Santena – 28 ottobre 2012 – “In arrivo mille studenti libici. Scontro sul nuovo campus”: questo il titolo di un articolo a quattro colonne, pubblicato oggi dal quotidiano torinese La Stampa, a pagina 63 della cronaca di Torino. Di seguito, il testo del pezzo, firmato dal cronista Federico Genta.
Santena
In arrivo mille studenti libici Scontro sul nuovo campus
Braccio di ferro con il Comune: serve una variante per realizzare il progetto
FEDERICO GENTA
Mille studenti libici sono pronti a sbarcare alle porte di Santena. Ospitati, per un anno, all’interno di un campus universitario da 80 mila metri quadrati, ancora da realizzare, dove nel giro di pochi mesi potrebbero arrivare aule, laboratori, alloggi e sale mensa. Da giorni la notizia rimbalza tra gli uffici comunali e preoccupa i politici del paese, chiaramente impreparati a dare una risposta concreta, e rapida, alle richieste dell’azienda responsabile del progetto. Ma quella della Prodit Engineering, società leader nella progettazione e realizzazione di strumenti didattici per il mercato estero, è una storia che ha radici lontane.
La trafila infinita Il sogno di un centro di formazione professionale, accanto all’attuale sede produttiva di via Asti, non nasce da un giorno all’altro. I dettagli dell’operazione, e i relativi permessi, sono sul tavolo del Municipio dal 1996. Quando lo stesso Comune aveva autorizzato l’ampliamento dello stabilimento nell’area industriale al confine con Poirino. La Prodit aveva acquistato i terreni, in tutto 120 mila metri quadrati, in attesa delle necessarie autorizzazioni a costruire. Solo il ricorso al Tar, presentato nel 2004, ha imposto all’amministrazione di portare a termine il procedimento. Tutto risolto? Niente affatto: La convenzione che autorizza la realizzazione di parcheggi, aree asfaltate e percorsi carrabili nell’area destinata al campus, non varia la classificazione del terreno. Questo, sulle mappe dell’Ufficio tecnico, resta agricolo.
L’appalto della Libia Quando, lo scorso marzo, il ministero del Lavoro libico contatta la Prodit per proporle la formazione di mille studenti, l’azienda si ritrova a dover affrontare una nuova corsa contro il tempo. «Siamo anche pronti a costruire un campus provvisorio, con prefabbricati che potranno essere rimossi alla fine dell’anno di studi», spiegano i vertici della società, che non possono davvero permettersi di perdere questa occasione. «La Primavera araba ha spazzato via tutti i contratti e le commesse che ci avrebbero assicurato attività per il prossimo decennio – confermano -. Oggi le nostre linee di produzione sono ferme. I dipendenti, un centinaio, sono in cassa integrazione a zero ore».
Imbarazzo a Palazzo civico Di una variante urbanistica, che consenta la realizzazione del centro di formazione, il sindaco Ugo Baldi non vuole nemmeno sentir parlare. Lui, che in campagna elettorale ha promesso di non sottrarre più spazi all’agricoltura, preferisce cercare una soluzione alternativa. «Abbiamo indicato all’azienda alcuni siti diversi a quello di via Asti – conferma -. Sottoporremo il caso alla Regione, ma bisognerà anche tenere conto dell’impatto che una simile operazione potrebbe avere su una città di 10 mila abitanti». Ancora più netta la posizione di Patrizia Borgarello, Lega Nord, che taglia corto: «Mille arabi qui a Santena? Sarebbe impossibile gestire una comunità così affollata. Mi chiedo poi cosa chiederanno ancora: magari la costruzione di una moschea».
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Fonte: La Stampa – 28 ottobre 2012 – pagina 63
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L’articolo in formato .pdf: LaStampa2012ott28_prodit