Santena – 11 febbraio 2013 – “Dimesso un Papa se ne fa un altro”: questo è il titolo del contributo che ci ha inviato oggi Gino Anchisi, a commento della notizia del giorno.
Dimesso un Papa se ne fa un altro
E’ questione di fede e di ragione. Vista da Santena, città simbolo della separazione tra Stato e Chiesa, la data scelta per l’annuncio fa impressione. L’11 febbraio è l’anniversario della firma dei Patti Lateranensi del 1929. Un evento che anche allora colse di sorpresa una parte della Cristianità e del Mondo. Con quell’accordo la Chiesa Romana riconosceva autorevolmente un regime dittatoriale. La vicenda era talmente eclatante che Mussolini pensò di mandare a Santena i massimi esponenti del fascismo a rendere omaggio a Camillo Cavour. Il fascismo trionfava a livello internazionale chiudendo concordemente la frattura causata da Cavour nell’indicare Roma capitale e nel sancire la fine del potere temporale del successore di Pietro. La notizia odierna fa ancor più impressione. Il Papa si è dimesso l’11 di febbraio dalla carica. Benedetto XVI ha dato un colpo a tanti pregiudizi e alla tradizione aprendo una nuova prospettiva alla forma della Chiesa. Riconquistando la sua umanità ha dato un senso ancor più profondo al suo essere, momentaneamente, vicario di Cristo in terra: è uomo come gli altri e in quanto tale sostituibile. Non è dunque necessario attendere la sua morte per rimpiazzarlo alla guida della cattolicità. L’uomo dell’infallibilità, il successore di Pietro, il vicario di Cristo in terra, il Vescovo di Roma ha sorpreso il Vaticano e il Mondo.
Nel cinquantesimo della seconda sessione del Concilio Vaticano II, l’allora giovane teologo, oggi Papa, ha compiuto un gesto rivoluzionario. Gesto che lo colloca sulla scia dei suoi predecessori: Giovanni XXIII convocò a sorpresa un Concilio ecumenico, Paolo V fissò l’età della pensione dei vescovi a 75 anni e l’entrata in Concistoro dei cardinali fino a 80. Dal 28 febbraio Ratzinger non sarà più Papa perché non ha le forze per reggere la carica. Lo fa mentre l’Europa attraversa una crisi profonda. I tempi cambiano: anche il Vescovo di Roma si adegua, quando la testa non ce la fa, meglio lasciare. Se lo dice l’unico uomo riconosciuto infallibile c’è da crederci. Anche per i cattolici più reazionari e conservatori non resta che accettare il dogma voluto da Pio IX.
Con questo gesto Papa Ratzinger apre decisamente un processo che tocca la forma della Chiesa, investendone direttamente la figura più rappresentativa. Resta da vedere se il popolo di Dio, e non solo la gerarchia, diventerà protagonista di quella che si annuncia come una nuova tappa della storia della Cattolicità.
Gino Anchisi
Da Santena, la città di Camillo Cavour, 11 febbraio 2013, 84° dei Patti Lateranensi.
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Twitter @FilippoTesio