Torino – 25 dicembre 2012 – Di seguito, l’omelia dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, alla messa della notte di Natale
OMELIA DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA,
ALLA MESSA DELLA NOTTE DI NATALE
(Torino, Cattedrale, 24-25 dicembre 2012)
PIÙ LE TENEBRE SONO FITTE E PIÙ IL GIORNO SI AVVICINA
Quando Gesù nacque a Betlemme era notte fonda e la sua luce la illuminò tutta. Così annuncia il Vangelo di Luca, che raccontando la nascita del Salvatore ricorda che un angelo del Signore si presentò ai pastori e li avvolse di luce… E mentre essi erano pieni di spavento, disse loro: «Non temete , ecco vi annuncio una grande gioia: “Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”».Tra i tanti messaggi che il Natale ci offre, questo è certamente quello che in questo nostro tempo ci stimola ad alzare lo sguardo verso la luce che il Figlio di Dio è venuto a portare sulla terra. La Parola di Dio della Messa della notte di Natale lo proclama con gioia anche attraverso le parole profetiche di Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse». Cristo Signore, Lui è questa luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo.
Tenebre e luce, timore e gioia si intrecciano nel Natale perché sono le esperienze di cui vive il nostro cuore di fronte al crescendo di difficoltà e fatiche che si abbattono su molte famiglie e persone in condizioni precarie e senza speranza certa di un futuro di ripresa, per una vita serena e giusta. Oggi sembra che le tenebre avvolgano la nostra vita e quella di milioni di persone sulla terra, strette da una morsa sempre più forte di una crisi che si avvita su se stessa e diventa fonte di sofferenza e di scoraggiamento. Questa notte di Natale ci dice che quando le tenebre si fanno più oscure e la notte più buia, vuol dire che l’alba del nuovo giorno sta per giungere.
La Festa del Natale, con la sua carica di fede e di amore che porta con sé, è lì a dirci di guardare avanti senza paura perché non siamo soli. Dio si ricorda di noi ogni giorno, ma come una madre, un padre, un amico si fanno più vicini e condividono le sofferenze e difficoltà di coloro che amano, così Dio, che conosce le pene anche più profonde del cuore di ogni uomo, ci assicura la sua Provvidenza di Padre e amico. Cristo è il dono più grande che Egli continua a fare all’umanità intera e ad ogni persona, perché in Lui abbiamo la certezza che l’amore di Dio può vincere ogni avversità, se la nostra fede lo accoglie con la stessa gioia di Maria sua madre, di Giuseppe e dei pastori. Egli è venuto a salvarci dal peccato, da ogni tristezza e miseria morale, fisica e sociale che ci abbatte e accompagna le nostre giornate tenebrose, mostrandoci le vie che conducono verso la luce, verso la fine del tunnel di buio in cui stiamo avanzando a tentoni.
«Gloria a Dio e pace in terra agli uomini che Egli ama»: la lode degli angeli riassume i sentimenti che siamo chiamati a suscitare dentro il cuore e a portare con la nostra testimonianza in famiglia, presso chi è solo, malato e povero, nella vita sociale. La pace non è solo assenza di guerra, ma è condivisione di valori umani, spirituali ed etici, condivisi in relazioni ricche di comunione e di prossimità con coloro che vivono con noi o incontriamo sul nostro quotidiano cammino. La fede in Cristo, luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo, e l’amore, che da ciò scaturisce per una comunità più giusta e solidale, innestano processi anche economici e sociali, capaci di orientare anche ogni auspicabile ripresa nel nostro Paese.
Il compito dei credenti dunque e degli uomini e donne di buona volontà è quello di lottare insieme perché il bene comune vinca le accattivanti suggestioni del male, che cercano di prevalere con il miraggio falso e deviante del proprio tornaconto personale o a vantaggio della propria “casta” cui si appartiene. La nascita del Figlio di Dio, dono assolutamente gratuito, viene per liberarci da tutto ciò che ci rende egoisti e ostili agli altri, per aprire invece cuore e volontà a costruire insieme nella fraternità del dono di sé una famiglia, una comunità e un mondo più a misura di Dio e per questo più a misura di ogni uomo che lo abita.
