Santena – 26 dicembre 2011 – Francesco Cima interviene in merito alla situazione del Pdl cittadino. Stop alla vecchia nomenclatura, recupero dei dissidenti del Pdl e del rapporto con la Lega Nord. Queste, in sintesi, le richieste per l’avvio della fase post Nicotra. A fronte di una chiusura del Pdl cittadino che sembra non accettare un minimo di autocritica sempre nell’ambito del centro-destra qualcuno potrebbe tentare di avviare un cammino diverso in vista delle elezioni amministrative. Di seguito, la lunga chiacchierata con Francesco Cima.
E’ la vigilia di Natale. Per le ore 10.15 Francesco Cima e Sergio Pasino mi convocano alla casa di riposo Forchino. Mi chiamano al telefono: “Vieni che abbiamo delle cose da riferire in merito al Pdl cittadino”. Pronti via. Appena arrivato nella sala di presidenza della Forchino il primo che parla è Francesco Cima: «E’ ovvio che in una chiacchierata dovrai tagliare e aggiustare; nello scrivere il pezzo io però ti chiedo di mettere solo esclusivamente le parole che useremo in modo che nessuno possa travisare il nostro pensiero. Sempre in premessa c’è un’altra considerazione cui tengo. Se, nel parlare, viene da esprimere giudizi sulle persone sono esclusivamente di natura politica e amministrativa e, in nessun modo intendo mettere in discussione la loro figura di lavoratore o padre di famiglia. Se io dico per me tizio è valido, intendo politicamente e poi potrebbe essere una schiappa negli altri campi della vita o viceversa. Premetto questo perché non è assolutamente mia intenzione innescare polemiche».
A questo punto Francesco Cima si rivolge a Sergio Pasino e gli chiede di sintetizzare l’ultima riunione torinese del Pdl che si è occupata delle vicende cittadine: «Alcuni giorni fa ci siamo trovati a Torino alla presenza della coordinatrice provinciale del Pdl Barbaro Bonino e della sua vice Daniela Ruffino. Da Santena erano presenti Giuseppe Falcocchio, Roberto Ghio e il sottoscritto. In quella sede si è deciso che nessun esponente cittadino del Pdl rilascerà più dichiarazioni ai giornali. Secondo me non è una decisione lungimirante: non esiste che uno non possa più parlare con i cronisti. Nonostante ciò io intendo mantenere l’impegno preso. Sin qui quanto deciso: oggi ti abbiamo convocato perché Francesco Cima, come libero cittadino santenese, intende fare alcune dichiarazioni in merito a quanto sta succedendo in casa Pdl».
La parola passa a Francesco Cima che inizia così: «Come ho detto alcune settimane fa io ho rilevato in chi è vicino al Pdl santenese una doppia anima. Una che vuole rinnovare profondamente la lista e un’anima che è arroccata sulla vecchia nomenclatura. Secondo me era ed è necessario trovare una sintesi tra queste due posizioni, con reciproci sacrifici e, soprattutto, con il ragionamento. Nell’ultima riunione del Pdl santenese cui ho partecipato, avvenuta poco più di due settimane fa, ho visto la vecchia nomenclatura saltare su e affermare pressappoco questo: “Io, tizio, caio e sempronio ci siamo, lavoriamo a un programma, poi decideremo i candidati e il sindaco”. A fronte di queste dichiarazioni io ho detto: ragazzi, scegliamo il sindaco prima del programma. Come si fa a partecipare a una lista se non sappiamo chi la gestisce. Io dico che oltre al sindaco occorre anche avere idea di chi sono i candidati. Ma soprattutto, così facendo il rinnovamento del Pdl dov’è? A fronte di questi rilievi mi hanno detto che le mie considerazioni erano polemiche per cui io ho detto “Scusate se non sono alla vostra altezza, auguro a tutti buon Natale”. Ho preso la giacca e il cappello e me ne sono andato. E non so se ho ancora intenzione di incontrarli».
