Santena – 2 aprile 2011 – Intervenendo all’inaugurazione della mostra di acquerelli il sindaco Benny Nicotra ha toccato il tema dell’usura. Ecco quanto ha detto oggi pomeriggio il primo cittadino davanti ai soci dell’Unitre, riuniti a palazzo Visconti Venosta.
All’inaugurazione della mostra di acquerelli il sindaco, tra le altre cose, ha toccato il tema usura, argomento rilanciato in questi giorni dal quotidiano torinese La Stampa: «Mi scuso con i miei cittadini per quello che appare ogni tanto sugli organi di stampa. Però io, credetemi, dovessi trovare un usuraio che fa l’usuraio lo denuncerei, anche se fosse un mio parente. Però, nell’insieme, ormai siamo nella fase della politica che scredita. Oggi sia io sia il parroco siamo sul giornale; lo eravamo anche ieri. Forse per vendere i giornali c’è bisogno di mettere degli articoli così; io dico che la disinformazione continua a implementarsi. Sarebbe meglio fare informazione. Sarebbe più bello scrivere la verità. Poi, avessi incontrato davvero queste persone; dopo quanto hanno detto nei miei confronti mi sono dedicato ad andare a vedere chi sono. Ora che faccio, li denuncio: gli hanno già portato via tutto. Chi querelo. Però, come posso tutelare la mia persona».
Il sindaco ha aggiunto: «Io fino a oggi, lo dico così qualcuno lo scrive, ho già querelato più di trenta persone. Ma non dico nomi e cognomi; quando ci troveremo davanti ai giudici andremo a vedere chi ha ragione e chi ha torto e chi diffama. Le ingiurie e la diffamazione fanno parte di una bassissima cultura di civismo. Ogni persona di noi concede e fa il massimo e poi riceve anche gli schiaffi. Gesù Cristo l’hanno inchiodato per tutto il bene che ha fatto. Per cui non si fa mai abbastanza. Vedersi sempre sui giornali non è bello, quando uno vive in una dignità e in una onorabilità della famiglia. Mia moglie mi dice sempre, ma chi te lo fa fare? Però, siccome sono dello scorpione, mi piacciono le sfide e, di conseguenza, non mi piace mollare e se devo dare un cazzotto o una sberla non me lo faccio ripetere. Io rispondo, non con le mani, ma con gli esempi».
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