Santena – 24 giugno 2011 – Sindacato e Rsu hanno avuto un secondo incontro con la Belconn gomma e cavi. I rappresentanti della ditta hanno fornito informazioni su alcuni problemi relativi alla busta paga, ma nessuna notizia è arrivata in merito all’avvio del piano industriale che dovrebbe portare la ditta alla ripresa produttiva. A quattro mesi dalla nascita della Belconn gomma e cavi non è ancora stato firmato il decreto che concede la cassa integrazione. A fronte di ciò il sindacato e la Rsu hanno chiesto un incontro con la Belconn gomma e cavi alla presenza di Regione, Provincia e Comune di Torino, per cercare di sbloccare la situazione e ottenere dal Ministero il via libera alla cassa integrazione.
Enrico De Paolo, sindacalista Filctem Cgil, afferma: «In settimana abbiamo avuto il secondo incontro con i dirigenti e rappresentanti della Belconn gomma e cavi. Durante la riunione sono arrivati i chiarimenti riguardanti una serie di questioni che avevamo posto in merito alla busta paga e altre questioni, ma non sono invece state fornite informazioni rispetto al procedere del piano industriale. Il sindacato e la Rsu chiedono certezze per quanto riguarda l’avvio dei lavori di ristrutturazione, propedeutici alla ripresa dell’attività del sito industriale».
«Subito dopo gli esiti della seconda riunione con i rappresentanti della Belconn gomma e cavi abbiamo ritenuto opportuno come organizzazione sindacale e come Rsu di chiedere un incontro alla presenza di Regione, Provincia e Comune di Torino. Si tratta di tre enti che formalmente si erano resi garanti dell’operazione che ha portato alla cessione del ramo d’azienda dell’Ages con la nascita della Belconn gomma e cavi. La nostra richiesta è arrivata perché vogliamo chiedere alla Regione e agli altri enti di operare per accelerare i tempi in merito alla concessione della cassa integrazione. Ricordo che i lavoratori che non hanno chiesto l’anticipo della cassa integrazione percepiranno il salario relativo alla cassa solo quando arriverà il decreto da parte del Ministero. Subito dopo la costituzione della ditta Belconn gomma e cavi la domanda di cassa è stata presentata al Ministero, ma finora il decreto di autorizzazione non è ancora stato firmato. In sostanza è da febbraio 2011 che gli oltre 100 lavoratori non vedono il salario».
«Sindacato Rsu e lavoratori sono chiaramente preoccupati anche perché se il programma di ristrutturazione e di riorganizzazione preannunciato dalla Belconn gomma e cavi non viene avviato, esiste il concreto rischio che non venga concessa la cassa integrazione. Per queste motivazioni e per tali fondate preoccupazioni noi abbiamo ritenuto di chiedere un incontro con la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e il Comune di Torino. Si tratta dei tre enti che si erano resi garanti durante la trattativa che ha portato alla cessione del ramo d’azienda di Ages e alla nascita della Belconn gomma e cavi».
Cristofaro Monte, Rsu Femca Cisl, aggiunge: «Questa settimana hanno lavorato solo due persone per realizzare rimasugli di vecchie commesse. Sempre in settimana hanno varcato i cancelli 7-8 impiegati. In sostanza però la fabbrica è completamente ferma. Dirò di più: noi lavoratori, in questi mesi, non abbiamo assolutamente percepito che la fabbrica si stia muovendo per ripartire con le produzioni che ancorché minime, vanno scemando. Negli ultimi giorni ci hanno addirittura comunicato che alcuni pezzi non vengono più realizzati perché i costi supererebbero i ricavi. Subito dopo la nascita della nuova ditta lavoravano anche 20 persone, poi il numero è andato riducendosi, sino ai due di questa settimana. E’ evidente che, a fronte di tali preoccupazioni, il sindacato chieda un incontro con la Belconn gomma e cavi alla presenza di Regione, Provincia e Comune».
Ilario Coniglio, Rsu Filctem Cgil, afferma: «Oltre al fatto che quelli che lavorano sono pochi e sempre di meno, occorre altresì segnalare che i salari a queste persone arrivano in ritardo» e subito aggiunge: «Vorrei inoltre rendere nota un’altra preoccupazione. Chi non ha chiesto l’anticipo della cassa integrazione vedrà lo stipendio arrivare solo dopo la firma del decreto. Una serie di lavoratori, grazie a una convenzione con la Regione Piemonte, si è rivolta all’Unicredito per avere l’anticipo del salario della cassa. C’è però un problema: se entro nove mesi il decreto non sarà firmato questi lavoratori dovranno restituire all’istituto bancario le somme avute come anticipo. Questa scadenza, evidentemente, sta facendo perdere sonno e tranquillità a molti di noi lavoratori. Oggi sono già passati quattro mesi, ne restano ancora cinque, ma soprattutto in azienda nulla si sta muovendo e il piano industriale sinora è rimasto sulla carta».
Enrico De Paolo, chiude così: «Per tutte queste ragioni abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo: in quella sede intendiamo fare il possibile per chiedere alla ditta di procedere con il piano industriale e sollecitare l’autorizzazione alla cassa integrazione. Nei prossimi giorni ci attendiamo la calendarizzazione dell’incontro».
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