Santena – 24 ottobre 2013 – Negli ultimi sei mesi la Caritas cittadina ha sostenuto otto nuclei familiari a rischio sfratto. Lo ha potuto fare con le risorse arrivate dai santenesi che hanno partecipato alla cena della solidarietà di questa primavera. Con il mese di ottobre questo progetto termina.
Il parroco don Nino Olivero, spiega: «Con ottobre finisce l’aiuto che la Caritas parrocchiale ha concesso negli ultimi sei mesi a otto nuclei familiari individuati a rischio sfratto. La comunità parrocchiale, rispondendo all’appello del vescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, ha organizzato una cena della solidarietà con l’intento di dare una mano ad alcune famiglie santenesi che stavano andando incontro allo sfratto. In questi sei mesi abbiamo aiutato questi nuclei familiari santenesi versando direttamente ai proprietari una quota del canone d’affitto. Ora però le risorse sono finite e, con ottobre, si conclude questa iniziativa straordinaria di solidarietà».
«Tutto questo mentre, in questi ultimi mesi, va sempre aumentando il numero di persone che si rivolge alla Caritas chiedendo aiuto per fare fronte al canone di affitto, come alle bollette delle diverse utenze. Anche nella nostra città l’emergenza casa si sta facendo sempre più grave – prosegue don Nino Olivero –. La Caritas cittadina segue ottanta nuclei familiari, concedendo loro aiuti alimentari. Di più davvero non riusciamo a fare. Le risorse per comprare gli alimenti da distribuire arrivano dal ricavato delle offerte dei fedeli durante la celebrazione delle sante messe per i funerali. Sono risorse preziose, ma che non bastano mai: anche solo per gli alimenti la parrocchia deve integrare queste offerte. La parrocchia ringrazia i singoli parrocchiani e le ditte che, in qualche modo, ci danno una mano con offerte e prodotti che servono a sostenere le necessità alimentari di chi in città fa maggiormente fatica».
«Come diciamo sempre chiaro a tutti quelli che chiedono aiuto – aggiunge don Nino Olivero – noi non possiamo certo pagare anche le bollette. Il momento di crisi economica e occupazionale ha effetti molto negativi su tanti nuclei familiari. Spesso la perdita di lavoro, o la sottooccupazione, manda in tilt i nuclei familiari che non riescono più a fare fronte alle spese di affitto o al mutuo e, a volte, fanno persino fatica ad alimentarsi. Sempre più oggi a chiedere aiuto, oltre alle cosiddette fasce deboli, sono famiglie santenesi del cosiddetto ceto medio. Molti sono i nuclei che con la crisi hanno visto sparire i risparmi di una vita e la perdita di lavoro conduce presto al dover chiedere aiuto».
Don Nino Olivero chiude così: «Le famiglie vanno in crisi anche perché, una volta senza lavoro i figli tornano a vivere con i genitori e chiedono a papà e mamma un sostegno economico. In altri casi a sostenere i conti delle famiglie sono le sole pensioni dei genitori o quelle dei nonni. E, naturalmente, in questo contesto i cittadini stranieri continuano a pagare il prezzo più alto portato dalla crisi economica e occupazionale. Basti segnalare che anche nella nostra città si va riducendo lo spazio lavorativo per le badanti straniere».
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