Santena, verso le amministrative, alcune considerazioni di Giovanni Giacone

Santena – 27 gennaio 2012 – Giovanni Giacone dal momento che ha firmato le dimissioni da consigliere comunale è sempre stato presente nel cammino portato avanti dalla costituente lista Santena cambia. Ecco alcune sue considerazioni.

«Sento che oggi il mio posto è lì in questo gruppo – inizia Giovanni Giacone, raggiunto al telefono –. Io in Santena Cambia ci sono sin dall’inizio. Devo dire che la cosa mi ha anche preso secco. Con Benny Nicotra sindaco mica si facevano tutte queste riunioni e, meno ancora, si parlava di tanti problemi della città. In questi mesi di riunioni, a partire dallo scioglimento del consiglio comunale, posso solo dire di avere partecipato al cammino di un gruppo che lavora con serietà; si discute a 360 gradi dei tanti problemi della città e si va alla ricerca delle possibili soluzioni. Con Benny Nicotra era tutto diverso, in vista delle elezioni più che altro eravamo impegnati a ricercare famiglie, possibilmente influenti e numerose, portatici di un buon pacchetto di voti. Il problema è che lavorare in modo corretto non sempre in questa città paga: alla gente spesso non gliene frega nulla del corretto agire amministrativo, spesso guarda solamente il tornaconto personale. A partire dal momento della firma delle dimissioni io non ho avuto tentennamenti. Da allora mi sto impegnando al massimo per portare nel gruppo di Santena cambia il massimo del mio contributo. E in tutti questi mesi ho trovato tante persone che mi hanno ringraziato per avere rassegnato le dimissioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale cittadino».

Giovanni Giacone aggiunge: «In queste settimane stiamo ragionando sulla figura del candidato a sindaco. Io capisco che il sindaco dovrebbe essere una persona carismatica, in grado di guidare tutto il gruppo. Però, per me, un buon sindaco potrebbe anche essere una persona normalissima, come ve ne sono tante, anche nei Comuni della zona. Un santenese normale, uno che non è stato in Parlamento, ma si comporta in modo onorevole. Uno in grado di sapere lavorare bene perché è in grado di mettere a frutto un sapiente lavoro di squadra. Sarebbe importante riuscire a far sì che in Comune non vi sia più una persona sola al comando che decide per tutti. E vorrei dire che sarebbe anche importante riuscire a mettere insieme una squadra dove non ci si fa le scarpe uno contro l’altro: e sì perché con Benny alla guida occorreva sempre guardarsi anche le spalle».

«Io dico che messi alcuni punti fermi, con un buon gioco di squadra, un sindaco o l’altro non dovrebbe fare una grossa differenza – afferma Giovanni Giacone – ripeto, l’importante è mettere insieme una squadra motivata,  corretta e seria. E nell’ambito del gruppo di Santena cambia tali persone non mancano; ci sono persone con una buona esperienza in campo amministrativo e non solo. Certo va anche detto che molti attuali esponenti di Santena cambia sono stati oggetti di una sistematica denigrazione portata avanti da Benny Nicotra e da alcuni suoi fedelissimi che hanno sempre dipinto le opposizioni presenti in consiglio comunale come una banda di comunisti mangiabambini e incapaci. In questo senso l’ex sindaco Benny Nicotra non faceva altro che parafrasare le gesta di Silvio Berlusconi che vedeva nemici comunisti dappertutto. Tale opera di denigrazione degli avversari politici condotta a Santena non va affatto sottovalutata perché ha fatto e fa presa su molti che non sono informati, oppure spesso hanno memoria corta di quanto avvenuto in questa nostra Santena. Più d’uno in città ancora oggi crede a certe storie che l’ex sindaco negli anni ha propinato nei confronti delle minoranze che avevano l’unico torto di criticarlo».

Giovanni Giacone, ma davvero in Santena cambia la situazione è tutta così idilliaca? «Io sono convinto che oggi il mio posto sia lì – chiude Giacone –. Certo vorrei anche capire se la mia presenza è vista con piacere da tutto il gruppo. Se qualcuno non mi vuole ha solo da dirmelo: se non sono gradito io me ne resto tranquillamente a casa. Chiaramente avrei piacere che tutti fossero contenti della mia presenza all’interno di Santena cambia. Una cosa che non digerisco molto è che nelle riunioni qualcuno non mi saluta, né quando arriviamo né quando terminiamo. Fa niente, mio padre mi ha insegnato a salutare tutti, per primo, e io faccio sempre così».

La breve chiacchierata telefonica finisce. Giacone mette in tasca il telefonino, riprende la zappa e continua a sistemare nel terreno una decina di piante, da trifule. E’ nei campi, in quel di Canale, vicino ha un cane da tartufi, suo recente acquisto. Giacone, novello trifulau, dell’aforisma di Marx (Groucho)  – “All’infuori del cane, il libro è il migliore amico dell’uomo…” – se ne fa un baffo; per Giovanni Giacone il miglior amico dell’uomo è il cane, meglio ancora se è un cane da tartufo.

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