Santena – 1° maggio 2013 – Un allocco – nome scientifico, Strix aluco, Linnaeus 1758 – da qualche tempo attira l’attenzione dei visitatori del complesso cavouriano. Lo si può ammirare, e fotografare, all’interno del nido che si è ricavato nel tronco di un platano centenario, sito a pochi metri dall’ingresso del parco cavouriano, tra il retro del castello e l’ala delle ex scuderie.
L’allocco è uno stringide di medie dimensioni, lungo 37-46 centimetri e ha un’apertura alare di 87-100 centimentri. Il piumaggio dell’allocco può variare tra due forme estreme: una rossiccia – quello santenese è così – e una grigia. L’allocco, con le sue undici sottospecie popola tutto il continente Eurasiatico, dall’equatore fin quasi al circolo polare artico. In Piemonte, l’allocco è ben distribuito in tutto il territorio, comprese le risaie novaresi e vercellesi, oltre che nelle città.
Le sue prede principali sono rappresentate da roditori e da uccelli, solo limitatamente da anfibi e uccelli. Il suo sistema di caccia predominante è quello dell’agguato: l’allocco staziona su un posatoio in attesa della preda su cui si avventa con rapide picchiate. Durante il giorno utilizza posatoi riparati sugli alberi o negli anfratti di rocce e costruzioni, dove sonnecchia fino al tramonto.
Questo rapace non presenta particolari problemi di conservazione, anche se il continuo modificarsi delle aree rurali sta lentamente sottraendo spazi vitali a questa specie. Si narra che questo uccello si può catturare con “la danza degli occhi”, che imita scherzosamente i loro movimenti e ne suscita il riso; da qui prende origine l’espressione “fare la figura dell’allocco”, ad indicare una persona sciocca.
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Fonte: La nostra fauna, rapaci diurni e notturni, Regione Piemonte. Informazioni tratte dalle pagine 111-114
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Twitter @FilippoTesio