Santena – 10 luglio 2011 – Di seguito la lettera che ci ha inviato oggi l’architetto Diego Zangirolami, uno degli autori del progetto per la realizzazione di un’installazione artistica – silhouettes di Cavour – per le rotonde d’accesso al centro urbano cittadino. Ecco il testo del contributo che volentieri pubblichiamo.
Sono Diego Zangirolami, la presente è una lettera aperta che spiega le ragioni dell’installazione su Cavour a Santena. È una risposta in merito all’articolo apparso a pagina 40 del Corriere di Chieri pubblicato l’8 luglio 2011.
Sono molto soddisfatto del dibattito intorno all’argomento “Sagome” di Cavour, sarei rimasto deluso se fossero stati assenti i detrattori, non di meno ci sono anche i simpatizzanti. Quello che mi fa specie è l’assenza di un’interpellanza degli autori. Solitamente si fa qualche domanda anche agli autori dell’opera.
La cosa finora è stata ritenuta superflua, ma io penso sia utile fare un po’ di luce sulla questione. Innanzi tutto, l’Arch. Gatti ed io siamo stati coinvolti perché abbiamo lavorato nel dietro le quinte di mostre ed esposizioni riguardanti il grande Statista presso la Villa di Santena, infatti quando si è trattato di progettare il percorso espositivo di “Cavour e il suo tempo” siamo stati noi a curare la parte del disegno e della realizzazione. Recentemente abbiamo ideato anche le teche per la saletta delle Onorificenze. Tengo a precisare che entrambe le operazioni sono state condotte a costo zero, per volontariato insomma. Mi pare una cosa significativa. Ciò detto, costo zero non deve corrispondere a una perdita di qualità. A ulteriore conferma della genuinità del nostro operato, voglio precisare che nel febbraio scorso ho prodotto un’intera personale in Santena sulla figura di Cavour, dal titolo “Camillo Benso come non l’avete mai visto”. Alcuni dei miei ultimi quadri esposti a Torino sono ritratti del Conte. Questo per dire che ho una discreta consuetudine con l’immagine dello Statista e mi piace rappresentarlo in maniera inedita, ma sempre rigorosamente su modello dell’originale. Il rispetto che suscita in me la levatura del personaggio, mi ha imposto quantomeno la somiglianza. Hanno scritto recentemente, sulla medesima testata, che se guardi le sagome viene in mente la celeberrima silhouette di Hitchcock. È vero, quella era una delle intenzioni, la più ironica a dire la verità, ma l’installazione ha molte anime e va vista sotto diverse luci, per questa ragione vorrei rispondere punto per punto alle varie osservazioni.
Una spiegazione esaustiva va data anche nel rispetto della collettività che volente o nolente ne usufruirà. Questa installazione sarà permanente e costruita per i Santenesi, è bene che se ne conoscano i dettagli. Innanzi tutto il plico che è circolato e che ha fatto discutere è il progetto presentato dall’ex assessore Borgarello presso la Provincia di Torino per ottenere il finanziamento, per questa ragione è necessario aggiungere qualcosa dal momento che il suo contenuto era squisitamente tecnico. Mi preme dire, come punto d’onore, che il sodalizio professionale di cui faccio parte insieme all’Arch. Gatti si è impegnato, anche questa volta, a ridurre all’osso i costi che riguardano soltanto i materiali. Si tratta di semplici lastre d’acciaio Cort-ten tagliate al laser, la facilità d’esecuzione è totale, questi sono dati incontrovertibili. Riuscire a costruire a bassissimo costo un’installazione artistica che insieme abbellisca gli anonimi accessi veicolari di Santena e che segnali ai tanti visitatori la presenza dei tesori della famiglia Cavour penso sia rilevante per non dire eroico, se si pensa a quanto elevati sono i costi di una qualsivoglia operazione dello stesso tipo. Invece di budget milionari in questo caso si parla di 5 000 euro, che sono inferiori al valore dell’auto meno costosa attualmente presente sul mercato. Vorrei fosse chiarissimo che dal capo opposto dell’Italia infuriano le polemiche sulla Biennale di Venezia in merito ad opere “demenziali” oltre che costosissime, mentre qui stiamo discutendo di briciole. Non ho la pretesa che la nostra opera piaccia a tutti, ma vorrei che ne fosse compreso il contesto il cui si è delineata l’intera operazione.
Detto questo, conoscendo la passione del Conte per le tecnologie, io credo sarebbe stato più che soddisfatto d’essere rappresentato attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia, non dimentichiamo che Cavour era un innovatore. Le “Sagome” sono concepite a partire dai ritratti più famosi di Camillo Benso, un paio addirittura su modello della statua che accoglie i visitatori all’ingresso del percorso di visita. A differenza della scultura classica, questa installazione punta a eliminare la terza dimensione. L’idea originale è quella di proporre dei ritratti in silhouettes, tecnica assai in voga a fine Settecento e a inizio Ottocento, epoca in cui nasceva il Conte, quando ancora la fotografia non era stata inventata.
