Santena – 14 maggio 2011 – Di seguito, un commento rispetto allo scioglimento del consiglio comunale inviato da Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil Torino.
«Mi sembra, nello scenario delle dichiarazioni che ho letto sul blog cogliere tre schieramenti – afferma Dario Boni –. Chi si è sempre manifestato oppositore della “linea” Nicotra, chi lo è diventato per ragioni svariate “cammin facendo”, chi se ne sta dissociando, ora, dopo averlo strenuamente sostenuto. Sembrerebbe emergere un quadro paradossale; la declinazione dei doveri di chi è chiamato ad amministrare una città legata agli umori, al carisma, alla personalità, alle esigenze di un’unica persona. Se proviamo a paragonare questo scenario alla nostra dimensione nazionale, quante analogie».
Dario Boni prosegue: «Se questa è la realtà, molte sono le responsabilità, che vanno equamente divise tra quanti avendone avuto l’opportunità, governandola, non sono riusciti a cogliere le reali condizioni in cui versa la nostra città. Non è solo un problema di “buche” o di sponsorizzazioni degli eventi. Basta leggere i dati. Oltre 10.500 abitanti – di cui il 7 per cento neo/extra comunitari – e 4.400 famiglie nel complesso. L’età media è poco più di 42 anni; il 14 per cento sotto i 14 anni, il 68 per cento tra i 14 e i 65 anni, il 18 per cento oltre i 65 anni. 80 le nascite nel 2009, 121 i morti. Il nostro è un paese di giovani, non di anziani; è però un paese dove la famiglia, all’interno della quale vive quasi totalmente la popolazione, è in grave difficoltà».
Il segretario generale della Fillea Cgil di Torino aggiunge altri dati: «Il reddito medio dei santenesi era infatti nel 2009 circa 12.500 euro, contro le medie nazionali per i lavoratori dipendenti di oltre 19.000 euro e dei pensionati di 14.000 euro. Santena è un paese in grave crisi. Nessuna risposta all’emergenza lavoro; ricordiamoci però, anche per il futuro, che le politiche locali possono mettere in campo iniziative, pianificare strategie, cogliere occasioni, per aprire spazi appetibili agli investimenti, senza per forza entrare in dimensioni speculative, rilanciando l’occupazione. Inutile ricordare ora le lotte dei lavoratori santenesi in difesa dei loro posti di lavoro, dall’Ages alla Laria, per citare le più eclatanti. Redditi bassi per le famiglie di Santena; affitti, scuola, sanità, tasse, cibo, abbigliamento, cozzano contro un quadro dominante di lavoratori, persone, in cassa integrazione o senza lavoro».
Dario Boni chiude così il suo contributo: «Ora bisogna guardare avanti, ma bisogna prestare attenzione, consci di entrare in una lunghissima fase di campagna elettorale dove i programmi, il futuro, non si costruiscono sugli interessi di pochi a discapito dei bisogni di tanti».
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