Santena, il Movimento 5 Stelle racconta l’incontro con la Prodit Engineering

Santena – 18 novembre  2012 – Alessandro Caparelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle e Daniele Franco, altro consigliere del Movimento 5 Stelle a palazzo Visconti Venosta, in dodici minuti raccontano il confronto tra gli amministratori e i rappresentanti della Prodit Engineering sulla commessa che prevede la realizzazione di un campus con mille studenti della durata di 12 mesi.

Alessandro Caparelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle, spiega: «Siamo arrivati all’incontro a porte chiuse con la ditta Prodit Engineering dopo la conferenza dei capigruppo dove il sindaco ha informato della commessa per il campus libico. Alla riunione con la ditta ci siamo andati con tutte le buone intenzioni per capire meglio questo progetto e come procede l’evolversi della situazione. Le tante zone d’ombra lasciate dalla ditta  non ci hanno certo aiutato a chiarire, i tanti dubbi ci restano. Alla fine della riunione, su buona parte delle questioni, siamo usciti più dubbiosi di prima. In attesa dell’arrivo della ditta il sindaco ha ripercorso le tappe della vicenda, a partire dalle missive della ditta, del maggio scorso, fino agli aggiornamenti degli ultimi giorni. Subito dopo è entrata la numerosa delegazione della Prodit Engineering».

Il progetto come è stato presentato dalla ditta?

Daniele Franco, il secondo consigliere del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale spiega: «la ditta ha iniziato parlando della situazione politica e sociale della Libia e ha ricordato come tale commessa, per la Prodit Engineering, costituisca una formidabile occasione per rilanciare l’occupazione: infatti, gli addetti della ditta di via Asti sono quasi tutti in cassa, da anni. A seguire, i rappresentanti della ditta hanno illustrato il progetto e le modalità tecniche individuate per costruire alloggi e aule didattiche, capaci di contenere i mille studenti. In sostanza nella parte retrostante la ditta, oggi libera, si prevede di allestire container e bungalow dove si conta di sistemare i mille studenti. Ci hanno riferito di singoli moduli abitativi da 8 posti l’uno che potranno svilupparsi anche su due o tre piani di altezza. Sempre nell’area è prevista la realizzazione di strutture quali: mensa, lavanderia, biblioteca e qualche area per il tempo libero. E’ altresì prevista la realizzazione di aule didattiche, da affiancare a quelle esistenti nel sito della Prodit Engineering. Ci hanno fornito una serie di indicazioni tecniche: quello che colpisce è il fatto che in un’area così angusta si vogliano sistemare ben mille persone. In pratica mille persone saranno confinate nel retro dell’azienda: una roba simile non ci risulta abbia molti precedenti. Si intende realizzare una sorta di quartiere, con un decimo degli abitanti della nostra cittadina, dentro un’area di azienda privata. La prima cosa che non va è lo spazio  così ridotto a disposizione degli studenti. L’area ci sembra davvero troppo angusta».

Quali dubbi avete sollevato?

«Abbiamo chiesto informazioni anche sui docenti impiegati per la formazione – aggiunge Daniele Franco –. La ditta  ha riferito che dispone di professionalità adeguate e che in parte utilizzeranno docenti di altre ditte, si tratta di personale attualmente in cassa, a seguito della crisi occupazionale. La commessa – ci hanno spiegato – consentirebbe anche alla Prodit Engineering di riprendersi dalla crisi in cui versa da alcuni anni a seguito degli sconvolgimenti che hanno interessato il Medio Oriente, loro tradizionale mercato».

Sono state poste altre domande sull’area e sulla sistemazione degli studenti?

