Santena – 5 novembre 2011 – Di seguito una breve intervista a Edoardo Tamagnone, esponente del Pdl. Si tratta di un appello bipartisan agli schieramenti a non presentare troppe liste.
«Io, da sempre, sono tesserato nel Pdl – afferma Edoardo Tamagnone –. In merito all’avvicinarsi delle elezioni in città ho suggerito al Pdl cittadino di cercare di mettere attorno a un tavolo tutti coloro che si riconoscono nello schieramento del centrodestra per capire se è possibile trovare un modo per andare d’accordo. Esperito tale tentativo, che secondo me va obbligatoriamente condotto, si potrà vedere se sarà possibile andare avanti insieme, oppure se le strade dovranno essere separate. Io, lo ripeto, considero sbagliato escludere un tentativo per realizzare una unica lista. Aggiunto di più: mi sembra davvero una follia che in una città come Santena, con diecimila abitanti, si stia andando verso la formazione di sei o sette liste che si apprestano a chiedere agli elettori la fiducia per governare la città. Ogni tentativo per cercare di ridurre il numero delle liste presenti sulla scheda elettorale secondo me è positivo. Aggiungo di più: se nell’ambito del centrodestra noi ex consiglieri comunali o chi si vuole candidare non riesce neanche ad avviare un tentativo di dialogo e di ricomposizione delle vecchie liti dimostriamo di essere due volte immaturi e non possiamo aspettare che poi siano gli elettori a decidere per noi. Se si arriva alle urne con cinque o sei liste chi vincerà non potrà che raccogliere molto oltre il 20, 30 per cento dei voti. Ricordo questo perché oggi, nel Pdl, c’è una componente che vorrebbe andare da sola alle elezioni, forte del motto “meno siamo, meglio stiamo”. Un gruppo che sogna la vittoria e pensa di fare piazza pulita usando lo strumento delle urne: una scelta rischiosa. Oggi il nucleo del Pdl ex An ritiene di essere l’unico depositario del simbolo e vorrebbe, del tutto impropriamente, capitalizzare questa rendita di posizione. Intenderebbero utilizzare il simbolo Pdl per racimolare tutto il voto del centrodestra e fare piazza pulita dei tanti nemici e anche degli amici che ci sono creati in questi anni».
Edoardo Tamagnone ne ha anche per quella che in città è chiamata lista alternativa che – per ora – ha deciso di chiamarsi Progetto Santena Cambia. «A parte le sterili polemiche attorno al nome: ho letto la risposta che mi hanno indirizzato i dieci ex consiglieri comunali che, con me, hanno firmato le dimissioni, ma non ho capito come intenderanno procedere per il futuro rispetto al nome. Al di là di questo non mi sembra che per tale lista si prospetti un avvenire radioso. Realizzare un gruppo civico, in senso stretto, che tenesse conto di tutte le forze presenti, poteva anche essere una buona cosa per tentare di cercare un grande consenso tra gli elettori. Mi sembra che gli sviluppi in corso stanno dimostrando che non è questo il caso. Purtroppo oggi non sembrano esserci le condizioni: mi sembra che la cosiddetta lista alternativa abbia semplicemente riprodotto la sommatoria delle tre liste precedenti con l’innesto di tre ex consiglieri provenienti due da Progetto Santena e uno dal Pdl. E’ scontato, ma va comunque ricordato: nella passata tornata amministrativa le tre liste finite all’opposizione, con oltre 60 candidati, in totale, hanno raccolto un buon numero di consenti. L’attuale lista alternativa disporrà di 16 candidati consiglieri e un candidato a sindaco: arrivare a raccogliere i consensi portati in dote dalle tre liste che nell’ultimo consiglio comunale si sono unificate sarà una impresa tutt’altro che facile».
«All’interno del Pdl la situazione comunque appare problematica – aggiunge Edoardo Tamagnone –. A testimonianza di questo va portato il fatto che durante le recente assemblea di chiusura del tesseramento 2011 solo Francesco Cima ha parlato della necessità di gestire la fase post Benny Nicotra».
Edoardo Tamagnone chiude con una indicazione che ritiene valida sia per il centrodestra sia per il centrosinistra: «Sarebbe il caso che tutti coloro che intendono candidarsi procedano con cautela verso la frantumazione delle liste. Io penso che sarebbe più corretto mettere da parte i personalismi e lavorare per costruire delle liste che abbiano la potenzialità di raccogliere larghi consensi. Per questo considero sbagliato che il Pdl cittadino si chiuda attorno al piccolo gruppo di esponenti politici locali ex Alleanza nazionale. Di concerto, la lista alternativa farebbe bene ad andare ben oltre i dieci ex consiglieri firmatari delle dimissioni. Detto questo, si può facilmente prevedere che ben difficilmente sarò ascoltato; ognuno andrà per la propria strada e la scheda elettorale andrà popolandosi di simboli. Senza avere la pretesa di chiudere con un pistolotto vorrei ricordare ai tanti che credono di avere già vinto le elezioni che, alla fine, a vincere sarà una sola lista, tutte le altre, se pur animate dalle migliore intenzioni, perderanno le elezioni».
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