Santena, arriva una donazione per la costituenda onlus caritativa della Forchino

Santena – 30 gennaio 2011 – Molti sono contrari, ma il presidente della Forchino, il dottor Francesco Cima, non demorde: ha intenzione di costituire una onlus caritativa, come costola della casa di riposo. Intanto arriva la proposta di un ospite che intende destinare il 15 per cento della sua donazione “una tantum” alla costituenda onlus caritativa.

L’idea di costituire una onlus caritativa frulla nella testa del dottor Francesco Cima, presidente della Forchino, da tempo. Mesi fa il progetto è stato presentato in alcune riunioni al Comune, alla parrocchia e ad altre associazioni cittadine: molte hanno sollevato dubbi e perplessità sull’iniziativa.

A fine anno, nella lettera ai santenesi che il presidente della Forchino ha fatto affiggere negli spazi dell’affissione, c’era scritto: «…vogliamo dire a chiare lettere che la Casa di Riposo non si sottrarrà a quanto di aiuto possa dare ai bisognosi, e non solo per i più anziani, poiché da circa un anno stiamo lavorando a un’idea, forse ambiziosa e temeraria, che prevede la costituzione di una Onlus caritativa, nata dall’Amministrazione della casa di Riposo, ma con bilancio e fondi separati, sia ben chiaro, senza nulla intaccare i fondi della Forchino, per sovvenire, ove possibile, alle necessità primarie dei Santenesi in gravi difficoltà economiche. Ci sentiamo, oggi, nella pienezza morale per potere, alla luce dei nuovi tempi, interpretare e adattare quell’articolo dello Statuto con cui nacque la Casa di Riposo e che prevedeva l’assistenza gratuita per gli indigenti anziani di Santena. Questo, speriamo, sarà fatto anche, e soprattutto, con il Vostro aiuto che mai è mancato». Il manifesto era datato 15 dicembre 2010.

A inizio anno il progetto di una onlus caritativa è stato chiaramente bocciato da Roberto Ansaldi, consigliere Udc che, nel sito gestito dai gruppi di minoranza Udc e Insieme per Santena, aveva parlato chiaro: «E’ da qualche mese che la voce circolava, ma ora è ufficiale: l’opera pia Forchino vuol creare un’onlus  – società senza obiettivi di lucro –  per aiutare i bisognosi, come comunicato a rossosantena dal presidente Francesco Cima, appena riconfermato dal sindaco nella carica».

Roberto Ansaldi aggiungeva: «Quando c’è da aiutare chi è in difficoltà non abbiamo nulla in contrario in linea di principio, quindi ben vengano iniziative in tal senso, semmai le nostre perplessità sono di ordine economico in primis e di ordine logistico in secundis. Ci spieghiamo meglio. L’opera pia Forchino, che avrebbe finalità diverse, dovrà organizzare la struttura operativa e trovare i denari per gli aiuti. Siccome dalle dichiarazioni dei consiglieri uscenti del cda del Forchino parrebbe che l’ente non nuoti nel denaro – anzi ci sarebbero problemi in tal senso e l’esercizio chiuderebbe in rosso se non ci fosse un lascito a copertura –  bisognerebbe chiedersi dove l’ente troverà i soldi per gli aiuti. Nell’ipotesi invece che i denari fossero disponibili, gli stessi andrebbero portati a termine da un lato a migliorare la struttura o i servizi – almeno che non si dimostri che è già al top e che non serve nulla in tal senso – e, se anche così fosse, ci sarebbe comunque da obiettare che la finalità principale dell’opera Pia è di non aumentare le rette degli ospiti».

Sempre Roberto Ansaldi aggiungeva: «In città esiste già un’altra Onlus che opera nel campo ed è la Caritas parrocchiale cui, è utile rammentare, l’amministrazione non eroga alcun contributo degno di tale nome. Sei mesi circa fa, in consiglio comunale, presentammo un’interpellanza in tal senso, finalizzata a erogare 10.000 euro l’anno alla Caritas parrocchiale per gli interventi che necessitano, purtroppo, sul territorio. Il vicesindaco Domenico Trimboli, con delega al Sociale, in consiglio ci disse che non c’era trippa per i gatti e che semmai, si sarebbe potuto operare sui bilanci a venire, con un coordinamento molto stretto tra amministrazione comunale e Caritas, per evitare doppioni e dispersioni nell’erogazione dei contributi. Chiedemmo una riunione in tal senso pregando, altresì l’assessore di essere invitati per dare il nostro contributo costruttivo. Ci venne assicurato che si sarebbe operato celermente, ma da allora non abbiamo più sentito nulla e nessuno…».

