Santena, una scheda sul castello Cavour

Santena – 23 settembre 2011 – Di seguito, una scheda sul Castello Cavour, preparata dall’ufficio stampa dell’Associazione Amici della Fondazione Cavour.

Il Castello Cavour

Il Castello Cavour di Santena è il luogo della memoria familiare dei Benso. Qui, nella tomba di famiglia, dichiarata Monumento Nazionale nel 1911, Camillo Benso riposa accanto ai congiunti più cari, primo fra tutti l’amato nipote, Augusto Benso, caduto appena ventenne nella battaglia di Goito. La sorella di Augusto, Giuseppina Benso, sposata Alfieri di Sostegno, si fece custode della tradizione della sua illustre famiglia, scegliendo proprio il Castello di Santena come sede degli archivi dei Benso. Su tutti spicca la figura di Camillo, naturalmente, grande statista, artefice dell’Unità d’Italia, personaggio cardine del Risorgimento italiano ed europeo. Qui a Santena la dimensione pubblica dell’uomo di Stato si intreccia con quella più intima e privata del figlio, del fratello, dello zio – il bambino vivace, l’adolescente brillante e infine l’adulto con le sue passioni, gli amori e le preoccupazioni che spesso vengono messe in ombra dalla storia istituzionale, più attenta al profilo ufficiale che a quello umano.

Ecco allora che la visita attraverso le stanze del Castello offre l’occasione di rivivere l’atmosfera elegante e raffinata in cui si muovevano la famiglia Benso e i suoi ospiti nell’Ottocento. Collezionisti e conoscitori d’arte, i Benso amavano circondarsi di oggetti che rispecchiassero insieme il loro gusto e la moda dell’epoca. La fattura degli arredi era perciò affidata ai migliori architetti, pittori ed ebanisti dell’ambiente sabaudo. È sufficiente ricordare come il progetto del Castello, eseguito tra il 1712 e il 1722, portasse la firma di Francesco Gallo, architetto di Vittorio

Amedeo II e autore della celeberrima cupola del Santuario di Vicoforte; allo stesso modo, il disegno del Parco che ancora oggi si può ammirare negli attuali ventitré ettari di estensione è dell’architetto paesaggista Xavier Kurten, all’epoca direttore del Parco di Racconigi; e ancora, quando si rende necessario l’intervento di un ebanista, è a Gabriele Capello, il Moncalvo, che i Benso si rivolgono.

Oggi le stanze, che conservano l’arredo e la destinazione ottocentesca, sono intitolate in molti casi ai personaggi che le abitarono, e di cui viene ricordata la vicenda familiare: è così per la celebre nonna di Camillo Cavour, Filippina di Sales, per la nipote Giuseppina, per la cognata Adelaide Lascaris. La camera di Camillo Cavour è al terzo piano dell’ala nord: i mobili sono quelli che costituivano la sua stanza di Palazzo Cavour a Torino e rendono possibile illustrare il raccordo tra la vita familiare e quella politica dello statista. La camera “torinese”, infatti, racchiude anche materialmente i due aspetti: da un lato il cassettone verticale che Camillo adibì ad archivio dei documenti di governo, dall’altro il toccante tributo al giovane nipote Augusto, figlio del fratello Gustavo, di cui lo zio conservava la divisa indossata nell’ultima battaglia e addirittura il proiettile che ne causò la morte prematura.

Tuttavia, la dimensione pubblica dei Benso, dei loro discendenti e di Camillo Cavour non è certo esclusa dal Castello di Santena, al contrario. Essa era comunque irrinunciabile per una famiglia nella posizione in cui si trovavano i Benso e i loro congiunti. Ecco allora che tra le poltrone ricamate con il punto bandera, che ci ricordano una delle grandi passioni della madre di Cavour, Adele di Sellon, il Salone delle Cacce offre al visitatore la splendida Coppa in porcellana di Sèvres, dono di Napoleone III a Cavour in occasione del Congresso di Parigi nel 1856, testimonianza del ruolo più pubblico di tutti, quello di Primo Ministro del Regno e di diplomatico internazionale. Sempre dello straordinario patrimonio conservato a Santena fanno parte le onoreficenze cavouriane, un corpus di decorazioni ricevute da Cavour nel corso della sua carriera di Ministro: tra le più importanti, il Supremo Ordine della SS. Annunziata, che dava diritto a fregiarsi del titolo di cugini del re.

Alla morte di Camillo Cavour, il 6 giugno 1861, le ombre di un grande scandalo si allungano sulla famiglia: Camillo infatti è morto sotto il peso della scomunica papale e c’è il rischio che gli vengano negati i funerali religiosi. Fortunatamente, Cavour aveva già preso accordi con Padre Giacomo Marocco da Poirino, che gli amministrò i sacramenti senza esigere la ritrattazione delle sue azioni passate. I funerali religiosi vengono così celebrati e addirittura Vittorio Emanuele II propone che lo statista venga sepolto a Superga, accanto alle tombe dei Savoia. Vengono però rispettate le sue volontà e il corpo viene inumato a Santena, dove già riposa il nipote Augusto.

Gli ultimi discendenti dei Benso, Giovanni Visconti Venosta (deceduto nel 1947) e la consorte Margherita Pallavicino Mossi (deceduta nel 1982), in mancanza di eredi diretti, decidono di lasciare il Castello con le sue pertinenze al Comune di Torino, affidandone la gestione alla Fondazione Camillo Cavour, istituita per quello scopo. Dal 1996 si è costituita l’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour, i cui volontari garantiscono con il loro impegno l’apertura del Castello e il servizio di guide nella residenza dei Benso.

**

Info:

Francesca Druetti:
cell. 338-6567889
e-mail francescadtt@libero.it

**

blog rossosantena.it