Santena, Ages, Carlo Chiama assessore al Lavoro della Provincia di Torino, informa sui progetti di ricollocazione

Santena – 25 marzo 2011 – Carlo Chiama, assessore al Lavoro, formazione professionale, orientamento per il mercato del lavoro della Provincia di Torino, fornisce alcune informazione sui progetti di ricollocazione, uno strumento  che potrebbe rappresentare una opportunità per i lavoratori di Ages Santena.

 

«Sia la Provincia, sia il Comune di Torino – afferma l’assessore Carlo Chiama – gestiscono progetti di ricollocazione che sono degli affidamenti a società specializzate per aiutare le persone che hanno perso il lavoro – o che sono in mobilità – a ricercare una occupazione. La Provincia ha quindi la disponibilità a ragionare sull’inserimento anche dei lavoratori di Ages Santena. Certamente il dato da rimarcare è che prima dell’inizio della crisi occupazionale che stiamo attualmente vivendo questi progetti avevano dei tassi di successo intorno al 50-60 per cento, mentre oggi siamo intorno al 20-30 per cento di successo e questo a cause delle attuali difficoltà occupazionali. Detto questo, da parte della Provincia c’è tutta la disponibilità a fare tutto il possibile per i lavoratori di Ages Santena».

L’assessore al Lavoro della Provincia, aggiunge: «In realtà, per quanto riguarda i progetti di ricollocazione ci sono diversi strumenti. C’è un bando vecchio che avevamo e che adesso si sta andando a chiudere. C’è un bando attivo della città di Torino. C’è un processo di ricollocazione nell’ambito della cassa in deroga. C’è un nuovo bando della Regione Piemonte per la ricollocazione che verrà gestito dalle Province e sta partendo in questi giorni. Poi c’è un bando nostro, per cui noi abbiamo circa 500 disponibilità di persone che potranno essere inserite in questi percorsi sul territorio della provincia di Torino; e questo potrà avvenire a partire da un paio di mesi, fino a metà dell’anno 2012. Lo ribadisco, la ricollocazione è una opportunità, purtroppo la situazione occupazionale in questo momento è veramente difficile e quindi ci vorrebbero ben più dei 500 posti che abbiamo disponibili».

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