Santena, 25 aprile: l’intervento del sindaco Ugo Baldi

Santena – 27 aprile 2013 – Il 25 aprile la città ha intitolato a Giuseppe Musso, carabiniere e partigiano, martire della Libertà, il ponte sul Banna di via Cavour. Di seguito, l’indirizzo di saluto del sindaco Ugo Baldi.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUgo Baldi, sindaco della città, ha iniziato così il suo indirizzo di saluto: «“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la mia vita affinché tu lo possa dire.”. Non è retorica! Questa è una frase di Voltaire. Basta fermarsi un attimo a riflettere. Ma per quanto tempo ancora, per quanti anni ancora la comunità di Santena pensava di mantenere nel dimenticatoio la memoria di Giuseppe Musso? Dopo 60 anni, da quel fatidico 27 ottobre 1944, i suoi concittadini, noi tutti, riaprono questa ferita abbandonata e compiono un atto, non dovuto, non necessario, ma assolutamente normale. Io non posso fare e non riesco a fare un conto preciso di quanti santenesi, oggi qui presenti, oggi nelle proprie case, oggi ubicati altrove, sarebbero vivi ed esistenti, se Giuseppe, nonostante la tortura e le sevizie, avesse ceduto. Se avesse parlato, se avesse fatto nomi e cognomi. Quanti figli o nipoti, di coloro i quali hanno avuto salva la propria vita grazie al sacrificio estremo di Giuseppe, sarebbero mai nati. Probabilmente non sarebbero qui oggi. Quante famiglie oggi non esiterebbero proprio. Chi, come me, ha un figlio o una figlia di 22 anni, riesce anche solo ad immaginare la possibilità che questo figlio o questa figlia, consapevolmente come Giuseppe, offrano la propria vita, ancora tutta da costruire, per la vita di altre persone. Ecco! Giuseppe aveva 22 anni. Quanto diventa ancora più grande quindi il suo sacrificio e quanto più grande diventa la riconoscenza di coloro i quali sono i discendenti dei santenesi  salvi grazie a Giuseppe. Non è retorica!».

2013apr25_UgoBaldi4Ugo Baldi ha aggiunto: «Basta fermarsi un attimo a riflettere: e quanto è difficile oggi fermarsi a riflettere. Ho provato a immaginare quali pensieri affollavano la mente di Giuseppe mentre cercava di resistere alle mutilazioni che gli stavano infliggendo. Il suo corpo alla fine non era più riconoscibile. A chi rivolgeva le sue sofferenze e per chi o per che cosa le accettava fino all’estremo. Quali sono le cose importanti per un ragazzo di 22 anni per cui valga la pena di donare la propria vita? La fidanzata? I genitori e la propria famiglia? La propria casa? Gli amici più cari? Il proprio mondo da difendere ad ogni costo. Che cosa vale la propria vita? Ma Giuseppe era anche un carabiniere – e quanti esempi di virtù da parte di Carabinieri nella nostra storia nazionale, oggi rappresentati da alte autorità militari, dal tenente colonnello Fozzi, dall’associazione nazionale carabinieri, dagli allievi. Quindi, certamente, per Giuseppe anche il senso del dovere, il senso della Patria e dell’onore, si mescolavano a quei sentimenti legati alle cose per lui importanti».

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Questo ponte sul Banna guarda la casa natia di Giuseppe, che è qui a pochi metri – ha proseguito il sindaco –. E ci piace immaginare, che Giuseppe, dalla finestra di quella casa, guardi e sorrida al Ponte, alla Comunità che oggi si stringe nel suo ricordo e a tutta la Città di Santena. Poco gli importa a Giuseppe se la sua comunità e la sua città lo avevano quasi dimenticato per 60 anni. Giuseppe è certamente nel paradiso dei giusti dove il tempo non ha tempo e il rancore non esiste. Oggi festeggiamo insieme la ricorrenza della Liberazione. Quella Libertà dentro la quale Giuseppe ha riunito fidanzata, genitori, famiglia, casa, amici, senso del dovere e amor patrio. La libertà di poter vivere da uomo libero. Con i diritti e i doveri dell’uomo libero. Quella libertà per la quale milioni di persone sono morte, sono rimaste ferite o menomate nelle guerre, anche fratricide, combattute per difenderla a ogni costo. La libertà che ci consente oggi di poter scegliere tra il bene e il male, tra la tirannia e la democrazia. Non abusiamone di questa libertà. Utilizziamola “cum granu salis”, con il sale in zucca. Non confondiamola con il populismo spinto o con l’esasperazione della distruzione di massa del sistema. Questa non è la libertà»

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Il sindaco ha detto: «Grazie al sacrificio di molti, ci è stato donato un tesoro da amministrare con cura e diligenza. La libertà è come l’amore tra due persone: va alimentato continuamente con piccole dosi di buon senso, di comprensione reciproca, con uno sguardo verso il futuro, senza dimenticare il passato e facendo tesoro dei suoi errori. La libertà non può essere delegata ad altri. La libertà non appartiene a una parte politica e non si alimenta con i proclami o con l’incitamento a “gettare via il bambino con l’acqua sporca”. Ogni crisi rappresenta un passaggio, un cambiamento, una rivoluzione. Una libertà solida richiede spesso rivoluzioni silenziose, che sanno cogliere i segnali che giungono dalla gente – anche se, a volte, vengono colti in ritardo! –, senza urla isteriche di capi popolo, ma con sobrietà e con la determinazione nel trovare soluzioni frutto del confronto civile e democratico. Non basta indignarsi. Bisogna esserci e portare il proprio contributo costruttivo: anche rinunciando a qualche principio a favore della mediazione. Giorgio Gaber diceva: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione”. Grazie a tutti».

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Audio integrale dell’intervento: 2013apr25_Ubo_Baldi

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