Santena, Santino Cascella, tra le altre cose, spiega quali caratteristiche deve avere un candidato a sindaco

Santena – 15 novembre  2011 – Santino Cascella è uno di quelli che sta portando il suo contributo nell’ambito della lista chiamata Progetto Santena Cambia. Di seguito, quanto ci ha riferito nei giorni scorsi.

Santino Cascella, come prosegue il cammino della nascente lista civica Progetto Santena Cambia?

«Per ora ritengo che stiamo camminando bene – risponde –. Con il gruppo si stanno percorrendo le varie tappe che ci porteranno alle urne. Io penso che le cose stanno andando avanti per il verso giusto. Io sono piuttosto positivo rispetto al percorso intrapreso».

Che caratteristiche deve avere il candidato a sindaco?

«Diciamo che questa persona – afferma Santino Cascella – che dovrà rappresentare la lista nostra lista civica, dovrà essere un santenese di buon senso che abbia voglia di fare le cose nell’interesse dei cittadini, di tutti i cittadini. Sarebbe meglio se fosse uno poco o niente schierato partiticamente perché, indubbiamente, i partiti – ovviamente io parlo per quelli del centrodestra – hanno arrecato un grosso danno ai santenesi perché non hanno consentito alla coalizione guidata da Benny Nicotra di amministrare in maniera opportuna. Infatti, secondo me i partiti hanno interferito pesantemente sull’amministrazione di Santena e hanno dettato le strategie che bisognava eseguire a tutti i costi. E così, per mesi, abbiamo visto consiglieri che entravano e uscivano dalla maggioranza  e assessori che entravano e uscivano dalla Giunta secondo i desiderata delle segreterie sovracomunali fortemente condizionate da questa o quella corrente. Per carità, nel nostro piccolo, niente di anomalo rispetto a quanto andava succedendo a livello centrale, Una roba comunque vergognosa ».

Santino Cascella aggiunge: «E allora, visto quanto successo in città, io dico che se i partiti continuano a fare tutti questi danni non va niente affatto bene. Questi partiti devono fare un passo indietro e lasciare andare avanti i cittadini che hanno voglia di fare qualche cosa a servizio della città e non a servizio dei gruppi dirigenti di questo o quel partito o, peggio ancora, di questa o quella corrente partitica».

«Per quanto mi riguarda – precisa Santino Cascella –  sto portando il mio contributo a questa lista civica che abbiamo chiamato Progetto Santena Cambia con questo intento. Abbiamo messo insieme un gruppo di persone dotate di buona volontà. Alcuni di noi hanno un po’ di esperienza, qualcuno nuovo c’è e stiamo cercando un po’ di giovani. Questo è anche il senso dell’appello che abbiamo rivolto alla citta. Il nostro obiettivo è ambizioso rispetto a quanto si è visto sino a oggi a Santena:  riuscire a fare delle cose normali. L’intento è amministrare la città in modo normale, così come si amministra la propria azienda, così come si manda avanti la propria famiglia».

«Naturalmente, ogni amministrazione degna di questo nome dovrebbe anche riuscire a realizzare una qualche struttura pubblica che resti negli anni – prosegue Santino cascella –. Certo, vista la precaria situazione in cui versano le casse comunali, per la costante riduzione di risorse arrivate dallo Stato centrale, come da Regione e Provincia e ancor più i vincoli del Patto di stabilità,  pensare, progettare e realizzare un’opera pubblica non sarà impresa facile. Sicuramente, in attesa di tempi economici migliori, sarebbe buona cosa amministrare manifestando piena disponibilità nei confronti delle esigenze dei cittadini: il dialogo mi sembra il livello minimo da cui cominciare. Invece sino a oggi la città veniva divisa tra gente di serie “A” e gente di serie “B”. In queste settimane abbiamo invitato a dialogare con noi tutte le associazioni perché riteniamo l’associazionismo importante per la grande mole di impegno e lavoro che porta avanti nella città».

Cascella, l’appello che avete rivolto ai cittadini, chiedendo loro di farsi avanti, ha sortito un qualche effetto?

«Personalmente ho avuto ben pochi riscontri – ammette Cascella –. Secondo me i santenesi sono ancora traumatizzati da quello che è successo in Comune negli ultimi mesi prima della scioglimento del consiglio. E, se possono, stanno ben distante da coloro che il palazzo l’ha frequentato. Diciamo che i cittadini per ora stanno riflettendo sull’accaduto e l’ultima cosa che hanno in mente è parlare con noi politici. Oggi tutti gli amministratori che sono in grado di uscire a schiena dritta dalle vicende niente affatto edificanti successe in città,  sono chiamati chiamati a lavorare duro per riconquistare la fiducia dei cittadini che in questi anni hanno avuto tante ragioni per perderla. Per il bene della città siamo chiamati a invertire questa rotta. Se vogliamo cambiare la città questo va fatto, senza indugiare oltre».

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