Nonostante sia stata pubblicata sulle pagine del giornale un’immagine dell’elaborato tecnico con tanto di quotatura in millimetri, nessuno si è preso il disturbo di leggere quali effettivamente siano le dimensioni di queste sagome: 1 998 mm di altezza corrisponde a un metro e novantanove circa per una larghezza che varia dai 50 cm al metro e quaranta (nel caso delle due sagome appoggiate al supporto per le scritte). Perciò le sagome non saranno grandi 3 metri per 1,50; è vero che noi volevamo che fossero visibili, ma non colossali!
Per togliere ogni dubbio sui materiali, ebbene il Cor-ten è un acciaio molto utilizzato nell’architettura e nell’arte contemporanea per via delle sue particolari doti estetiche. Il Cor-ten al manganese, fosforo o carbonio, arrugginisce subito per rivestirsi di una scocca protettiva data dall’ossidazione. Quindi voglio fugare ogni dubbio circa la ruggine: è parte integrante dell’opera. Per quanto riguarda il taglio al laser: per antonomasia è un metodo di taglio preciso al decimo di millimetro, lo si utilizza addirittura per la chirurgia.
L’illuminazione notturna è prevista nell’idea di progetto, in modo da sottolineare le sagome e far si che siano visibili per chi passa di lì la notte, anche di ritorno dalle discoteche, dai ristoranti e dai locali in generale sparsi sul territorio. – È ovvio che per chiunque non sappia dove andare o sia in stato di ebbrezza, anche una rotonda può rappresentare un pericolo -. Lo scopo, non dimentichiamoci, è di far sì che chi esce dall’autostrada, oppure arriva da: Torino, Moncalieri, Chieri, Cambiano, Trofarello, Asti, Alba, Poirino, Carmagnola, Villastellone, insomma chiunque confluisca nelle rotonde di via Nazionale e via Asti possa venire a conoscenza che a Santena c’è molto da vedere e che è bene farci una capatina. Più verranno valorizzate le eccellenze della nostra città e più si creerà indotto anche per gli esercizi commerciali.
Basti pensare al Castello di Aglié e come sia diventato un’attrattiva in quanto luogo di ambientazione della serie televisiva “Elisa di Rivombrosa”.
Questa installazione è solo un primo passo a mio avviso per una più ampia valorizzazione del complesso cavouriano. La villa, il parco e la tomba sono gioielli che vanno valorizzati in maniera proficua, la dott.sa Borgarello con questa operazione vuole dare questo messaggio in maniera innovativa. Noi ci siamo adoperati come strumento per rendere il messaggio più semplice ed efficace possibile.
La villa così ricca di arredi originali è di documenti storici, è stata a lungo sconosciuta ai più, anche se nel corso di quest’anno le visite sono considerevolmente cresciute. Il dott. Fasano si è premurato affinché l’installazione rendesse omaggio alla memoria dello Statista e rispondesse ai requisiti di visibilità e qualità. Va detto che quelle due rotonde sono veramente dei luoghi privi d’identità.
Per chi propendeva per l’ipotesi di inserire sculture nel parco, be’ voglio rispondere che non è questo il senso delle sagome o silhouettes che dir si voglia. Il parco è parzialmente chiuso, è visitabile meno del 10% della sua superficie pertanto sarebbe sensato promuoverne la riapertura inserendo nel programma anche mostre di sculture così come quelle organizzate dal Castello di Racconigi nel relativo parco. Voglio anche dire, fuori dai denti, che l’impatto di queste sagome sulle rotonde non è certamente quello di una “giostra”, Cavour non è un cavallino a dondolo ha una sua fisionomia ben riconoscibile che esula quella degli equini.
Per tranquillizzare chi ha timore che possano essere pericolose, è bene sottolineare che la conformazione delle rotonde rende molto difficile che i veicoli possano salire su un cordolo di 50 cm d’altezza, ma in ogni caso non saranno collocate sul perimetro bensì ad una distanza intermedia dal centro della rotonda medesima.
Le sagome sono declinazioni del singolo personaggio e puntano a far sì che sia Lui a introdurre il visitatore all’interno della nostra città. Sono state concepite tutte diverse per non dare un’idea di standardizzazione. Abbiamo piegato così una tecnica prettamente industriale ai fini di realizzare opere d’arte uniche, ciascun elemento è a se stante perché è posto di fronte all’ingresso di assi veicolari vitali.
Con la speranza che questa lettera chiarisca alcuni dubbi e contribuisca positivamente al dibattito su quest’opera saluto tutti cordialmente e invito a discuterne personalmente con gli autori.
Santena, 10 luglio 2011
Diego Zangirolami
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