Santena, rassegna stampa, «Malattia professionale» per 7 ex operai Ages

Santena – 26 ottobre 2012 – “«Malattia professionale» per 7 ex operai Ages Santena”: questo il titolo dell’articolo pubblicato dal settimanale Il Mercoledì, il 24 ottobre scorso, a pagina 3. Di seguito, il testo dell’articolo.

Riconosciuta dall’Inali. Verranno tutti risarciti

“MALATTIA PROFESSIONALE”

PER 7 EX OPERAI AGES SANTENA

SANTENA – L’Inail ha riconosciuto a sette ex operai dell’Ages di Santena, tutti colpiti da un tumore, la «malattia professionale». La maggior parte di loro sono stati colpiti alla vescica, uno solamente ad un polmone. Tre sono già deceduti, tuttavia le loro famiglie riceveranno un risarcimento, proporzionato all’invalidità, esattamente come spetterà ai quattro che sono ancora in vita.

E nel frattempo prosegue l’indagine della procura di Torino, affidata al pm Laura Longo, per valutare eventuali responsabilità da parte dell’azienda. Per il momento comunque nessuno è stato inserito nel registro degli indagati. L’inchiesta infatti si sta limitando ad approfondire i casi di 18 lavoratori della ditta, dove venivano realizzati manufatti in gomma, dei quali undici sono già deceduti. Troppi casi di tumore quindi, per questo erano partire le domande di risarcimento, 26 in tutto. E la prima a essere riconosciuta, la scorsa primavera, dopo una estenuante ed interminabile battaglia giudiziaria, è stata quella nei confronti della vedova di un operario santenese ucciso dal cancro. Malattia che potrebbe aver contratto dopo decenni di lavoro nello stabilimento santenese. L’Inail infatti aveva riconosciuto il suo caso come il primo «tumore riconducibile all’azienda». La malattia dell’operaio santenese quindi, che operò nell’azienda nel periodo compreso fra il 1968 e il 1997 e morì nel 2010 all’età di 74 anni per una neoplasia alla vescica, sarebbe stata provocata dall’ambiente in cui lavorava e alla donna è stato così concesso un vitalizio d 800 euro mensili. Per questo particolare caso va detto che l’uomo era addetto alle presse e, durante la giornata lavorativa, si occupava di realizzare particolari in gomma. E proprio la continua vicinanza a questo materiale avrebbe causato il tumore, perché ogni volta che l’apparato si apriva permetteva la fuoriuscita di fumi provenienti da plastica e gomma calde, le quali raggiungevano temperature vicino ai duecento gradi centigradi. Un’operazione che veniva ripetuta in media ogni sei-sette minuti. Non a caso, dopo un turno di otto ore, l’addetto avrebbe spesso accusato dei disturbi. Problemi alla salute che, nel corso del tempo, sarebbero peggiorati fino a quando, arrivato alla pensione, nel 1997, avrebbero cominciato a diventare gravosi e difficilmente sopportabili. Ovviamente venne operato ma il suo quadro clinico non ebbe giovamento al punto che l’uomo, ad un certo punto, si trovo ad aver bisogno di assistenza continua e poi morì. E nel periodo precedente la sua scomparsa l’Inail gli rifiutò l’assegnazione di una pensione di invalidità. Solo due anni dopo il suo decesso venne. riconosciuta la responsabilità all`ambiente di lavoro.

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L’articolo in pdf: Mercoledi_2012ott24_ages_Inail

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Fonte: Il Mercoledì – 24 ottobre 2012 – pagina 3