Santena – 21 gennaio 2012 – “Organizzare il coraggio. La nostra vita contro la ‘ndrangheta”: questo il titolo dell’incontro pubblico con Pino Masciari, testimone di giustizia, per la presentazione del suo recente volume. L’iniziativa è del neonato Presìdio di Libera di Santena-Villastellone. L’appuntamento è per giovedì 9 febbraio 2012, con inizio alle 20,45, nell’aula magna della scuola media Giovanni Falcone, in via Tetti Agostino 31, a Santena. Durante la serata è prevista la presentazione ufficiale del Presìdio di Libera di Santena-Villastellone, che sarà intitolato a Libero Grassi, a cura delle referenti Cristina Caravetta e Paola Fazzolari. Partecipa Maria Josè Fava, referente Libera Piemonte. Modera Filippo Tesio.
Pino Masciari, imprenditore edile calabrese, ha sfidato la malavita organizzata e per questo ha dovuto rinunciare alla propria vita e alla propria libertà. Da solo ha denunciato, combattuto, ricercato la verità fino a far condannare oltre quaranta persone, dalla piccola manovalanza della ’ndrangheta fino ai massimi vertici dell’organizzazione e della cupola politica che spesso si lega alla delinquenza. Dal 1997 Masciari e la sua famiglia rientrano nel Programma speciale di protezione e devono abbandonare la loro casa e la loro terra. Niente più lavoro e affetti, niente più Calabria, ma una continua serie di spostamenti che sembrano un abbandono continuo e prolungato.
In questi anni Masciari diventa testimone di giustizia, figura istituita dallo Stato italiano nel 2001 per segnalare quei cittadini esemplari che sentono il senso civico di testimoniare sempre a favore della giustizia. Ma attorno a lui trova un muro di gomma che vorrebbe isolarlo. Nonostante la situazione in cui è costretto a vivere (senza scorte, senza prospettive per il futuro, lontano dalla sua vita) Masciari andrà sempre a testimoniare facendo nomi e cognomi, non tacendo nulla della sua drammatica esperienza di imprenditore fatto fallire per mano delle famiglie di ’ndrangheta. Ad accorgersi di lui e della sua famiglia sarà però la società civile che interviene numerosa e solidissima, sostituendosi alle scorte e alle carenze dello Stato. Grazie a loro Pino Masciari è ancora vivo e la sua storia ha preso una strada di libertà. Chi lo voleva nascosto, abbandonato, debole, non ce l’ha fatta. Le sue denunce hanno colpito nel segno e per questo la ’ndrangheta lo voleva morto. Con lui, la moglie Marisa e i due figli. Una famiglia che ha sofferto per la propria scelta di giustizia e per la voglia di uno Stato dove a governare siano le leggi e non il malaffare. Questo libro è la loro storia.
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