Santena – 24 agosto 2012 – In attesa di relazioni e dati da parte di Arpa Piemonte e dell’Asl To5 in merito alla recente moria di pesci nelle acque del Banna si forniscono alcune informazioni sul torrente e sul suo bacino, riportate da due documenti, pubblicati dalla Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte.
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“Linee di indirizzo per la tutela e gestione degli ecosistemi acquatici e l’esercizio della pesca in Provincia di Torino”: questo il titolo del lavoro, pubblicato nel gennaio scorso, dal Servizio tutela fauna e flora della Provincia di Torino. Di seguito, le informazioni contenute a pagina 13.
Bacino del torrente Banna
Il torrente Banna è un corso d’acqua di pianura, a regime idrologico pluviale, e confluisce, in destra orografica, nel fiume Po in prossimità di Moncalieri. Esso nasce in Provincia di Asti a circa 300 metri di quota ed entra nel territorio torinese nel comune di Poirino. Il corso d’acqua attraversa con andamento sinuoso e flusso laminare le campagne torinesi. L’elevato sfruttamento agricolo del territorio riduce fortemente la zona perifluviale vegetativa del corso d’acqua.La qualità dell’acqua è monitorata in due stazioni ricadenti, andando da monte verso valle, nei comuni di Poirino e Moncalieri. La portata media annua registrata è di 2,5 metri cubi al secondo alla stazione di Poirino, mentre nella stazione di Moncalieri la stessa raggiunge i 4 metri cubi al secondo.
I risultati ottenuti dall’applicazione del Seca – stato ecologico del corso d’acqua – evidenziano complessivamente una pessima qualità dell’acqua in entrambe le stazioni di monitoraggio, con un peggioramento nella stazione di Moncalieri rispetto al 2000. La coincidenza dei risultati tra Seca e Saca – stato ambientale del corso d’acqua – evidenziano l’assenza, o comunque una presenza irrilevante di inquinanti chimici organici e/o inorganici nel corso d’acqua.
La comunità ittica del torrente è esclusivamente ciprinicola ed è costituita da: cavedano, alborella, triotto, gobione, psuedorasbora, carassio e pesce gatto.
Il Rioverde, principale affluente del Banna, è un piccolo torrente, a regime pluviale, che confluisce in sinistra orografica del torrente Banna nelle vicinanza di Poirino. Esso attraversa con flusso laminare un territorio esclusivamente agricolo.
Il popolamento ittico è di tipo ciprinicolo ed è composto dalle seguenti specie: cavedano, alborella, triotto, gobione, tinca, carpa, carassio, psuedorasbora, pesce gatto, persico trota e coxite comune.
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Di seguito, altre informazioni sul bacino del Banna, attinte dal Piano di tutela delle acque, direzione pianificazione risorse idriche, sottobacino Banna-Tepice Ai08 – Banna-Tepice, edizione del 2007. La pubblicazione contiene molti dati che possono ritenersi superati, ma si tratta sempre di un documento – squisitamente tecnico e per questo lievemente ostico da leggere – comunque importante per le informazioni contenute rispetto al torrente che attraversa Santena.
Il sottobacino collinare del Banna comprende 23 comuni. La zona è di bassa collina, con un’altitudine media dei comuni di 331 metri sul livello del mare. Solo una limitata percentuale della superficie del sottobacino risulta irrigata (11%), principalmente per aspersione. La coltura prevalente risulta essere il granoturco.Il corso d’acqua si distingue per le forti alterazioni dovute al suo percorso in aree urbanizzate e fortemente industrializzate. L’ittiofauna è assente o, al più, costituita da specie poco sensibili con elevata valenza ecologica.
Per quanto riguarda gli invasi da segnalare: a Poirino, l’invaso di Ternavasso alimenta il Rio Lai; a Pralormo, l’invaso della Spina alimenta il Rio Torto; ad Arignano e Marentino l’invaso di Arignano alimenta il Rio del Lago.
Lungo il Banna ci sono due stazioni di monitoraggio chimico-fisico e biologico delle acque superficiali: la prima nel comune di Poirino, in borgata Marocchi, vicino al metanodotto, ha iniziato le osservazioni nel 2000; la seconda stazione è a Moncalieri, all’altezza del ponte sulla strada statale 393, in funzione dal 1978. Lungo il Tepice la stazione è a Cambiano ed è in funzione dal 1990.
