Santena – 22 luglio 2013 – Beppe Valle, referente per la parrocchia per la casa alpina. Battista Bergamaschi, della cooperativa Equivalle, gestore de la Ciamusira. Ugo Baldi, sindaco della città. Ieri, in occasione dell’iniziativa “Porte aperte a Brusson”, per capirne un po’ di più, abbiamo intervistato queste tre persone.
Beppe Valle, referente per la parrocchia di Santena che in questi anni ha seguito le vicende della casa alpina La Ciamusira, afferma: «Dopo diverse disavventure, non troppo edificanti, rispetto alla gestione della casa, siamo andati alla ricerca di nuovi gestori. La scelta è caduta su una realtà già presente in Valle d’Aosta e che inoltre gestisce anche altrove case con caratteristiche simili alla nostra. La nuova gestione è partita con i campi estivi della parrocchia. Diciamo che siamo nella fase di rodaggio. La Ciamusira sarà aperta tutto l’anno. A breve partirà una campagna di comunicazione. Anche il sito www.laciamusira.it sarà rivisto e arricchito. Come è normale che sia qualche cosettina è ancora da sistemare, il cammino avviato sembra incoraggiate. Il riscontro che abbiamo avuto dai due primi turni di ragazzi è più che positivo. La cooperativa che ha preso in gestione la casa ha dislocato tre persone e mezza: un cuoco e, il resto, personale di servizio. Come già detto prima della celebrazione della messa un grande contributo per l’apertura è stato portato dagli alpini di Santena: sono venuti più volte e hanno svolto le pulizie straordinarie, all’esterno e all’interno della casa e hanno eseguito alcuni lavori di manutenzione».
Beppe Valle chiude così: «Mi sento in dovere di rivolgere un appello ai santenesi come ai cambianesi di frequentare la casa alpina. In questi anni ci sono stati problemi rispetto alla gestione, ma qui alla Ciamusira sono stati davvero pochi i santenesi che l’hanno frequentata: serve uno scatto d’orgoglio. Frequentare maggiormente La Ciamusira penso che sia una cosa normale se uno sente questa casa alpina come propria».
Battista Bergamaschi, nuovo gestore de La Ciamusira, afferma: «Questa casa è gestita dalla cooperativa Equivalle, di Brusson. In Vallè la gestione della case per ferie la possono fare solo le strutture cooperative. Noi abbiamo una società, denominata Zerbion, e a Brusson gestiamo l’Hotel du fojer. Abbiamo in gestione anche un’altra casa per ferie alla Presolana, nella bergamasca e un’altra in Val di Fassa, in Trentino. Sono tutte strutture che accolgono giovani, ragazzi e famiglie di parrocchie e società sportive dilettantistiche».
«La Ciamusira è una bellissima struttura – aggiunge Battista Bergamaschi –, con una bella posizione. Per il tipo di turismo che noi pratichiamo le potenzialità qui ci sono tutte. Piano piano stiamo sistemando le cose che non funzionano ancora a dovere: a due settimane dall’avvio è normale che qualche problemino sia ancora da risolvere. Già questa settimana avremo un nuovo telefono e stiamo lavorando per aggiornare il sito. Come in tutte le altre nostre case noi ci rivolgiamo in prevalenza a oratori e parrocchie, gruppi di giovani. Nei mesi di giugno e luglio vengono fatti i campi. In agosto arrivano i gruppi famiglia. In genere i nuclei familiari arrivano dalle parrocchie o comunque accettano di stare all’interno di strutture che lavorano sul turismo di gruppo. La gente viene, in genere per una settimana di vacanza. Abbiamo anche gruppi sportivi che arrivano in ritiro nel fine settimana. La Ciamusira dispone di un campo di calcio e questo è una cosa positiva. In inverno probabilmente potremo contare su gruppi di stranieri. La gente che accogliamo ha ben presente che non siamo un albergo: i prezzi che pratichiamo sono più bassi rispetto alle normali strutture alberghiere. La nostra logica è avere prezzi competitivi che consentano a queste persone di poter fare una vacanza che non potrebbero permettersi in strutture con prezzi più alti. La nostra filosofia è fornire servizi semplici, curiamo il mangiare, ma senza fronzoli».
L’ultima chiacchierata la facciamo con il sindaco. Ugo Baldi afferma: «Il rilancio della casa alpina La Ciamusira deve necessariamente poter contare sulle parrocchie di Santena e di Cambiano e non solo. Io credo che anche le due comunità civili debbano lavorare insieme, in sintonia e sinergia per riuscire a far vivere questa casa alpina. I numeri ci sono: tra Santena e Cambiano ci sono oltre sedici mila persone. Un bacino di utenza formidabile. Insieme abbiamo la possibilità di far vivere e far crescere questa casa alpina. Come amministrazione studieremo alcune iniziative per comunicare ai cittadini l’esistenza di questa struttura e le sue potenzialità».
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