Santena – 27 novembre 2012 – Gino Anchisi commenta le primarie del centrosinistra.
«Le primarie a Santena sono state una bella sorpresa per la partecipazione più alta di quanto prevedevo – scrive Gino Anchisi –. Le persone incontrate ai seggi sono la dimostrazione di un buon livello di qualità di cittadinanza e del desiderio di cercare soluzioni politiche alla crisi. Chi ha votato è mosso da motivazioni e da interessi che si richiamano al solidarismo, ma anche alla assunzione della responsabilità personale tipica delle visioni cristiane e laiche. La base elettorale del Pd sembra disposta ad affrontare un effettivo cambiamento. Il ceppo tradizionale di Berlingueriana memoria convive con la tradizionale visione riformista del cattolicesimo, del socialismo e del laicismo. La competizione tra Renzi e Bersani si gioca tra chi vede in Renzi un politico di buona immagine ma di scarsa sostanza e chi vede in Bersani aspetti di conservatorismo nascosti dietro slogan di sinistra ormai privi di sostanza».
Gino Anchisi prosegue: «Renzi ha avuto un ottimo risultato, anche se non ha avuto l’apporto del voto dei delusi del centro destra e dei moderati centristi. I suoi consensi sono venuti dal popolo del Pd meno impegnato nell’attivismo partitico. A Bersani va riconosciuto il merito di aver coinvolto e compromesso nell’operazione del rinnovamento la parte tradizionale del partito democratico tirando dentro alle primarie quanto di buono c’è rimasto. Aver accettato le primarie come metodo va riconosciuto a suo merito. Il risultato indica che forti sono il bisogno e la voglia di cambiamento di una politica in cui il peso della partitocrazia deve essere ricollocato nella giusta posizione. Dopo questo risultato manca solo più una cosa: il colpo che sa dare il vero politico capace di guardare oltre l’interesse di parte. Questa settimana uno dei due deve dimostrare di voler diventare, con l’aiuto di tutti, uno statista. Chi vince le primarie deve convincere che nelle prossime elezioni si impegna a vincere per governare l’Italia. Chi saprà garantire che ci sarà rinnovamento e cambiamento del rapporto tra politica e partito avrà il mio voto».
«Bersani e Renzi hanno raccolto consensi eterogenei – prosegue nella sua riflessione Gino Anchisi –. Renzi ha portato persone nuove a decidere di scendere in campo a esporsi pubblicamente. Mentre usciva di scena la DC, con Bersani, seppure tardivamente, tramontavano gli equivoci dalemiani e veltroniani del vecchio PCI. Nei pochi giorni tra il primo e secondo turno tutto e tutti possono ritornare in gioco. Nel nostro seggio di rottamatori inaciditi non se ne sono visti e neppure sì è vista traccia di trinariciuti conservatori. Piuttosto si sono viste persone preoccupate per il loro futuro e per quello dei loro figli. Di anti politica non ho sentito parlare, di delusione verso i partiti e le loro oligarchie, cui negli anni si è concesso troppo, ho udito il lamento. Neppure di programmi e di progetti ho sentito parlare quanto piuttosto di credibilità e di speranza verso chi dovrebbe diventare capo del governo d’Italia. Adesso conteranno gli atteggiamenti e i comportamenti, dai quali si capirà se c’è sostanza dietro i due e tra i loro sostenitori. Colui che sarà in grado di zittire i suoi sostenitori più accecati dalla voglia di primeggiare, chi dimostrerà di avere senso delle istituzioni e di rispetto delle regole che valgono per tutti avrà il mio consenso. Questo sarà il segnale di chi ha capito che si deve governare non per la propria parte ma per quegli italiani che fanno e faranno il loro dovere di cittadini».
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Santena, la città di Camillo Cavour, 27 novembre 2012
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