Francesco Cima aggiunge: «Questo atteggiamento arriva dalla vecchia nomenclatura: niente nomi, basta prendere l’elenco degli assessori Pdl delle ultime giunte guidate da Benny Nicotra. Io rilevo che nella vecchia guardia non c’è alcuna volontà di cambiare; nessuno di loro ha dato la disponibilità a fare un passo indietro. Lo scioglimento traumatico del consiglio comunale, avvenuto anche con l’apporto di ex persone elette nella lista Pdl, è stata una cosa traumatica – che io paragono a una catarsi – forse necessaria per il logoramento del potere esercitato in città da anni dalle stesse persone. Questo non vuol dire che queste persone siano inadatte, cattive o disoneste: semplicemente vuol dire che alcuni hanno fatto il loro tempo ed è giusto che si ritirino dalla vita politica attiva. Costoro non si devono comportare come le vecchie famiglie nobiliari del Settecento che, a forza di sposarsi tra consanguinei, indebolivano la razza. Bisogna avere il coraggio di mischiare il sangue nobile con quello del boscaiolo, dello stalliere, di chiunque abbia buona volontà, affinché si rinvigorisca la razza. In città la vecchia nomenclatura del Pdl si comporta come quelle vecchie famiglie nobiliari che, anche nel dopoguerra per sopravvivere andavano a vendere l’argenteria però pretendevano che il popolo si scappellasse al loro passaggio. Fuori di metafora, io oggi dico: un momento signori, voi avete fatto il vostro tempo. Non potete dire di nuovo siamo sempre noi a condurre le danze. Aggiungo di più: perlomeno conducetele solo nel vostro ambito. E se la vecchia nomenclatura del Pdl così vuole fare, allora io aggiungo di più: signori, riprendetevi anche Nicotra, almeno così la squadra è completa».
E in merito alla situazione dell’ex sindaco che per tre mandati ha guidato le giunte di centro-destra in città, Francesco Cima, afferma. «Quando io ho chiesto al Pdl di prendere atto che non sarebbe stato opportuno ricandidare Benny Nicotra loro hanno detto non c’era bisogno di questo perché Nicotra stesso aveva detto che se non doveva più candidarsi avrebbe fatto lui stesso un passo indietro. Certo Nicotra si è offerto di fare un passo indietro, ma se gli altri non gli dicono che deve farlo lui resta sempre abilitato a riprovare a candidarsi sindaco della città».
Francesco Cima aggiunge ancora: «In merito all’ex sindaco io voglio chiarire una volta per tutte che io giudico che non è più opportuno candidare Benny Nicotra. Dico ciò non perché mi risulta che gli sia pervenuta nessuna contestazione giudiziaria, almeno al momento, e io non mi sogno certo di incolparlo di questo o di quello, ma l’opportunità di una sua candidatura non c’è più perché ha fatto il suo tempo anche lui». E qui Francesco Cima continua rivolgendosi all’ex sindaco: «Benny Nicotra, sei venuto per un soffio di voti, hai lavorato, sei andato al 60 per cento di consensi e hai dato vita al secondo mandato. Poi sei stato 5 anni in panchina, sei ritornato, ma non hai portato dei provvedimenti significativi. Io, pochi giorni fa ho riletto il programma presentato dal Pdl e al momento dello scioglimento di strada se ne era fatta davvero molto poca».
L’intervista prosegue: «Aggiungo un’altra cosa: se non c’è più l’opportunità di candidare Benny Nicotra ciò vale anche per qualcuno di quelli che hanno amministrato con lui. Ricordo che gli assessori li ho difesi quando questo blog li attaccava tramite qualcuno che affermava che gli assessori di Nicotra non potevano ignorare certe vicende. No, io oggi come allora questo non lo accetto: gli assessori potevano non sapere certe cose, ma le delibere che votavano quelle le leggevano, quindi… la responsabilità lì c’è tutta».
