Santena – 3 novembre 2011 – Roberto Ansaldi, ex consigliere comunale, che oggi fa parte del gruppo che si riconosce nella denominazione Progetto Santena Cambia, replica alle considerazioni della Lega contro l’insediamento in via Longoria 20.
Roberto Ansaldi, ex capogruppo consiliare di Santena Cambia, comincia così la sua riflessione: «Di recente la sezione di Santena della Lega Nord ha intrapreso una battaglia mediatica contro l’insediamento di via Longoria, chiedendo che venga smantellato quello che i leghisti definiscono “campo nomadi”. Diversi interventi riportati dal blog rossosantena, dal bisettimanale locale Il Corriere di Chieri, dal settimanale Il Mercoledì, dal quotidiano torinese La Stampa e dal quotidiano Torino Cronaca, testimoniano gli intenti della Lega Nord. In buona sostanza la Lega Nord chiede che il Comune emani un’ordinanza e, conseguentemente, mandi le ruspe ad abbattere un edificio di legno posto sul terreno di proprietà delle persone che lì vivono e viene impropriamente definito dagli esponenti leghisti nientedimeno che “villetta”».
«A fronte di tali strali viene immediatamente spontanea una domanda – incalza Roberto Ansaldi – visto che l’esponente leghista Patrizia Borgarello è stata nella Giunta Nicotra per quattro anni, perché l’argomento lo tira fuori solo ora? Infatti, non ci risulta che, nella stanza dei bottoni, l’esponente leghista abbia mai preso di petto l’argomento né che l’abbia posto in sede istituzionale e, men che meno, che abbia al tempo sollevato il problema ai media. Per questo, crediamo sia legittimo il dubbio che la Lega Nord stia sfruttando, a pochi mesi dalle elezioni, un argomento che notoriamente fa presa sulla gente».
L’ex consigliere Roberto Ansaldi aggiunge: «Ma alla gente bisogna raccontarla tutta. Vogliamo essere magnanimi; ammettiamo pure che non ci sia alcuna strumentalizzazione e che gli esponenti leghisti di Santena vogliano veramente risolvere il problema di una “zona franca” di illegalità come l’hanno definita, ma ciò che ci lascia alquanto perplessi è che lo stato maggiore leghista santenese, tra cui la capogruppo in Consiglio provinciale, non conosca appieno le leggi e le normative in materia. Infatti, se è giusto indicare il Dpr 380/2001 –“Testo unico sull’edilizia, modificato dal decreto legislativo 301/ 2002 – come invocato dagli esponenti in camicia verde, è altrettanto doveroso considerare anche altri vincoli legislativi che la materia prevede. Per intanto, la Comunità europea tutela le minoranze razziali e, in ottemperanza a questo principio, il Consiglio dei ministri – su proposta del dipartimento della Protezione civile e con il consenso del ministro degli Interni, il leghista Maroni – ha emanato l’ordinanza 3776 del 1° giugno 2009, avente per oggetto “disposizioni urgenti in relazione agli adempimenti di comunità nomadi nel territorio della Regione Piemonte”, in cui il Prefetto di Torino è nominato commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi in materia, con lo stanziamento di una somma straordinaria di un milione di euro, per tale scopo. Quindi, semmai, l’istanza andava inoltrata al Prefetto di Torino che ha sia pieni poteri per decidere sui provvedimenti ritenuti necessari sia le risorse economiche per realizzarli e, anche ma non solo, al Comune che ha l’incombenza di verificare l’idoneità sanitaria e urbanistica del manufatto occupato dai rom».
Roberto Ansaldi aggiunge ancora un altro rilievo a sostegno della sua riflessione: «La Regione Piemonte, con legge 26/93 ha promulgato le “disposizioni per gli interventi della popolazione zingara” che disciplina gli interventi in materia e norma all’articolo 4 le caratteristiche delle aree di sosta – metri quadri, blocco servizi, ubicazione ecc. – e, all’articolo 6, le abitazioni stabili. Quindi, se il Prefetto decidesse che occorre intervenire con la demolizione di quanto c’è oggi in via Longoria 20, bisognerebbe che il Comune si dotasse di un’area attrezzata, se si considerano nomadi le persone che oggi vivono in tale area, o una casa, se si considerano stanziali gli Halilovic».
L’ex consigliere comunale prosegue così: «Una domanda è d’obbligo: siccome oltre al problema è anche doveroso indicare le soluzioni, la Lega Nord dove pensa di ubicare nel nostro territorio queste strutture, poiché “vanno allocate non lontane dai servizi?”. Consigliamo all’esponente leghista Patrizia Borgarello e al segretario Valter Cianchetti di leggersi il protocollo d’intesa del luglio 2011 tra Regione, Provincia di Torino, Anci e alcuni Comuni, per “soluzioni in materia di accoglienza e integrazione sociale di popolazioni rom”. Non entriamo nel merito della giustezza o meno degli impianti normativi e legislativi – su questo, perché no, potremmo anche organizzare un gran bel dibattito pubblico –, ma certamente quando si auspica e si richiede un intervento bisogna essere attrezzati dal punto di vista legislativo, oltre ad avere idee ben chiare sulle conseguenze che lo stesso intervento comporta. Il problema c’è, sia ben chiaro, ma è presente da anni e per trovare soluzioni serie non sono sufficienti le crociate che puntano unicamente a ottenere un ritorno mediatico con intenti elettorali. Tali crociate, non supportate da analisi attente e da soluzioni praticabili, hanno solo il sapore dell’aria fritta, condita da un pizzico di demagogia e da una buona dose di inutile populismo».
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