Santena – 28 febbraio 2013 – “La crisi sociale c’è anche a Santena”: questo il titolo del contributo di Gino Anchisi.
La crisi sociale c’è anche a Santena
Intervenendo in campagna elettorale il Sindaco ha più volte detto che l’enorme disparità di reddito tra i cittadini è intollerabile. Si riferiva alla situazione italiana e santenese. Il Sindaco ha lanciato l’allarme: dolore, rabbia, precarietà, povertà materiale, mai prima vissuti, sono parte della vita della nostra comunità. Sotto i colpi della crisi produttiva, la situazione peggiora via via, investendo individui e famiglie intere. Il lavoro della persona ormai ha perso la sua sacralità e con essa il suo valore. In molti casi anche chi è occupato o chi è titolare di una pensione non ce la fa a tirare avanti. Peggio stanno i disoccupati, i malati e i bisognosi di assistenza. L’età della tecnica sembrava avesse sfumato i conflitti sociali. Ci si era illusi. I soldi giravano e con essi ruotava un’economia effimera, drogata dall’indebitamento e da false idee che hanno rinviato, fin che si è potuto, la resa dei conti sulle scelte politiche da compiere. Di fronte alla perdita della produzione industriale e agricola, ci si consolava sperando nella guarigione, scambiando lo zuccherino per la medicina.
Il sistema era falso: non producendo non c’è lavoro, senza lavoro non c’è dignità. Ed ecco che oggi ci si scopre cittadini e lavoratori, senza funzioni e quindi senza futuro, perché senza valore sociale ed economico. In gioco c’è la dignità, l’essenza di essere uomini. Prima che sia troppo tardi occorre agire. Sotto la cenere cova la rabbia, c’è voglia di fare qualcosa, ma che cosa, vivaddio, non si sa. Vista la situazione il Comune deve intervenire rafforzando i servizi erogati ai cittadini bisognosi di assistenza. Se la domanda di servizi di sostegno al reddito aumenta, bisogna accrescere le risorse destinate, preparando un bilancio partecipato e capace di coinvolgere persone e associazioni sostanziando la solidarietà comunitaria. In Piemonte la situazione è grave. La legge regionale 1/2004 non è applicata. Si rischia il collasso del sistema socio-sanitario. Di fatto i servizi sono finanziati da Cooperative e Associazioni che attendono da 300-400 giorni i pagamenti dai Consorzi socio-assistenziali e dalle Asl.
La proposta di maggiore giustizia tra i cittadini, provenendo dal sindaco, merita la dovuta attenzione. E, visto che la competenza in materia socio-assistenziale è anche del Comune, bisogna che il Consiglio comunale assecondi l’indicazione aumentando le risorse pubbliche destinate a dare una risposta concreta alla crescente domanda di servizi sociali che proviene dalla comunità e dalle persone in difficoltà.
Gino Anchisi.
Da Santena, la città di Camillo Cavour, 28 febbraio 2013.
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Twitter @FilippoTesio