Francesco Cima prosegue ancora: «Oggi io chiedo al Pdl di rivedere l’insieme di motivazioni che hanno portato 4 consiglieri comunali ad andarsene dal gruppo consiliare. Dico ciò perché oggi mi viene il timore – per la verità mi era già venuto mesi fa – che non avessero tutti i torti, che cercassero di correggere dall’interno delle cose che gli sembravano storte. Se vogliamo è un po’ quello che mi trovai a fare io 30 anni fa, quando governavo in una giunta di tutti democristiani. Se le cose non mi convincevano ne discutevamo a lungo».
«Quello che ci tengo che tu metta – mi precisa Francesco Cima – è che quando Benny Nicotra è caduto io non ho gridato “crucifige”. Io gli ho espresso la mia solidarietà ed ero disponibile ancora a lavorare su basi serie di rinnovamento, affinché questa città continuasse a esser guidata da una amministrazione di centro-destra. E ci tengo a sottolineare che così come nessuno mi ha chiesto di esprimere solidarietà a Nicotra nessuno mi ha ringraziato di averlo fatto. Ho preso atto che la mia buona volontà era vista con diffidenza. E arriviamo all’oggi, quando lor signori, la vecchia nomenclatura del Pdl, potranno sì fare ciò che vogliono, non contino sul sottoscritto. Se 30 anni fa ho voluto fare il sindaco ho combattuto con le mie forze e ho vinto. Vent’anni fa ho voluto rifare il sindaco, ho ricombattuto con le mie forze e ho vinto. Oggi l’ultima cosa che mi passa per la testa è un ritorno: però se c’era bisogno, per i santenesi tutti, io avrei messo la mia persona al servizio del Comune con tutti i pregi e i difetti, esclusa l’onesta personale che mi è stata riconosciuta da tutti. Per cui se il mio contributo non è gradito ne prendo atto. Ricordo al Pdl che io non ho mai vissuto di politica e comunque voglio ancora dichiarare una cosa, a scanso di equivoci, se dovessi e mai come in questo momento il condizionale è d’obbligo, accettare un ritorno alla politica attiva si sappia che qualsiasi ruolo io debba eventualmente ricoprire non desidero assolutamente percepire un euro di indennità. Quindi, da semplice consigliere a sindaco, ciò che mi spetta andrà per il sociale, per le famiglie non abbienti della città che troppo sono dimenticate da tutti».
Francesco Cima prosegue sempre spedito come una locomotiva e ogni tanto sottolinea qualche passaggio con un po’ di colpetti sul tavolo, mettendo a dura prova il mio registratore digitale. Poi si ferma appena per chiedere un’altra sigaretta a Sergio Pasino e subito riprende: «La prima cosa da fare in casa Pdl – e questo lo scrivi a caratteri cubitali – dovrà essere il recupero del rapporto con la Lega Nord. Perché la Lega Nord era parte integrante della maggioranza guidata dal sindaco Benny Nicotra. La Lega Nord ha messo la propria forza a disposizione e non ha ricevuto un trattamento di pari condizioni. Quindi, ribadisco, il primo passo che il Pdl cittadino deve attuare è il recupero della Lega Nord. E, dirò di più: i candidati delle Lega Nord se li sceglie il carroccio. E la vecchia nomenclatura del Pdl non può mettere i veti a tizio o a caia. Va bene? Perché quella è pazzia politica».
«La seconda cosa da fare – aggiunge ancora Francesco Cima – è tentare il recupero dei dissidenti del Pdl, verificando le ragioni che hanno portato al maturare di tale situazione. Edoardo Tamagnone ha già dimostrato di essere ancora con noi, ma ce ne sono ancora altri che dicono che sono di centro-detsra e sono obbligati a stare in altri lidi perché probabilmente nel centrodestra cittadino non hanno trovato un habitat sufficientemente sereno».
