scorse settimane, aveva rivendicato la proprietà di alcune macchine presenti nel sito produttivo santenese. Si tratta di macchinari per stampaggio lamiera che arrivavano dalla Trust Metal Plastron. Il commissario ha spiegato che ciò non costituisce un problema: la Trust Metal Plastron nel frattempo è stata dichiarata fallita, quindi Di Sora non è più nelle condizioni di rivendicare la proprietà delle macchine. Durante la riunione è emerso che il commissario chiederà al Tribunale di Asti di respingere tale rivendicazione. Un altro problema sollevato dalla Belconn riguardava l’assenza del marchio CE su alcuni macchinari presenti nel sito santenese. Il commissario ha spiegato che la presenza del marchio di conformità europea è obbligatoria se la macchina deve essere commercializzata; se invece viene utilizzata per lavorazioni nell’ambito delle cessioni di ramo aziendali non c’è obbligo alla marchiatura».
Enrico de Paolo prosegue così: «Durante l’incontro in Regione è stato ricordato che l’offerta di acquisto è scaduta il 31 dicembre scorso. Dunque senza fatti nuovi il Tribunale di Asti, 13 gennaio 2011 non potrà che emettere la dichiarazione di fallimento. Dietro precisa richiesta i legali che conducono la trattativa per conto della Belconn e della Chemikal hanno confermato che l’imprenditore Belforte continua a essere interessato all’acquisto del ramo d’azienda. Il legale ha spiegato che – secondo loro – la trattativa si è arenata perché è stata condotta su condizioni diverse da quelle prospettate nell’accordo siglato nel novembre 2010. In sostanza al tavolo i legali hanno sostenuto che la trattativa, prima di arenarsi, sarebbe stata condotta su basi diverse da quelle di partenza».
«Le posizioni tenute degli acquirenti hanno sollevato molte perplessità tra i presenti al tavolo riunito negli uffici regionali di via Magenta – aggiunge Enrico de Paolo –. Che senso ha il ragionamento fatto sulla garanzia dei livelli occupazionali quando il piano industriale presentato prevede investimenti per quattro-cinque anni? Che problema ci può essere a mantenere gli occupati per due anni se il progetto industriale prevede uno sviluppo pluriennale. Ci chiediamo che tipo di operazione abbia in mente questo imprenditore se teme di dover mantenere gli occupati per due anni dalla fine della cassa integrazione».
Il sindacalista della Filctem Cgil aggiunge: «Nella riunione i legali della Belconn e della Chemikal hanno comunque riaffermato il loro interesse alla proposta e hanno annunciato l’intenzione di chiedere al giudice di emettere una ulteriore sentenza di rinvio. Sempre al tavolo gli acquirenti hanno detto che intendono impegnarsi a firmare entro il 15 febbraio 2011. Tutti i presenti hanno convenuto che difficilmente il Tribunale accoglierà tempi così lunghi. L’assessore regionale Claudia Porchietto ha ricordato come in un recente caso il Tribunale di Asti, a fronte dell’ennesima richiesta di rinvio, ha concesso cinque giorni di tempo agli eventuali acquirenti per perfezionare l’acquisto e poi, in mancanza di tale atto, ha dichiarato fallimento. Regione, Provincia e Comuni presenti hanno chiesto alla Belconn di ridurre drasticamente i tempi per arrivare alla firma davanti al notaio. Il tavolo si è chiuso con l’invito all’imprenditore Claudio Gabriele Belforte e ai suoi legali di preparare una lettera da consegnare al giudice entro l’udienza del 13 gennaio. Nella missiva gli acquirenti dovranno esplicitare la loro disponibilità a procedere celermente con l’acquisto. La richiesta di chiudere la vicenda Ages entro il 15 febbraio, inevitabilmente, porterà alla dichiarazione di fallimento. E’ ragionevole aspettarsi che il tribunale possa accogliere la proposta solo se prevede che entro pochi giorni si possa arrivare al rogito notarile».
«Sappiamo che al termine della riunione l’imprenditore Belforte e i suoi legali si sono riuniti in una saletta messa a disposizione dell’assessorato al Lavoro e hanno iniziato ad abbozzare la lettera da consegnare al commissario e al Tribunale di Asti. Noi del sindacato, con le Rsu, abbiamo fatto il punto della situazione – prosegue ancora Enrico de Paolo –. Ricordo che il 7 maggio 2010 sono scaduti i dodici mesi previsti per l’amministrazione straordinaria. Alla luce dell’arrivo dell’offerta per Ages Asti il sito produttivo santenese ha potuto usufruire di una ulteriore proroga, concessa fino al 7 agosto 2010. A questo punto, in zona Cesarini, sono arrivate due offerte e il Tribunale di Asti ha nuovamente concesso una proroga prima di emettere sentenza di cessione di ramo d’azienda o di fallimento. Nel frattempo la prima offerta non si è concretizzata ed è entrato in gioco l’imprenditore Belforte con le ditte Belconn e Chemikal. In novembre c’è stata la firma di un verbale di accordo preliminare che prevedeva l’assunzione di 111 persone entro fine 2010. Poi tutto si è arenato sino alla convocazione del tavolo – riunione sollecitata dal sindacato e Rsu – da parte della Regione, avvenuta ieri, lunedì 10 gennaio 2010».
Enrico de Paolo conclude: «Il problema è che ormai tutti i termini sono scaduti e noi oggi non possiamo fare altro che prendere atto di tutto quello che è avvenuto. Noi organizzazioni sindacali, con i lavoratori, riteniamo di avere fatto la nostra parte. A poche ore dall’udienza del prossimo 13 gennaio auspichiamo che l’imprenditore Belforte metta giù la lettera e che questa sia sufficiente a scongiurare la sentenza di fallimento. Naturalmente il nostro è un auspicio. Di più non possiamo fare. In questi mesi le abbiamo provate tutte. Ci siamo attaccati a tutti i possibili spiragli. Oggi certo la situazione appare abbastanza difficile. Consideriamo positivo che l’imprenditore si sia presentato al tavolo in Regione e abbia manifestato la volontà di proseguire la trattativa. Occorre anche considerare che a sostegno dell’intenzione di acquisto c’è il peso di una caparra.Ci auguriamo che la lettera permetta al giudice di concedere un ulteriore rinvio e che questo serva a concludere l’accordo di cessione del ramo d’azienda e a salvare almeno 111 lavoratori. Il futuro non è più nelle nostre mani, ma in quelle della Belconn».
A tarda sera di oggi, martedì 11 gennaio, la lettera ancora non è arrivata.
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