Santena, vent’anni dopo Capaci, per non dimenticare, l’intervento del sindaco Ugo Baldi

Santena – 24 maggio 2012 – Ieri sera il presìdio di Santena e Villastellone di Libera, dedicato a Libero Grassi, ha ricordato il ventennale della strage di Capaci.

La serata si è aperta con la riproposizione di uno spezzone del TG1 che proponeva la notizia dell’attentato, vent’anni fa a Palermo, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e collega Francesca Morvillo e gli agenti di polizia Antonino Martinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Subito dopo, Paola Fazzolari, referente del locale presidio di Santena ha detto: «Ringrazio tutti quanti di essere qui, questa sera. Siamo il presidio Libero Grassi di Villastellone e Santena. Questo è il nostro gruppo, che si allarga ogni giorno di più. Questa sera ci ritroviamo, dopo sette mesi dalla nostra prima volta, dove neanche ci conoscevamo. Abbiamo imparato a volerci bene e siamo diventati uniti, con un unico motivo: migliorare il nostro paese. Quando siamo nati, il 21 gennaio 2012, abbiamo cercato il più possibile di essere presenti sul territorio, dall’incontro con Pino Masciari alla cena della legalità a Villastellone. La più significativa ed emozionante iniziativa è stata sicuramente la fiaccolata in memoria delle vittime di mafia. Abbiamo ancora la pelle d’oca a ripensare a quanta gente ci fosse».

Paola Fazzolari ha proseguito: «E arriviamo a oggi, tappa obbligatoria, la commemorazione delle strage di Capaci. Sono proprio quelle stragi, nel 1992, la scossa che fecero prendere la scelta – di don Ciotti e  altri – di fondare Libera, nel 1995, per poter creare un’alternativa allo Stato, quello Stato che sembrava non riuscisse a proteggere neanche i suoi servitori come Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa e tanti altri – da quella malattia invisibile chiamata mafia. Il video che vedremo questa sera parla di questi uomini – Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Pio La Torre – lasciati soli da quello Stato che li avrebbe dovuto proteggere e difendere. Ora vi leggo un pezzo tratto da un libro scritto da Attilio Bolzoni: “Li ho visti da vivi e li ho visti da morti. Ho conosciuto molti dei personaggi che hanno incrociato le loro esistenze tormentate. I pochi amici e i tanti nemici. Il branco degli indifferenti. Prima di iniziare a scrivere ho raccolto vecchie istruttorie  e qualche sentenza, ma poi ho provato un disagio profondo a leggere sempre gli stessi nomi, gli stessi mandanti. Delitto dopo delitto. Strage dopo strage. Non sono arrivato in fondo. Non ce l’ho fatta; sapevo già come finiva la storia di quegli uomini soli”».

Prima della proiezione del documentario “Uomini soli” è intervenuto il neosindaco Ugo Baldi: «Buonasera a tutti. Intanto, benvenuti. Questa sera ringraziamo naturalmente Libera di averci dato questa occasione. Io, di solito, parlo a braccio: oggi con i ragazzi è stato più semplice. Perdonatemi, mi trovo più a mio agio con i ragazzi, con i quali riesco a dialogare più facilmente. Questa sera ho pensato di scrivere due righe. Ve le leggo. E’ il mio pensiero sulla legalità e su questa situazione».

Ugo Baldi ha detto: «Intanto, prima ancora devo ringraziare l’associazione Libera per questo appuntamento e  salutare i ragazzi del presidio. Il 6 maggio scorso la loro presenza, umile, silenziosa e gioiosa, ha accompagnato lo svolgimento delle elezioni amministrative, dando un tocco di leggerezza: a parte che quest’anno il clima era assolutamente leggero, non era pesante. Comunque voi avete sicuramente contribuito. Vi siete riuniti a  Santena per dare testimonianza dell’importanza di vigilare sulla legalità, senza nulla voler togliere al quotidiano e splendido lavoro delle forze dell’ordine cui essi non si vogliono certo sostituire».

Il sindaco ha aggiunto: «In questa sede ringrazio il comandante della stazione dei carabinieri e il comandante della polizia municipale. In questi giorni, a seguito dei fatti di Brindisi io ho chiesto loro di vigilare con maggiore attenzione sulla scuola. Per carità, forse il mio è stato un eccesso, ma c’è in giro gente che può avere strane idee. Carabinieri e polizia municipale hanno aumentato il controllo attorno a tutte le scuole, e in particolare a questa scuola, dedicata a Giovanni Falcone proprio per evitare cose strane».

Ugo Baldi ha proseguito così: «Questa sera l’associazione Libera, attraverso il presìdio di Santena e Villastellone ci vuole ricordare chi, come Falcone e Borsellino, ma ve ne sono tanti, tanti altri, ha speso tutta la sua vita, fino alla fine, in difesa della legalità e della giustizia. Non cedendo mai alle intimidazioni, agli attacchi e all’isolamento. Ringrazio questi ragazzi che ora, nella celebrazione del ventennale della strage di Capaci, vogliono coinvolgerci nella loro sete di giustizia, invitando ciascuno al proprio senso di responsabilità e a una cittadinanza attiva. Fu proprio don Ciotti che nel 1995 – come ha ricordato prima Paola – sentendo il desiderio e l’impellenza di prendere coscienza e portare vicinanza alle vittime della mafia, capì per primo che, a fianco del grandissimo lavoro di magistrati e forze di polizia, ci doveva essere anche quello del mondo della scuola, delle associazioni,  della società civile».