«Naturalmente – aggiunge Alessandro Caparelli – abbiamo chiesto notizie sull’organizzazione della vita degli studenti durante tutto l’arco della giornata. Considerato che il progetto durerà un anno abbiamo chiesto anche notizie in merito alla destinazione delle strutture a fine commessa, per capire come saranno smaltite. I problemi legati alla gestione degli studenti non sono da sottovalutare: gli studenti sono persone libere, dopo lo studio potranno muoversi e andare dove meglio riterranno. Gestire una massa così grande di persone non sarà facile.  A questa domanda la signora Gentile ci ha detto che la ditta programmerà ogni cosa. Sempre dalla signora è arrivata anche qualche battuta più o meno di spirito. Ci ha detto che sapeva che noi a Santena i libici non li vogliamo e quindi li porteranno in giro altrove. Si tratta di espressioni  basate forse sui titoli di alcuni giornali: abbiamo ribadito che il problema non è tanto la nazionalità degli studenti, quanto l’alto numero di persone da gestire per un anno intero».

Quali indicazioni sono state date dalla ditta rispetto al quadro economico della commessa?

«Abbiamo chiesto conto anche dell’entità economica di tale operazione – aggiunge Alessandro Caparelli – ma, su questo, non ci hanno risposto compiutamente. Abbiamo chiesto notizie in merito al capitolato della commessa soci come sui fondamentali economici di tutta l’operazione. Hanno risposto picche. Si sono riservati di risponderci in un secondo momento: hanno detto che tali informazioni fanno parte della loro autonomia di impresa».

In quali tempi la Prodit Engineering vorrebbe avere da voi amministratori una risposta sulla fattibilità del progetto del campus?

«Si attendono risposte in tempi brevi – afferma Daniele Franco –. Chiedono risposte praticamente subito. Ci chiedono il via libera per una variante strutturale al piano regolatore per cambiare la destinazione del terreno dove intendono realizzare il campus. Su quel terreno oggi non è possibile costruire

altro che parcheggi e vialetti e non certamente un’area residenziale, se pur temporanea. I tempi per arrivare a una variante non sono comunque brevi».

La ditta ha spiegato quando ha informato l’amministrazione che intendeva concorrere alla commessa?

«La ditta ha riferito – spiega Alessandro Caparelli –  di aver inviato le carte in comune  nel maggio scorso. A fine incontro abbiamo chiesto al sindaco come mai questa notizia è venuta fuori nelle ultime settimane. Il sindaco ci ha riferito che il progetto non sembrava essere così urgente e che l’ipotesi di dover trovare sistemazione abitativa per mille studenti all’interno del sito aziendale sembrava solo una mera ipotesi. Poi evidentemente c’è stato un cambio di passo».

Come siete usciti dalla riunione voi due consiglieri del Movimento 5 Stelle?

«Con qualche rammarico – afferma Daniele Franco – evidentemente la ditta avrebbe potuto e dovuto fornire qualche dettaglio in più. E’ appena il caso di ricordare che, al di là di tutte le azioni di tipo lobbistico che la ditta ha ritenuto e ritiene di metter in atto a livello sovracomunale, senza il via libera a livello di consiglio comunale la ditta non potrà mettersi nelle condizioni di concorrere alla commessa. Considerato questo non si comprende questa sorta di reticenza messa in atto dalla ditta durante la riunione a porte chiuse con noi amministratori. Noi consiglieri comunali abbiamo tutto il diritto di conoscere un po’ più nel dettaglio il progetto del campus. Sino a oggi di questa commessa nessuno ne sapeva nulla. Nei programmi elettorali del campus non c’è manco l’ombra. E’ un fatto evidentemente nuovo. Noi amministratori, così come i cittadini ai quali dobbiamo rispondere, abbiamo diritto a chiedere ogni informazione in merito. Come abbiamo anche detto durante la riunione l’amministrazione, prima di prendere una qualche decisione, dovrà informarsi compiutamente e poi informare in merito i santenesi.  La decisione rispetto all’eventuale arrivo del campus non potrà essere fatta cadere dall’alto senza consultare i cittadini. E prima di arrivare a una consultazione occorrerà informare la popolazione in modo esauriente.  E’ del tutto evidente che l’arrivo del campus non potrà certo essere deciso dal palazzo senza sentire la città».