Le stazioni di monitoraggio automatico quali-quantitativo lungo il Banna sono due: a Poirino, a Cascina Cantarana, che ha iniziato le osservazioni nel 1999; a Santena, sotto il ponte della circonvallazione, in funzione al 1999. Lungo il Rioverde la stazione è a Poirino, in località Cantarana, anch’essa è in funzione dal 1999.
Il livello di squilibrio quantitativo della risorsa idrica sul Banna si può stimare come alto, in relazione agli altri bacini regionali, ma il regime dei deflussi presenta anomali condizioni di criticità, sia invernale, sia estiva, solo in parte legate agli usi in atto, per altro non particolarmente incidenti.
Il bacino del Banna, che si sviluppa sulla collina torinese, presenta caratteristiche idrologiche e geomorfologiche particolari; esso risulta scarsamente contribuente, pertanto le criticità di magra sono generalmente più evidenti. Una cosa non va quindi dimenticata del Banna: non origina dai monti.Per quanto concerne il comparto delle acque sotterranee, il 9 per cento della superficie dell’area idrografica presenta complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica.
In merito alla caratterizzazione e sistemica il documento – che come si è già detto, risale al 2007 – ricorda che la fascia fluviale del torrente Banna presenta una compromissione generale molto elevata. La valutazione dell’impatto complessivo, rappresentato dalle classi di degrado, evidenzia che l’89 per cento del territorio analizzato presenta situazioni di degrado molto alto e massimo. Nell’asta principale del Banna, lunga 30 chilometri, le aree individuate come compromesse sono 12. È stata individuata una sola area critica, che rappresenta il 6 per cento dei tratti, causata da coltivazioni intensive, in parte compresa nel Sic – sito di interesse comunitario – Stagni di Poirino-Favari.Rispetto alla sintesi delle criticità e delle problematiche quali-quantitative del Banna il documento spiega che il livello di compromissione quantitativa della risorsa idrica superficiale si può stimare come alto, in relazione agli altri bacini regionali.
Lo stato di qualità ambientale delle acque superficiali è da considerarsi scadente sul Banna e pessimo per il Tepice, per la presenza di immissioni di origine produttiva e civile; in corrispondenza di quest’ultimo corso d’acqua si riscontra inoltre presenza di metalli pesanti.
La qualità dello stato dell’ecosistema è estremamente bassa, le pressioni sono nel complesso elevate e la fascia fluviale del Banna presenta un degrado estremamente alto e diffuso.
Per raggiungere il deflusso minimo vitale il documento segnalava la necessità di riduzione del deficit del comparto irriguo mediante azioni di razionalizzazione degli usi, in particolare con la riorganizzazione del settore irriguo del comparto agricolo.
Nel paragrafo dedicato agli interventi strutturali la relazione segnalava la necessità di attuare interventi specifici e rilevanti in aree caratterizzate da forti criticità: “A monte di interventi di tipo strutturale è necessario prevedere l’intensificazione delle indagini finalizzate alla miglior caratterizzazione degli scarichi in funzione della valutazione dei carichi inquinanti e all’accertamento della presenza di sostanza pericolose”. L’obiettivo è verificare lo stato qualitativo del corso d’acqua a seguito degli interventi previsti nel piano d’ambito e l’eventuale definizione e realizzazione di ulteriori interventi di risanamento degli scarichi civili e industriali. Per quanto riguarda le tempistiche nel documento si fa presente che “La misura dovrà consentire di raggiungere un livello di trattamento degli scarichi tale da consentire il raggiungimento dello stato ambientale ‘sufficiente’ al 2016”.
Il documento prosegue con il paragrafo relativo agli interventi strutturali nell’ambito del segmento fognario-depurativo. Si tratta di una serie di interventi di rilevante significato, realizzati a partire dal 2008: in particolare una serie di collettori intercomunali Smat che hanno portato alla riduzione degli apporti inquinanti da reflui di origine civili e industriale, alla razionalizzazione dello smaltimento e all’incremento dell’efficacia di trattamento con contributo positivo sullo stato qualitativo del corso del torrente Banna.
Tra gli interventi che hanno portato beneficio al Banna vi è anche la riduzione del prelievo di acque sotterranee per usi industriali, sempre a partire dal 2008, con progressivo riequilibrio del bilancio idrogeologico previsto entro il 2016. Naturalmente la drastica crisi degli ultimi anni che, purtroppo, ha portato alla chiusura di rilevanti siti produttivi industriali e artigianali zona ha contribuito al miglioramento della qualità delle acque.
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Altre informazioni sul Banna sono quelle disponibili su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Banna
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blog www.rossosantena.it