Santena – 20 marzo 2012 – Giovanni Giacone è uno dei primi ad accettare di commentare la dissoluzione dell’esperienza di Santena Cambia.
«Per essere sincero non avrei tanta voglia di parlare – afferma Giovanni Giacone –. Sono profondamente deluso: una fine del genere non me l’aspettavo. Da parecchio tempo avevo sentore che qualcosa sembrava non funzionare a dovere dentro la lista Santena Cambia. Però, davvero, non mi aspettavo una fine tanto repentina. Non credevo possibile che il nostro cammino potesse finire così, in modo repentino».
«Io, nel gruppo Santena Cambia, ci credevo davvero. Io credevo in quel gruppo di persone – afferma Giacone –. La lista vedeva insieme alcune anime del Pdl deluse dalla gestione di Benny Nicotra, esponenti dell’Udc e del Pd e un nutrito gruppo di persone che non avevano credo politico, ma che erano intenzionate a servire la città, senza secondi fini».
«Ieri sera nella riunione – aggiunge Giovanni Giacone – a fronte dell’ennesimo cambio di linea ho sbottato e li ho salutati. Negli ultimi tempi sono state fatte molte riunioni e incontri senza il coinvolgimento assembleare. Di molti incontri non mi è mai stato riferito nulla. Anche domenica mattina alcuni – Ansaldi, Anchisi e Siciliano – hanno tenuto una riunione “carbonara” di cui sono stato tenuto bellamente all’oscuro. In questi giorni qualcuno ha voluto dare il là alla fusione con Essere Santena. Un gruppo ristretto di persone ha ritenuto di interrompere il cammino intrapreso per riaprire la trattativa con il gruppo Galileo che era finita con un nulla di fatto».
«Devo anche riconoscere che il cambio di rotta bolliva in pentola da un po’ di tempo – aggiunge Giacone –. Alcune componenti di Santena Cambia hanno subito patito l’arrivo dell’osservatorio Galileo. Alcuni di Santena Cambia, alla ricerca di un posto sicuro in consiglio, hanno tirato la volata per fondersi con loro, a tutti i costi. In particolare una consigliera, in più occasioni, ha puntato i piedi per arrivare alla fusione. Alla luce della proposta indecente arrivata ieri sera io, educatamente, ho ritenuto di dover salutare tutti. Li ho ringraziati per il cammino che in questi mesi ho compiuto con loro. Subito dopo ho detto che io lì non volevo restare un minuto di più. Gli ho augurato ogni bene, ma io ne ho basta: io non sono abituato a lavorare così. Non si può mettere sempre in discussione le scelte prese».
«La cosa che più mi spiace è la fine che si è fatta fare al nostro candidato Domenico Galizio – aggiunge Giacone –. In tal modo si è voluto estromettere dalla vita politica cittadina una persona capace e giusta che aveva tutte le caratteristiche per interpretare in modo corretto la carica di primo cittadino. Alcuni sono andati alla ricerca di presunti difetti di Galizio. Certo, magari Galizio non è conosciuto da tutti i santenesi, ma a questo si poteva trovare rimedio con una buona campagna elettorale. Certo, Galizio talune volte in consiglio si è espresso duramente, ma va anche detto che veniva attaccato pesantemente e a livello personale. Si è trattato di un gioco strumentale che alla fine ha avuto i suoi effetti: Galizio ha fatto un passo indietro».
«Da mesi andavo sostenendo che Santena Cambia doveva accelerare i tempi e chiudere con il nome del candidato a sindaco, con la composizione della lista e con il programma – afferma Giacone –. Forse abbiamo dormito un po’ troppo. Subito dopo l’ufficializzazione del gruppo Galileo l’aria in città è cambiata. Abbiamo avuto difficoltà nel reclutare candidati. Il nostro programma era ben visto, ma al momento di mettersi in gioco per candidarsi molti si sono tirati indietro. Accanto a questo c’era sempre chi ricordava che Santena Cambia era un covo con una nutrita pattuglia di “comunisti”. Durante la trattativa lo stesso Galizio è stato oggetto di veto: per gli uomini di Galileo la fusione si poteva anche fare, ma Galizio puzzava sempre troppo di sinistra. Davvero assurdo».
«Ora ho concluso la mia esperienza con Santena Cambia che ha terminato di esistere – aggiunge Giacone –, ma non ho ancora deciso che fare. Per il momento non ho preso alcuna decisione. Una cosa voglio aggiungere. Scorrendo i nomi dei candidati che emergono dalla fusione tra Santena Cambia e il gruppo Galileo, mi sembra che con questa operazione si sia ricompattata la vecchia Democrazia Cristiana. In Italia quel partito è finito da un po’, da noi a Santena è nata una lista che vede tra i candidati un buon numero di figli del ceto politico che risale al pentapartito o giù di lì. Io di politica ne ho sempre capito poco o niente, ma qui mi sembra che si voglia cambiare tutto per non cambiare un bel niente. Scorrendo i nomi che a breve saranno ufficializzati si fa fatica a pensare che questi possano rappresentare il nuovo. Certo tanti di loro sono giovani: ma per la gran parte si tratta di figli di sindaci – ve ne sono ben due –, di figli di assessori e lo stesso leader Baldi ha un lungo trascorso in consiglio comunale. La Dc non c’è più, il pentapartito è sparito e noi ci ritroviamo in politica i figli dei vari notabili democristiani. Possibile che per fare politica sia necessario avere avuto padri in consiglio comunale? Un’altra cosa che andrà analizzata a fondo è che questa operazione sembra godere della benedizione della parrocchia: certo ufficialmente la chiesa locale ha prodotto documenti con una serie di distinguo e paletti, ma nei fatti le trattative sono condotte da chi è sempre stato organico alla parrocchia. E questa mi sembra un’altra cosa che non va troppo bene. In chiusura, vista la piega che stanno prendendo le amministrative rivolgo tanti auguri a tutta la città. E’ facile prevede che il blocco di potere che si sta cementando non cambierà proprio nulla degli attuali assetti cittadini. Di una cosa sono rammaricato: Nicotra non è stato mandato a casa dalla politica o dai partiti. L’ho mandato a casa io perché aveva tradito la mia fiducia e solo dopo lo scioglimento sono venute fuori una serie di magagne a carico dell’ex primo cittadino. E ora passano all’incasso i figli dei notabili cittadini. Per me si tratta di una vera assurdità».
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