A voi giovani in particolare dico: comprendo la vostra voglia di crescere in autonomia, di sperimentare strade nuove, di prendere in mano la vostra vita. Conosco anche le vostre sofferenze che riguardano l’incertezza del lavoro e la chiusura di una fondata speranza per un futuro sereno e positivo. Non scoraggiatevi e abbiate fiducia in voi stessi, lottando con coraggio contro ogni forma disimpegno irresponsabile e ogni tentativo di catturarvi. Restate liberi dentro. Il mondo adulto ha bisogno della vostra energia, creatività, apertura al futuro. Ma anche voi non abbiate paura di affidarvi, di farvi guidare – è segno di intelligenza, non di debolezza – e di confrontarvi con chi vi vuole bene.
Soprattutto non abbiate paura di Cristo, al quale le porte vanno spalancate. Lo ripete instancabilmente un “giovane” di più di 85 anni, Benedetto XVI, testimoniando che solo Cristo sa cosa c’è nel cuore dell’uomo: su di Lui potete contare per vivere con gioia e generosità la vostra vita, la ricerca sincera dell’amore, l’impegno per un mondo di giustizia e di pace. Per questo Egli è venuto e viene, in ogni Natale, per dirci che senza di Lui non possiamo realizzare nessuno dei nostri sogni, ma con lui tutto diventa accessibile e possibile. Lasciamoci dunque afferrare dallo stupore e dalla fiducia – più forte di ogni angoscia – che nascono dal Natale ed eleviamo il cuore per trovare il coraggio di puntare in alto senza stancarci, superando la noia e la mediocrità di tanti messaggi che tendono ad accontentarci, ma alla fine ci rendono succubi o impotenti davanti al loro nulla che svuota ogni ideale e appiattisce una vita senza nerbo e senza impegno. Al contrario, occorre rischiare in prima persona. Io credo che la nostra società abbia addormentato tanti giovani, tenda a mantenerli così come sono, non dia loro le possibilità concrete di emergere dalla mediocrità e non li spinga a stimarsi capaci di assumere fino in fondo le proprie responsabilità, siano professionali, ecclesiali o sociali.
Gesù è l’unico che crede veramente in voi giovani e si fida di voi. I giovani possono trovare in lui non solo un Maestro di vita, un amico, ma un difensore e garante dei loro sogni e delle loro più vere attese e convinzioni. Gesù non vi adula come tanti e non vi circuisce per catturare il consenso, né tanto meno vi penalizza con giudizi parziali e superficiali che abbattono il morale o scatenano la rabbia. Cristo vi mette davanti al realismo delle scelte concrete, ma dicendovi: “Tu puoi, non solo tu devi…”.
Carissimi, alzate lo sguardo al cielo: quella splendida luce che è apparsa sulla terra quando è nato Gesù, è oggi accesa anche per ciascuno di noi. I Magi, al vedere la stella, provarono grandissima gioia. È la stessa gioia che auguro alla vostra famiglia in questo Natale.
A chi vive un tempo doloroso di prova per le gravi difficoltà che riguardano il lavoro perduto o incerto o la sofferenza di qualche persona cara, voglio ricordare paternamente che Gesù è il Dio vicino, capace di raccogliere ogni problema che ci assilla e ogni pena, con il suo amore di fratello e di Salvatore.
A chi piange la perdita di qualche congiunto, figlio, genitore o amico, annuncio che Gesù è venuto per vincere la morte e dare la speranza di una vita per sempre.
A chi vive situazioni di divisione e di gravi rotture familiari, annuncio che Gesù è Principe della Pace ed offre la forza del perdono, che lenisce le ferite e ricolma di serenità interiore.
A chi soffre la solitudine o la lontananza dalla famiglia o dalla patria, annuncio che Gesù apre vie di solidarietà e di condivisione tra tutti gli uomini, dando vita ad una grande famiglia in cui nessuno è estraneo o straniero, ma tutti si riconoscono figli dello stesso Padre.
A chi ha subìto ingiustizie e violenze ed è tentato di rispondere al male con il male, annuncio che Gesù ha distrutto le radici del peccato e dà la forza di vincere il male con il perdono.
A chi ha perso la speranza di cambiare e non ha il coraggio di ricominciare un domani diverso e migliore, annuncio, con la Chiesa, che «oggi Cristo è nato» e in Lui c’è la certezza che tutto è possibile.
Buon Natale e la benedizione del Signore raggiunga ogni vostra famiglia insieme alla mia amicizia di Padre, Pastore e Amico.
**
Twitter @FilippoTesio