Francesco Cima, avvicinandosi al termine dell’intervista aggiunge ancora: «A fronte di tale chiusura a riccio da parte del Pdl non è escluso che a qualcuno possa venire lo sfizio di fare una lista indipendente. Lo ripeto: a fronte di una chiusura del Pdl che non accetta neanche di prendere in considerazione l’ipotesi di fare un minimo di autocritica qualcuno potrebbe anche tentare di avviare un cammino diverso in vista delle elezioni amministrative. Affermo questo nella speranza che se non la vecchia guardia santenese il livello provinciale si fermi a ragionare prima di decidere; avrei anche piacere che venissero a parlare con gli iscritti a livello locale. Aggiungo che queste cose vanno fatte a breve. Il Pdl cittadino per uscire dal dopo Nicotra deve avere il coraggio di voltare pagina. Chi nel Pdl si definisce rinnovatore deve avere il coraggio di cambiare. Rinnovare vuol dire cambiare. Nella riunione svolta a Santena, che ho abbandonato innanzi tempo, ho visto gli assessori che Nicotra ha sempre avuto al fianco affermare che hanno lavorato bene. Hanno proposto di metter giù un programma e di andare alla costituzione di un gruppo che decida poi sia i candidati sia il sindaco. A oggi nessun esponente del Pdl ha ufficialmente annunciato la sua candidatura a sindaco. Dopo lo scioglimento del consiglio secondo me occorre procedere in modo ben diverso».
Francesco Cima aggiunge ancora: «Dopo lo scioglimento del consiglio comunale io sono stato uno di quelli che ha invitato Benny Nicotra a spiegare le sue ragioni alla città. Io semplicemente gli avevo detto “Ti hanno mandato via come un cane, almeno fatti sentire”. Il giorno del comizio ero in piazza anche se non sono andato dietro al sindaco perché non mi ritenevo parte integrante di quel sistema e di quel tipo di amministrazione rappresentato da Nicotra. Dopo il comizio sono venute fuori molte faccende che sino ad allora tutti ignoravamo e allora mi sono detto Nicotra non è più opportuno. Gli ho anche chiesto conto di persona: lui alle nostre riunioni ha spiegato, in merito alla vicenda del presunto raddoppio dell’indennità amministrativa. Ha detto “Se c’è stato un errore, se ho preso dei soldi di più non c’è problema: li restituisco. Io gli ho detto solo questo: se te li hanno dati e non ha guardato è un conto, ma se hai firmato una dichiarazione in cui eri inoccupato, dovevi pensarci prima. Tu sapevi se eri occupato o inoccupato”. Per questo io come dico da mesi Nicotra non è più opportuno, poi comunque in merito c’è un esposto, la magistratura chiarirà e giudicherà. Io non condanno Nicotra però gli dico, amico mio se vuoi conservarmi l’amicizia va bene, se no fai quello che vuoi, però non sei più candidabile perché la gente, tanti, hanno perso la fiducia in Benny Nicotra».
L’intervista volge al termine. E ora che cosa succederà? Francesco Cima riassume così l’intervista: «La prima cosa che il Pdl deve fare se vuole allestire una lista che possa concorrere a vincere è recuperare il rapporto con la Lega Nord, perché il Carroccio è un partito alleato tradizionale del centro-destra. Poi occorre recuperare i dissidenti a partire da Edoardo Tamagnone, che invece non viene neanche invitato alle riunioni. Aggiungo un’altra considerazione: la vecchia nomenclatura del Pdl cittadino pare convinta di vincere e procede a sprone battuto, ma così facendo nessuno potrà salvarla dalla catastrofe che si sta costruendo e che per chiari segni ha dimostrato di meritare stando così arroccata. Durante le riunioni cittadine il Pdl ostenta sicurezza, dice che le tesser sono in aumento e pensa di poter vincere anche in solitudine. Mi paiono temerari. Perlomeno il Pdl dovrebbe avere la capacità di mettere in campo nomi nuovi. Ovviamente salvo anche parte della vecchia politica; se io stesso dovessi rimettermi in politica attiva ricordo a tutti ho fatto un purgatorio di 17 anni e penso che gli eventuali peccatuccini di pensiero possano essere rimessi. Dunque per la città di Santena gennaio sarà un mese cruciale: le elezioni sono dietro l’angolo e i candidati non si possono cercare all’ultimo momento».
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