«Io dalla riunione sono uscito molto dubbioso – aggiunge Alessandro Caparelli –. Su molti punti la ditta è apparsa davvero evasiva. E tante nostre domande sono rimaste senza risposta. Secondo me la ditta sbaglia quando da una parte sono mesi che pratica azioni di lobby sugli enti superiori e poi pretende di tenere all’oscuro noi amministratori, limitandosi a fornirci una infarinatura del progetto, senza scendere nei dettagli.  Una cosa ci appare davvero incomprensibile: se la ditta tiene tanto a questa commessa perché non si muove nella massima trasparenza? Se la ditta intenderà continuare a tenere all’oscuro sia noi sia i cittadini  rispetto alla commessa ragioneremo sulla strada da seguire per riuscire ad avere le informazioni che ci servono.  Noi come Movimento 5 Stelle intendiamo chiedere all’amministrazione di organizzarsi per arrivare a consultare la popolazione. Non chiediamo un referendum: le modalità di consultazione vanno studiate con un po’ di calma. Ricordo come, nella vicina Nichelino, il sindaco, a fronte di un progetto che ipotizzava la realizzazione di un mega outlet,  ha avviato una consultazione a mezzo internet. I risultati sono stati chiari: la città non voleva quel progetto. Il sindaco ha tenuto conto del parere dei cittadini e il progetto outlet è stato stoppato ancor prima di essere avviato».

Perché la ditta intende sistemare tutti insieme i mille studenti nel sito aziendale?

«La ditta – riferisce Daniele Franco – ha detto che non è riuscita a reperire altri siti per gli studenti. Inoltre, con più siti di residenza aumenterebbero i costi e diventerebbe meno agevole ottimizzare tutte le questioni logistiche. A fine riunione una cosa l’ho capita: se la Prodit Engineering si aggiudicherà la commessa  avrà buoni margini: quello che non mi è affatto chiaro è quali saranno gli eventuali benefici che potranno arrivare alla città di Santena.  Dopo la riunione il sindaco si è impegnato ad avviare tutta una serie di riscontri e verifiche per capire se ci sono le condizioni perché il consiglio comunale prenda una posizione in merito. A fronte di un eventuale via libera dal parlamentino cittadino potrà poi essere convocata una conferenza di servizi».

Come si sta muovendo il Movimento 5 Stelle in merito?

«Prima e dopo la riunione abbiamo convocato gli attivisti – spiega Alessandro Caparelli –. In particolare della vicenda se ne occupa un nostro gruppo di lavoro. Abbiamo chiesto in comune la documentazione consegnata dalla ditta agli uffici. Dopo avere studiato le carte metteremo a disposizione dei cittadini le informazioni avute. Pubblicheremo tutto in rete, via internet, sul nostro sito – www.santenacinquestelle.it –. Se sarà necessario organizzeremo serate informative: naturalmente auspichiamo che l’amministrazione si muova adeguatamente e calendarizzi una serie di appuntamenti e iniziative. Prima di arrivare a decidere occorrerà comunicare e dialogare con i cittadini: questo passaggio lo consideriamo necessario. La ditta è venuta alla riunione magari pensando di uscire con una sorta di via libera per il loro progetto. Qualche dirigente della Prodit Engineering ha idee un po’ strambe in fatto di democrazia. Ci hanno detto che noi consiglieri rappresentiamo i cittadini e che dovevamo decidere in merito al loro progetto. Noi abbiamo ribadito che il progetto campus è una cosa nuova: nessuno sinora ne sapeva nulla. Noi su questo problema dai cittadini non abbiamo ricevuto nessuna delega in bianco. E infatti nessun programma elettorale ha mai fatto cenno a una roba simile. Dunque prima di decidere dobbiamo sentire cosa pensano i santenesi in merito. Va anche detto che queste ultime argomentazioni sono state mal digerite dagli esponenti della ditta. Quando abbiamo fatto cenno alla necessità di consultare i santenesi ho visto negli esponenti della Prodit Engineering facce alquanto perplesse, qualcuno ha chiuso la cartellina, altri ancora si sono messi le mani nei capelli. Non hanno saputo dirci altro che noi consiglieri rappresentiamo già i cittadini. Mi spiace, su questo la pensiamo in modo diverso. Prima di decidere faremo tutto il possibile per sentire il parere dei santenesi».

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