Domenica 22 gennaio 2012
Quinto giorno:
Trasformati dalla pace del Cristo Risorto
“Gesù si fermò in piedi in mezzo a loro
e li salutò dicendo: ‘La pace sia con voi’”
La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, i discepoli se ne stavano con le porte chiuse per paura dei capi ebrei. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: «La pace sia con voi». Poi mostrò ai discepoli le mani e il fianco, ed essi si rallegrarono di vedere il Signore. Gesù disse di nuovo: «La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». Poi soffiò su di loro e disse:«Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non saranno perdonati».
Gv 20, 19-23
Celebriamo la pace del Signore risorto. Il Risorto è il Vittorioso sulla morte e sulle tenebre. Egli unisce i discepoli, che erano paralizzati dalla paura; dischiude innanzi a noi nuovi scenari di vita e di azione per la venuta del suo Regno. Il Signore risorto unisce e dà nuova forza a tutti i credenti. La pace e l’unità sono i segni della nostra trasformazione nella resurrezione.
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Lunedì 23 gennaio 2012
Sesto giorno:
Trasformati dall’amore misericordioso di Dio
“È la nostra fede che ci dà la vittoria”
Gesù disse: «Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Se metterete in pratica i miei comandamenti, sarete radicati nel mio amore; allo stesso modo io ho messo in pratica i comandamenti del Padre mio e sono radicato nel suo amore. Vi ho detto questo, perché la mia gioia sia anche vostra, e la vostra gioia sia perfetta. «Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici se fate quel che io vi comando. Io non vi chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa che cosa fa il suo padrone. Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quel che ho udito dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto duraturo. Allora il Padre vi darà tutto quel che chiederete nel nome mio. Questo io vi comando: amatevi gli uni gli altri».
Gv 15, 9-17
Concentriamo la nostra attenzione sull’amore di Dio che è per sempre. Il mistero pasquale rivela il suo amore misericordioso ed eterno e ci chiama ad un modo nuovo di vivere la nostra fede. Questa fede supera la paura e apre i nostri cuori alla potenza dello Spirito. Questa fede ci chiama all’amicizia con Cristo e gli uni con gli altri.
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Martedì 24 gennaio 2012
Settimo giorno:
Trasformati dal buon Pastore
“Abbi cura dei miei agnelli”
Dopo mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di questi altri? Simone disse: Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene. Gesù replicò: Abbi cura dei miei agnelli! Poi gli disse una seconda volta: Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero? Simone gli disse: Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene. Gesù replicò: Abbi cura delle mie pecore. Una terza volta Gesù disse: Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero? Pietro fu addolorato che Gesù gli dicesse per la terza volta «Mi ami?». Rispose: Signore, tu sai tutto. Tu sai che io ti amo. Gesù gli disse: Abbi cura delle mie pecore. Quand’eri più giovane, ti mettevi da solo la cintura e andavi dove volevi; ma io ti assicuro che quando sarai vecchio, tu stenderai le braccia, e un altro ti legherà la cintura e ti porterà dove tu non vuoi. Gesù parlò così per far capire come Pietro sarebbe morto dando gloria a Dio. Poi disse ancora a Pietro: Seguimi!
Gv 21, 15-19
I testi della Bibbia ci mostrano il Signore che infonde vigore al suo gregge. Seguendo il buon Pastore, siamo chiamati a rafforzarci gli uni gli altri nel Signore e a sostenere e fortificare i deboli e i perduti. C’è un solo Pastore, noi siamo il suo popolo.
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Mercoledì 25 gennaio 2012
Ottavo giorno:
Uniti nel Regno di Cristo
“I vincitori li farò sedere insieme a me, sul mio trono”
Gesù rispose: «L’ora è venuta. Il Figlio dell’uomo sta per essere innalzato alla gloria.
Se il seme di frumento non finisce sottoterra e non muore, non porta frutto. Se muore, invece, porta molto frutto. Ve l’assicuro.
Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per
la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono. E
chi serve me sarà onorato dal Padre».
Gv 12, 23-26
In quest’ultimo giorno della nostra Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, celebriamo il Regno di Cristo. La vittoria di Cristo ci abilita a guardare al futuro con speranza. Questa vittoria supera tutto ciò che ci trattiene dal condividere la pienezza di vita con lui e gli uni con gli altri. I cristiani sanno che l’unità fra noi è, innanzitutto, un dono di Dio. È una condivisione nella gloriosa vittoria di Cristo su tutto ciò che divide.
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Giovedì 26 gennaio 2012
Dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Lc 10,1-9
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Venerdì 27 gennaio 2012
Annunciava loro la Parola, come potevano intendere
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Mc 4,26-34
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Sabato 28 gennaio 2012
Perché avete paura?
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Mc 4,35-41
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