Nino Boeti: “La Regione Piemonte assuma Pino Masciari, testimone di giustizia”

Santena – 3 settembre 2013 – A fine agosto il consiglio dei ministri ha dato il via libera a una misura che prevede l’assunzione nella Pubblica amministrazione dei testimoni di giustizia. Nei giorni scorsi Nino Boeti, consigliere regionale Pd, ha auspicato che il primo atto della costituenda Commissione regionale antimafia sia la proposta alla Regione Piemonte di assunzione del testimone di giustizia Pino Masciari. La città di Santena, quale primo atto dell’amministrazione guidata dal sindaco Ugo Baldi, ha concesso a Pino Masciari la cittadinanza onoraria.

Pino MasciariNino Boeti, spiega: «Il Governo Letta, infatti, con un recente provvedimento ha previsto l’assunzione per chiamata diretta nominativa dei testimoni di giustizia da parte della Pubblica amministrazione. Uno strumento importante per consentire a coloro che si sono ribellati alla criminalità organizzata di uscire dall’isolamento e riprendere un itinerario occupazionale e professionale. Pino Masciari è sottoposto dal 1997, assieme alla moglie e ai due figli, a un programma speciale di protezione per aver denunciato le estorsioni da parte della ‘ndrangheta. Una denuncia che portò alla rovina delle sue attività imprenditoriali nel settore edile. L’assunzione di Pino Masciari da parte dell’amministrazione regionale sarebbe un atto di giustizia che consentirebbe a un uomo coraggioso di recuperare la dignità di un lavoro, che la ‘ndrangheta gli ha tolto, pur continuando nella sua battaglia per la legalità. Ricordo che Pino Masciari è stato adottato dal Piemonte, infatti è cittadino onorario di Torino e di molti altri comuni piemontesi: è giunto, quindi, il momento di passare dai riconoscimenti onorifici a un gesto concreto di solidarietà e sostegno».

Filippo Bubbico, che presiede la Commissione centrale per la definizione e applicazione delle speciale misure di protezione, organismo che ha il compito di definire le speciali misure di protezione per i testimoni e collaboratori di giustizia, spiega: «L’obiettivo è quello di mettere in campo strumenti di premialità per i testimoni in modo da incoraggiare un atto di responsabile cittadinanza da parte di chi ha potuto assistere a vicende criminose”. Naturalmente, sottolinea, ”la priorità è quella di garantire la sicurezza di queste persone, perchè un testimone per fatti di mafia corre rischi. Con questo provvedimento si estende ai testimoni di giustizia la norma già in vigore per vittime del terrorismo e della criminalità organizzata che prevede un percorso preferenziale per l’assegnazione di un posto di lavoro nella Pubblica amministrazione. I testimoni di giustizia – ricorda il viceministro, – sono costretti a lasciare il luogo dove vivono e lavorano, ad abbandonare le attività economiche, a subire il trauma dello sradicamento e dunque è giusto sostenerli con un’opportunità occupazionale che consenta loro di ricostruire un proprio profilo professionale superando la precarietà in cui spesso sono costretti a vivere». Sarà successivamente un decreto del ministero dell’Interno a stabilire le modalità di attuazione del provvedimento.

In una nota don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione antimafia ‘Libera, afferma: «La misura approvata sull’assunzione diretta dei testimoni di giustizia nell’ambito dell’amministrazione pubblica è un buon provvedimento per almeno due motivi. In primo luogo perché riconosce il debito morale dello Stato verso persone che si sono messe in gioco per il bene di tutti, scegliendo di non tacere di fronte a fatti molto gravi di cui sono state testimoni. In secondo luogo, il provvedimento è apprezzabile in quanto estende al testimone di giustizia i diritti giustamente previsti per i famigliari delle vittime delle mafie, sottolineando la profonda funzione civile e sociale che gli uni e gli altri portano in termini di crescita della cultura della legalità e della responsabilità nel nostro Paese».

La “sola riserva” indicata da don Ciotti è quella per cui «il provvedimento stabilisce che, come per i famigliari delle vittime, l’assunzione sia condizionata alla disponibilità di posti, diversamente da quello che succede ad esempio in Sicilia, dove la Regione ha previsto, proprio nel segno di un risarcimento morale, l’assunzione anche in sovrannumero». Il presidente di Libera esprime dunque l’augurio «che questo nodo venga al più presto superato per evitare che una misura così positiva non trovi poi gli strumenti e le risorse per essere concretizzata, rischio tanto più grande in un momento di recessione economica come quello che stiamo attraversando».

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Fonte: lanci delle agenzie Ansa e Asca