Il capogruppo dell’Udc conclude: «A questo punto c’è da chiedersi se le argomentazioni del vicesindaco erano fumo negli occhi per lasciare le cose come stavano o se erano intenzioni serie. Se erano serie, la domanda è d’obbligo: come mai i doppioni e le dispersioni in questo caso non sarebbero un problema? A nostro parere dovrebbero esserlo egualmente e, a maggior ragione, perché se nel caso del contributo alla Caritas l’ente gestore dei denari era lo stesso,  nel caso dell’onlus dell’opera Pia Forchino i soggetti erogatori sarebbero addirittura diversi. Vedremo in seguito come si evolve una situazione che rischia di creare confusione in un settore molto delicato, così come scopriremo nel bilancio 2011 se, e in che modo, ci sarà l’intervento contributivo che l’amministrazione comunale aveva ipotizzato, e nei confronti di chi».

Domenico Bellero, uno dei volontari della Caritas cittadina, spiega: «Sono state convocate due riunioni. Della prima non siamo stati avvisati. La nostra posizione è chiara: naturalmente in città possono esistere due organizzazioni caritative, l’importante è collaborare insieme per non fare dei doppioni. La Caritas  ha sottomano la situazione delle persone indigenti e quelle che hanno bisogno di sostentamento. Oggi la Caritas parrocchiale assiste oltre 70 nuclei familiari».

Ho chiesto un parere anche al vicesindaco Domenico Trimboli. Alcune settimane fa, in un colloquio informale, ci accennò quello che pensava in merito e cioè che sarebbe stato meglio non proseguire con tale ipotesi. Nei giorni scorsi gli abbiamo rifatto la stessa domanda, con un registratore alla mano: «Sul progetto della onlus caritativa della Forchino – ci dice ora Trimboli – non intendo dire proprio nulla».

Mentre molti paiono propensi a bocciare il progetto, il presidente della Forchino tenta di mettere il carro davanti ai buoi. Nel verbale di deliberazione numero 3, approvato il 13 gennaio scorso, il consiglio di amministrazione ha approvato una proposta  di offerta da parte di un ospite B.M. a favore della Forchino. Nella deliberazione è scritto: “…Il signor B.M., nato a Santena l’8 dicembre 1938, attualmente ospite di questa casa di riposo ha inviato una nota contenente una proposta di offerta una tantum per protrarne la permanenza nella struttura sino alla fine della propria vita”. Sempre nel documento è scritto che “…con la citata nota, il signore B.M., ha conferito alla casa di riposo, nella persona del suo presidente, dott. Francesco Cima, il mandato di provvedere alla vendita dell’immobile di sua proprietà, ubicato in Santena, in via Cuneo, 5».

Nella delibera del cda è specificato che il ricavato derivante dalla vendita dell’immobile sarà così devoluto: l’85 per cento alla casa di riposo Forchino; il 15 per cento alla “costituenda onlus caritativa che dovrà prendere vita su iniziativa del consiglio di amministrazione della casa di riposo, precisando che se tale onlus non dovesse nascere entro il 2011, il 100 per cento del ricavato andrà alla casa di riposo”.

Sempre nel documento è scritto che, in cambio di questa donazione, la casa di riposo dovrà garantire al signor B.M.: l’alloggiamento, in camera doppia, e vitto compreso, in qualsiasi stato di salute venga a trovarsi, sino alla fine della propria vita; le spese per la salute e le spese di lavanderia resteranno a carico del donatore.

Nella delibera il cda scrive che ritiene conveniente “accettare la proposta che prefigura un vantaggio per la casa di riposo in quanto consente di acquisire al patrimonio della struttura un patrimonio utilizzabile sin da subito». Nel documento si precisa che l’immobile sito in via Cuneo è stato stimato da 85mila a 112mila euro. Con la delibera si da mandato al presidente affinché venga concretizzata la proposta entro il mese di marzo 2011. La delibera è stata approvata dal cda con la presenza del presidente Francesco Cima e dei consiglieri Antonio Viglietti, Matteo Lutanno e Valter Riva. Assente Massimiliano Miano.

In chiusura due postille. La prima: sicuramente è solo una svista, ma l’oggetto del verbale di deliberazione del cda parla del signor M.B., mentre all’interno del testo il signore diventa B.M. La seconda postilla è per il presidente della Forchino: se desidera intervenire mandi pure un contributo al blog, magari utilizzando la posta elettronica, così potrà evitare di farmi citare dai suoi legali in Tribunale come teste per sapere se ho riportato le sue missive nell’esatta stesura e rappresentazione grafica. E di questa altra storia riferirò nei prossimi giorni.

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