Santena – 19 dicembre 2011 – Domenico Galizio, ex consigliere comunale, interviene a proposito dell’ordigno rudimentale inesploso ritrovato nei giorni scorsi davanti a una casa di via Minocchio.
«Negli ultimi anni Santena ha dovuto sopportare numerosi eventi negativi – afferma Domenico Galizio, ex consigliere comunale – alcuni di questi condivisi con altri simili, quali la grave situazione occupazionale e le emergenze socio-assistenziali. Alcuni, invece, specifici del nostro territorio comunale, gravissimi e troppo spesso negati, sottovaluti e sottaciuti. L’ordigno esplosivo, ritrovato in via Minocchio, ci attribuisce un primato negativo assoluto. In attesa di saperne di più, se mai ne sapremo di più, sul mittente e sul destinatario si possono fare alcune considerazioni, valide a prescindere. Sicuramente è stata messa una bomba ad alto potenziale esplosivo in mezzo alle nostre case, mettendo a rischio l’incolumità di nostri concittadini inconsapevoli. Questo a Santena finora non si era visto e penso che tanti di noi non considerassero neanche lontanamente la possibilità di essere coinvolti da circostanze di questo genere. Le indagini faranno il loro corso e si spera che possano dare frutti certi, a breve. Nel frattempo le istituzioni dovrebbero dirci qualcosa di più di quanto sino a qui si è sentito e letto. Il Commissario prefettizio, che attualmente è sindaco, Giunta e consiglio comunale di Santena, ci dovrebbe dire se è normale che Egli sia informato dell’accaduto dai giornali, a distanza di giorni dall’accaduto, e non, immediatamente, dagli organi competenti, a cominciare dai tutori dell’ordine cittadino».
Domenico Galizio aggiunge: «Siamo invitati a stare calmi e tranquilli e a non fare congetture affrettate. Il fatto è che una bomba non è una ipotesi, ma qualcosa di fin troppo concreto. Noi non saremo calmi e tranquilli sino a che non ci saranno fornite notizie attendibili che chiariscano il contesto, che attribuiscano le responsabilità, che definiscano i ruoli di vittime e carnefici. Nel frattempo ai Santenesi tocca comunque il ruolo di vittime, per ora fortunatamente incolumi, e possiamo incominciare chiederci cosa abbiamo fatto per meritarcelo e cosa possiamo fare per evitare di continuare a esserlo».
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