Santena – 20 gennaio 2013 – La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio) di quest’anno ha come brano di riflessione Michea 6, 6-8 ed è stato commentato dalla Chiesa che è in India. Di seguito, il brano proposto e alcuni stralci dall’opuscolo che guida le riflessioni.
“6Quale offerta porteremo al Signore, al Dio Altissimo, quando andremo ad adorarlo? Gli offriremo in sacrificio vitelli di un anno? 7Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio? Gli daremo in sacrificio i nostri figli, i nostri primogeniti per ricevere il perdono dei nostri peccati? 8In realtà il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene, quel che esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro Dio.”
Dall’opuscolo della settimana di preghiera:
“Cercare l’unità: un impegno per tutto l’anno
La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assume quindi un significato simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e Costituzione nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.
Consapevoli di una tale flessibilità nella data della Settimana, incoraggiamo i fedeli a considerare il materiale presentato in questa sede come un invito a trovare opportunità in tutto l’arco dell’anno per esprimere il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso.”
“Gli otto temi della Settimana, si riferiscono a diversi modi di camminare, aiutandoci così a focalizzare le varie dimensioni di un autentico discepolato, che cammina nel sentiero della giustizia e che conduce alla vita (cfr. Prov 12,28a).
1° Giorno – Camminare in dialogo. Riflettiamo sull’importanza della prassi del dialogo e della
conversazione quale strumento per superare le barriere. Sia nell’ecumenismo che nella lotta per la liberazione dei popoli in tutto il globo, la capacità nel parlare e nell’ascoltare è riconosciuta come elemento essenziale. Nella conversazione autentica possiamo riconoscere più chiaramente Cristo.
2° Giorno – Camminare come corpo di Cristo. Riconoscendo la solidarietà tra il Cristo crocefisso e le “persone lacerate” del mondo, come i Dalits, cerchiamo, come cristiani, di imparare insieme ad essere noi stessi parte di questa solidarietà in modo più profondo. Ci deve essere una relazione fra l’Eucaristia e la giustizia, e i cristiani sono invitati a scoprire modi concreti del vivere eucaristico nel mondo.
3° Giorno – Camminare verso la libertà. Siamo invitati a riconoscere gli sforzi delle comunitàoppresse in tutto il globo, come i Dalits in India, mentre protestano contro tutto ciò che rende schiavo l’essere umano. Come cristiani impegnati verso un’unità sempre più ampia e condivisa, impariamo che eliminare ciò che separa le persone l’una dall’altra è un elemento essenziale della pienezza di vita e della libertà nello Spirito.
4° Giorno – Camminare come figli della terra. La consapevolezza del nostro posto nella creazione di Dio ci avvicina, poiché ci rendiamo conto dell’interdipendenza fra noi e con la terra. Contemplando l’urgente appello alla salvaguardia ambientale e ad una condivisione giusta dei frutti della terra, i cristiani sono chiamati a vivere una vita di testimonianza attiva, nello spirito dell’anno del giubileo.
5° Giorno – Camminare come amici di Gesù. Riflettiamo sulle immagini bibliche dell’amicizia e dell’amore umano come modelli dell’amore di Dio verso tutti. Comprendere noi stessi come diletti amici di Dio ha conseguenze sulle relazioni all’interno della comunità di Gesù. Nella Chiesa, comunità in cui tutti, in pari misura, sono i diletti amici di Gesù, ogni barriera di esclusione è incoerente.
6° Giorno – Camminare oltre le barriere. Camminare con Dio significa camminare oltre le barriere che dividono e feriscono i figli di Dio. Le letture bibliche di questo giorno citano i vari modi in cui vengono superate le barriere umane, e culminano nell’insegnamento dell’apostolo Paolo: “Con il battesimo infatti siete stati uniti a Cristo, e siete stati rivestiti di lui come di un abito nuovo. Non ha più alcuna importanza l’essere Ebreo o pagano, schiavo o libero, uomo o donna, perché uniti a Gesù Cristo tutti voi siete diventati un sol uomo” (Gal 3,28).
7° Giorno – Camminare nella solidarietà. Camminare umilmente con Dio significa camminare in solidarietà con coloro che lottano per la giustizia e per la pace. Camminare nella solidarietà ha implicazioni non solo per il singolo credente, ma anche per la stessa natura e per la missione dell’intera comunità cristiana. La Chiesa è chiamata e resa capace di condividere la sofferenza di tutti, attraverso il sostegno e la cura dei poveri, dei bisognosi, degli emarginati. Questo è implicito nella nostra preghiera per l’unità dei cristiani.
8° Giorno – Camminare insieme nella celebrazione. I testi biblici parlano in questo giorno di una celebrazione, non nel senso di celebrare un traguardo di successo, ma come segno di speranza in Dio e nella sua giustizia. In modo analogo, la ricorrenza della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è il nostro segno di speranza che l’unità sarà raggiunta nei tempi e con i mezzi di Dio.”
Chi volesse consultare integralmente l’opuscolo può trovarlo nel sito della Chiesa cattolica italiana (opuscolo della settimana dell’unità dei cristiani) e/o in molti altri siti.
http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=34996
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Scarica l’opuscolo: Settimana_Unità_Opuscolo 2013
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