«E’ quindi significativo – ha detto Ugo Baldi – che questa sera ci troviamo riuniti proprio in una scuola, là dove – prima di tutto – deve maturare il seme della lotta all’illegalità. Ed è particolare che questa scuola media sia proprio intitolata a Giovanni Falcone, la cui missione non si è interrotta con la strage di Capaci. Falcone e Borsellino, più che magistrati, erano investigatori, con un enorme senso della Stato e del dovere. Sono passati venti anni. Molti dei presenti qui questa sera all’ora non erano ancora nati. Ecco che abbiamo una grandissima responsabilità, quella della memoria. E il modo migliore per trasmetterla è quello che fanno questi ragazzi di Libera: impegnarsi tutti, concretamente, altrimenti diventa retorica della memoria. Non basta celebrare i venti anni delle stragi: la mafia e l’illegalità continuano a fare affari, tutti i giorni. Come sindaco, come neo sindaco, dico che bisogna vigilare. Dobbiamo vigilare. Non sottovalutare, non abbassare mai la guardia. Bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. Occorre ricordare che le mafie sono forti quando la politica è debole. E nella crisi economica le condizioni si complicano ulteriormente con l’infiltrazione e la mimetizzazione nell’economia legale. La lotta alla criminalità non è più un problema di alcune aree del Sud, ma una delle emergenze dell’intera nazione, favorite oltre tutto dalla tolleranza, dall’indifferenza, o peggio, dalla rassegnazione. Sentimento con il quale, purtroppo, una gran parte della società si pone davanti a questo cancro che ci circonda».

Il sindaco Ugo Baldi ha proseguito: «Il coinvolgimento attivo dei giovani, delle giovani generazioni, come protagoniste della lotta alla mafia è fondamentale. Proprio Borsellino infatti disse: “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Sono convinto che parlare con i giovani e ascoltare le loro idee e le loro proposte sia il modo più giusto e appropriato per trattare il tema dell’illegalità: sarà proprio dei giovani il mondo che stiamo costruendo oggi. Saranno loro che dovranno affrontare i problemi se noi non riusciremo a risolverli.  Ormai è da tempo che sentiamo la parola legalità. Legalità è rispetto reciproco, nel confronto delle persone. La parola legalità significa diritti e doveri che tutti i cittadini d’Italia devono rispettare. La legalità viene dalla famiglia, dai genitori, dalla scuola, dallo sport e dall’arte che sono linguaggi universali. Perché, qualsiasi lingua parliamo, dobbiamo ricordarci sempre di rispettare e fare rispettare le regole. E questo è il concetto che stamattina ho cercato di trasmettere ai ragazzi: il rispetto delle regole, di quelle più semplici. Soltanto così riusciremo a creare un concetto di legalità».

«La legalità ha come mamma di tutte le regole la nostra Costituzione – ha detto Ugo Baldi –. Occorre riconoscere e impegnarci contro le ingiustizie e le illegalità, non solo quelle grandi – la mafia, la criminalità organizzata, il terrorismo, il furto, l’usura, l’evasione fiscale la corruzione –, ma anche in quelle piccole e quotidiane, perché lì si costruisce la cultura della legalità. Il rispetto delle regole scolastico, delle regole nel lavoro, delle regole del codice stradale, il rispetto delle fila allo sportello, il pagare il biglietto del tram, non acquistare dvd pirata per tutelare se stessi e gli altri. Essere consapevoli dei rischi e dei pericoli riguardanti la rete informatica e utilizzarla in modo attento, adeguato e rispettoso della dignità propria e altrui. Guardare sempre agli altri, con attenzione, per sapere interpretare situazioni di disagio che potrebbero innescare atteggiamenti di violenza, di sopruso. E il sopravanzare l’altro, in qualsiasi forma, anche verbale, è la prima fonte di illegalità. E, inoltre, considerare il pianeta terra, questo piccolo pianeta come la propria casa e attuare piccole strategie a casa, sul lavoro e a scuola – la raccolta differenziata, il risparmio energetico, l’adeguato utilizzo dell’acqua, per rispettare e tutelare il pianeta è la base della legalità e della coscienza civile».

«L’augurio è che i valori di giustizia e libertà, lasciati in eredità da Falcone e Borsellino alla società, ai giovani – ha detto Ugo Baldi – devono essere l’inizio culturale e morale che porti alla liberazione dalle mafie e da tutti i suoi alleati politici che tutt’oggi hanno rovinato l’Italia. Falcone e Borsellino sono moti vent’anni fa per inseguire l’idea di un Paese migliore. Ora tocca a noi, anche con l’aiuto di questi ragazzi, proseguire le loro battaglie nel campo educativo sociale ed economico e seguire il percorso tracciato dai due eroi siciliani, affinché le loro idee continuino a camminare sulle nostre gambe. Concludo con due frasi. Una di Caponnetto, soprattutto rivolta ai giovani, che dice “Ragazzi godetevi la vita. Innamoratevi. Siate felici, ma diventate partigiani di questa nuova resistenza. La resistenza dei valori. La resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare  e di denunciare da uomini liberi e consapevoli. State attenti. Siate vigili. Siate sentinelle di voi stessi. L’avvenire è nelle vostre mani. Ricordatevelo sempre”. E, in ultimo, la frase di Giovanni Falcone che i ragazzi di Libera hanno riportato sulle magliette che indossano: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa. Chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola”. Grazie a tutti. Grazie ragazzi».

La serata è proseguita con la presentazione di “Uomini soli”, documentario di Paolo Santolini e Attilio Bolzoni, produzione Faberfilm-Libera.

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