Santena – 23 febbraio 2012 – “Spaccata con il tombino in farmacia. Un negozio distrutto per pochi euro”: questo il titolo dell’articolo pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa, a pagina 60. Di seguito, il testo dell’articolo.
SANTENA – COLPO NELLA NOTTE IN VIA CAVAGLIÀ
Spaccata con il tombino in farmacia
Un negozio distrutto per pochi euro
Sfondata porta e saracinesca Rubati i contanti e molti medicinali
SANTENA – I banditi hanno agito in piena notte, quando le strade di Santena erano deserte. Tra le due e le tre di ieri sono entrati in azione. Prima hanno divelto un tombino tra i ciottoli del porfido alle spalle del municipio, al fondo di piazza Martiri.
Poi hanno raggiunto i portici di via Cavaglià. Con tutta calma, cercando di fare meno rumore possibile, hanno piegato i ganci della saracinesca che proteggeva l’ingresso della farmacia Grella. L’hanno aperta come una scatola di sardine. Poi hanno usato il tombino per sfondare la vetrina.
A questo punto i ladri hanno agito in fretta: i locali non sono dotati di un impianto d’allarme, ma il trambusto poteva aver svegliato gli abitanti delle palazzine che si affacciano sulla strada. In un lampo hanno arraffato tutto. I contanti lasciati dentro la cassa e i medicinali esposti sugli scaffali. Sono risaliti in macchina e sono fuggiti. Della spaccata si è accorto un passante, quando erano ormai passate le sette. Ha visto la porta sfondata e ha subito chiamato i carabinieri.
«Ci sentiamo indifesi» si sfoga il titolare della farmacia, Pietro Grella. Racconta: «Siamo qui da tanti anni. Ci siamo trasferiti dopo l’alluvione del ’94. È la prima volta che subiamo un furto. Questa era una zona tranquilla: adesso, evidentemente, non è più così».
I militari sono al lavoro per cercare di risalire ai responsabili del colpo. Le indagini, però non sono facili. Nessuno ha sentito o visto nulla. Come se quel blocco di ghisa, lanciato contro una vetrata spessa due centimetri, non avesse provocato il minimo rumore.
«Sembra strano anche a noi – confessa il farmacista Alla fine, oltre ai danni, ci hanno portato via poche centinaia di euro. Ma fa male lavorare una vita e vedersi poi derubare in questo modo».
Federico Genta
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Fonte: La Stampa, 23 febbraio 2012, pagina 60